Se vuoi preservare il valore dei tuoi risparmi, investire non è una scelta: è una necessità.

Se vuoi preservare il valore dei tuoi risparmi, investire non è una scelta: è una necessità.

Se vuoi preservare il valore dei tuoi risparmi, investire non è una scelta: è una necessità.

Facciamo un esperimento. Immagina di tornare indietro nel tempo, esattamente al 2014. L’eco della crisi finanziaria globale del 2008 e delle difficoltà legate ai debiti sovrani europei è ancora nell’aria. La paura domina i mercati, e molti risparmiatori, scottati da recenti perdite, scelgono un approccio ultra-conservativo: lasciare i propri risparmi sul conto corrente o investirli in titoli di Stato.

È una scelta apparentemente logica. Proteggere il capitale è la priorità, e queste soluzioni sembrano offrire sicurezza. Ma cosa succede se osserviamo questa decisione con il senno di poi?

Prendiamo Matteo, un risparmiatore medio del 2014, con 100.000 euro da gestire. Preoccupato per le oscillazioni dei mercati, decide di mantenere la somma in liquidità sul suo conto corrente. Un rifugio sicuro, pensa. Inoltre, si aspetta di guadagnare un piccolo interesse annuale.

Avanziamo al 2024. Matteo controlla il saldo del suo conto: il suo capitale è cresciuto di un modesto 0,19% annuo, arrivando a 101.900 euro. Sembra che abbia fatto la scelta giusta: il denaro è intatto, senza aver subito i contraccolpi dei mercati. Ma c’è un problema: Matteo ha trascurato un nemico silenzioso, ma devastante per i risparmiatori, l’inflazione.

In questi dieci anni, l’inflazione media annua è stata del 2%. Questo significa che, in termini di potere d’acquisto, quei 101.900 euro valgono oggi solo 83.390 euro. Matteo non ha perso denaro nominalmente, ma ha visto il valore reale del suo patrimonio erodersi di quasi 17.000 euro.

Deluso, Matteo pensa che forse avrebbe dovuto optare per i titoli di Stato. Supponiamo quindi che avesse investito quei 100.000 euro in un ETF che replica i BTP decennali italiani. In questo caso, il suo patrimonio avrebbe raggiunto circa 119.700 euro nominali. Meglio della liquidità, certo, ma comunque insufficiente. Dopo l’impatto dell’inflazione, il valore reale sarebbe stato di soli 98.300 euro.

A questo punto, Matteo si chiede: “Esiste un modo per proteggere davvero i miei risparmi?”

La risposta è sì, e si chiama investimento nei mercati azionari. Se Matteo avesse superato le sue paure e investito i

Ruben Airini

Studente di Comunicazione Sociale Istituzionale

1 mese

Punti molto validi e utili per ogni risparmiatore. L'articolo chiarisce con esempi pratici come l'inflazione erode i risparmi lasciati inattivi. Investire nei mercati azionari, se fatto con una buona strategia, è una delle migliori soluzioni per affrontare questa sfida. Ogni risparmiatore dovrebbe prendere coscienza del rischio dell'inazione e agire di conseguenza.

Stefano Yuma

Siti Web, Grafica, Web Marketing, Social media, Comunicazione, e-Learning presso Yuma comunicazione

1 mese

Un punto fondamentale: il rischio maggiore non è investire, ma non investire. Le soluzioni conservatrici sono tentatrici, ma come l'articolo sottolinea, non proteggono realmente contro l'inflazione. È importante imparare a navigare le oscillazioni del mercato, mantenendo una strategia chiara e un orizzonte di lungo periodo. Grazie per questa riflessione, è un promemoria importante per tutti gli investitori.

Tommaso Galante

Studente presso Sapienza Università di Roma

1 mese

Ottimo articolo! Mi ha fatto riflettere sull'importanza di investire con una visione a lungo termine. L'inflazione è un nemico silenzioso e lasciar riposare i propri risparmi sul conto corrente non è più una strategia valida. Investire nei mercati azionari, se fatto in modo diversificato, è una delle soluzioni migliori per proteggere e accrescere il proprio capitale. Il tempo è davvero l'alleato più potente di un investitore!

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