Risorse umane e cattiva pubblicità: spezza subito il circolo
Risorse umane e cattiva pubblicità per l'azienda: come tutelarsi

Risorse umane e cattiva pubblicità: spezza subito il circolo

Nella mia esperienza di #hrmanager e di consulente per le #risorseumane nelle aziende mi sono reso conto che molti imprenditori non comprendono la portata potenziale della #cattivapubblicità. O meglio: sanno cosa sia, ma non sanno né cosa la innesca (e quindi cosa fare e non fare a monte), né sanno come spezzare questo circolo.

Negli anni, con #digitalizzazione e ricerca online del lavoro, ci siamo resi conto di come una cattiva pubblicità fatta dalle risorse umane è un boomerang violentissimo per le aziende. Ho quindi deciso di scrivere questo articolo, per aiutare gli imprenditori a focalizzare e risolvere questo problema.

Capire i motivi per cui le risorse umane fanno cattiva pubblicità alle aziende

Devo dirtelo subito: se è vero che un singolo commento negativo sull'azienda possa essere una ripicca, una serie di commenti negativi sono probabilmente uno specchio della realtà, per quanto magnificato o esagerato.

Se hai molti collaboratori che remano contro l'azienda, che ne parlano male, che diffondono notizie negative, che sono frustrati e lo manifestano con i colleghi, i familiari, gli amici o online, sappi che è improbabile che ti trovi di fronte a semplice s-collaboratori (cioè persone che puntano ad affossarti): probabilmente sotto questi commenti c'è uno stato di disagio profondo e collettivo che emerge.

Quindi, devi capire subito cosa sta succedendo che fa disamorare le persone della tua azienda.

Ti voglio dare alcuni input per riflettere, ma tieni conto che questa analisi non è sicuramente completa:

  • è piuttosto raro che le persone scappino dal lavoro: di solito, scappano dai #manager. Molte persone accetterebbero di fare un lavoro relativamente noioso, o con poche possibilità di crescita, o non soddisfacente, ma guidate da un grande manager, cioè da una persona #autorevole, #empatica, #motivante e spronante. Quando le persone scappano, di solito non scappano dal lavoro ma da chi quel lavoro lo amministra, cioè dai manager e dai titolari. Se uno dei tuoi reparti subisce continue emorragie di personale devi indagare sulle vere motivazioni con i collaboratori e con i manager: potresti trovare delle situazioni negative o equivoche proprio a questo livello.
  • la tua offerta potrebbe essere completamente fuori mercato: il costo della vita aumenta, l'inflazione si impenna, comprare una casa richiede garanzie di sangue e liquidità abbondante. Non puoi pensare che uno stipendio di 1000 euro, anche se compatibile con i contratti nazionali, basti ai tuoi collaboratori per costruire la vita che vogliono. Devi tenere a mente questa massima: lo scopo ultimo e umano delle aziende è mettere le persone nella condizione di realizzare il proprio sogno. Se non garantisci una sopravvivenza economica sufficiente, non puoi sperare di tenerti i collaboratori, o di ricevere una buona pubblicità. Quello che devi fare è non vincolare i guadagni alla semplice presenza, ma alla performance. Il fondatore di Ikea ha scritto, parafrasando: "Sarei felice di dividere la metà di quello che posso creare con l'aiuto di una persona con quella stessa persona, purché sia coinvolta nel progetto". Se non incentivi, non premi e non invogli ad ottenere risultati, quello che otterrai sono sedie e scrivanie piene e rancorose.
  • l'ambiente dell'azienda è tossico e disincentivante. Non conosco una singola persona che sarebbe disposta a reggere a vita un lavoro in un ambiente tossico, disincentivante, noioso, gretto, pieno di sfiducia, nemmeno per moltissimo denaro, o fama, o potere. Forse tollererebbero per un po', ma alla prima occasione cercherebbero di meglio. Nel fare questa analisi devi essere davvero freddo e lucido, e valutare con grande distacco il comportamento di tutti nei confronti degli altri: critiche (anche se velate o passivo-aggressive), gossip, mancanza di riconoscimenti pubblici, umiliazioni, pugno duro sono tutti indicatori di un clima aziendale tossico e pericoloso.
  • non hai rispettato un accordo percepito come importante dalla persona con cui l'hai fatto. A tutti noi può capitare, occasionalmente, di tradire un accordo. La maggioranza delle persone lo riesce a riconoscere e cerca di risolvere con la persona coinvolta. Se tu non sei riuscito a farlo, e hai tradito un accordo, tanto più se era un accordo sentito come particolarmente importante dalla persona con cui l'hai fatto, ecco: in questo caso ti sei creato un nemico aperto, che sarà pronto, alla prima occasione, a farti fuori con la cattiva pubblicità.

Cattiva pubblicità: come e con chi

Se nella tua azienda si è sviluppata cattiva pubblicità tra le risorse umane, per uno qualsiasi dei motivi che ti ho elencato o per un misto di più fattori, dovrai sapere che il ritorno di immagine sarà pesante.

Le persone che tratti male ai colloqui, con cui tradisci promesse o che esponi ad un ambiente di lavoro tossico non si limiteranno a pensare male di te: parleranno male di te. Parleranno male a casa con i familiari, oppure con gli amici, o lasceranno recensioni su Glassdoor o altri siti per la ricerca del lavoro, a disposizione di tutti gli utenti. Questa è a tutti gli effetti cattiva pubblicità che hai innescato e non arginato, e che condizionerà cosa altre persone pensano di te, in un meccanismo di marketing al contrario davvero pericoloso.

Quello che voglio farti capire è che l'azione di oggi, apparentemente piccola, insignificante e di poco conto (inveire contro un collaboratore per uno sbaglio) ha in realtà un portato di conseguenze molto vasto (disamoramento, commenti sprezzanti con i colleghi, recensioni negative, che innescano il processo della cattiva pubblicità). Del resto, "you don’t remember my trauma? Maybe 'cause for me it was super traumatic and for you it was a fuck*ing Wednesday".

Cosa fare se sei nell'occhio del ciclone

Ci sono tre cose che devi fare subito per toglierti dalla zona di massima pericolosità della situazione.

Primo: devi risolvere i conflitti con le parti in causa e non devi mai mandare via qualcuno scontento o arrabbiato con te. Per nessuna ragione devi trasformare un allontanamento in una sceneggiata, perché è un lasciapassare sicuro per un'escalation negativa della situazione. Cerca mediazione e risoluzione del conflitto a tutti i costi. Questo non deve essere un semplice modo di arginare il problema: deve diventare il tuo stile direttivo a tutto tonda, sia quando le cose vanno bene (premiare per i risultati, dare riconoscimenti, incentivare, motivare), sia quando vanno male.

Secondo: devi recuperare tutte le promesse non mantenute e risolverle. Con ogni persona che hai intorno hai probabilmente situazioni non risolte e promesse non mantenute. Devi recuperarle tutte e fare in modo di trovare un accordo, e se possibile fare esattamente quello che avevi promesso inizialmente. Le promesse tradite sono la causa numero uno di tutti i guai personali degli individui.

Terzo: devi lavorare con l'etica e lo scambio in abbondanza, cioè dare a chi hai intorno più di quanto non si aspetta da te, anche se ti costa fatica o rischi di rimetterci. Se prometti un "ambiente informale" devi trasformare l'ufficio in una festa. Se prometti "relazioni positive" devi diventare un amico per i tuoi collaboratori. Se prometti "un prodotto funzionante" devi consegnare un prodotto perfetto che eccede le aspettative. Se il tuo servizio "fa questo e questo", devi aggiungere qualcosa che faccia anche quest'altro. Questo approccio non vale né solo con i clienti, né solo con i collaboratori: vale a prescindere nella vita, nelle relazioni con tutte le persone che mai coltiverai.


Alessandro Galli

autista professionista

5 mesi

A buon intenditor poche parole…

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