Scegli la soluzione più semplice al problema: il rasoio di Occam valido anche per la consulenza patrimoniale
Lunedì scorso ero in treno direzione Torino e una giovane coppia accanto a me chiacchierava. Non che stessi lì ad ascoltarli ma il mio orecchio si è teso quando lei ha citato il “rasoio di Occam”.
Ho avuto un sussulto, ripensando a quella citazione che il mio professore di matematica fece durante un esame e subito sono andato a rivedere il significato.
Ecco qui la spiegazione di Wikipedia.
Il rasoio di Occam (conosciuto anche come principio di economia, o principio di parsimonia è un principio metodologico che indica di scegliere, tra più soluzioni egualmente valide di un problema, quella più semplice.
Venne formulato nel XIV secolo dal filosofo e frate francescano Guglielmo da Occam ed è ritenuto alla base del pensiero scientifico moderno.
Effettivamente, perché ingarbugliarsi in soluzioni complesse quando ne abbiamo una semplice e a portata di mano?
Nella gestione della pianificazione patrimoniale e nello specifico in quella successoria, vengono spesso utilizzati degli strumenti che, pur corretti, rischiano di diventare una soluzione complessa e articolata.
Talvolta è anche necessario così, perché il patrimonio – nella sua stessa complessità – richiede soluzioni stratificate.
Ma negli altri casi e soprattutto per iniziare ad affrontare il tema successorio, perché non si pensa a fare un "semplice" testamento?
Ho cercato in rete dei dati e “Dal 1989 al 2018 la percentuale di donne che hanno manifestato in forma pubblica le proprie ultime volontà è del 55,4%, quella degli uomini è del 44,6% per un totale di 866.506 iscrizioni (…) Lo strumento preferito per disporre del proprio patrimonio resta il testamento olografo” (Analisi dei dati e delle rilevazioni statistiche desunte dal Registro Generale dei Testamenti Anno 2018).
I dati (non troppo recenti, va detto) mostrano comunque un incremento di chi sceglie il testamento: dall’8% del 2014 siamo arrivati al 12% nel 2018.
In pratica, circa una successione mortis causa ogni otto avviene con testamento. Nel corso della mia esperienza professionale la percentuale che ho riscontrato è molto più alta, probabilmente sia per il segmento di clientela trattato, sia per la capacità dei colleghi di affrontare il tema successorio per tempo.
I vantaggi del testamento
C’è un diffuso timore di fronte a questo strumento, una ancestrale paura che credo vada abbattuta partendo proprio dai vantaggi, senza dimenticare i rischi: in maniera lucida e razionale dobbiamo trasferirli ai nostri clienti e comunicarli correttamente.
1) Libertà di decidere: Cominciamo con il dire che con il testamento, noi possiamo esprimere le nostre volontà senza che la legge decida per noi. Infatti, in assenza di testamento, si applicano le regole previste dal codice civile che non sempre possono coincidere con i nostri desideri.
2) Pace familiare: Grazie al testamento, possiamo neutralizzare le ipotesi di liti ereditarie: il testatore con serenità ha la possibilità di scegliere la destinazione dei propri beni anche in armonia con gli eredi.
3) Tutela dei più deboli: Se ci sono minori o persone che dipendono finanziariamente dal testatore, il testamento può contenere disposizioni per garantire che i beni siano gestiti adeguatamente per la famiglia.
4) Efficienza patrimoniale: Inoltre, un testamento ben preparato può rendere più efficiente l'amministrazione del patrimonio. Ciò può aiutare a risparmiare tempo e denaro durante la distribuzione dei beni. Un esempio tipico è il frazionamento della proprietà di più immobili di cui ciascun erede ne riceve una parte.
5) Oltre la famiglia: Il testamento consente anche al testatore di beneficiare a persone diverse da quelle della cerchia ristretta dei familiari, i cosiddetti legittimari (coniuge e figli). Su questo aspetto mi capita sempre più spesso di raccogliere il desiderio del testatore di premiare alcune persone o Associazioni che sente particolarmente vicine.
Perché il testamento è la soluzione più semplice
Bastano carta e penna e ovviamente capacità di intendere e di volere per pianificare la propria successione.
Il testamento olografo quello scritto, datato e sottoscritto a mano dal testatore. Ha un valore giuridico al pari di una scrittura privata e non necessita di particolari formalità se non quelle appena indicate.
Semplice, vero ma un po’ insidioso se non si conosce la materia successoria: gli eredi potrebbero impugnarlo e se le disposizioni fossero contra legem, queste potrebbero essere annullate.
Meglio affidarsi ad un testamento pubblico, redatto dal notaio e alla presenza dei testimoni.
La presenza del pubblico ufficiale garantisce la veridicità dell’atto che fa pubblica fede fino a querela di falso.
Inoltre, non c’è nessun rischio che possa essere alterato o smarrito perché una copia dello stesso viene trasmesso agli Archivi Notarili.
Ora, non fraintendetemi cari colleghi consulenti patrimoniali; il testamento non è LA SOLUZIONE PER ECCELLENZA proprio perché spesso non esiste una sola soluzione per gestire il patrimonio di un cliente.
Certamente, quel 12% ci deve far pensare che dobbiamo insistere sulla pianificazione tramite testamento… Che cosa fanno il resto degli italiani? Perché scelgono di “non scegliere”?
Perché non usano il rasoio di Occam?
Un'ultima riflessione fra consulenti patrimoniali, ritengo che il testamento possa anche rappresentare un primo passaggio per trattare il tema successorio anche con quei clienti per cui riteniamo che la soluzione da costruire, con il contributo di altri professionisti, debba essere più articolata.
Consulente finanziario Zurich Bank
1 annoCondivido le sue considerazioni