SEI UN'AZIENDA FELICE?

SEI UN'AZIENDA FELICE?

Nella preminenza il fatto che tu possa restituire agli altri è una delle chiavi più importanti del tuo successo. Il tuo business ha senso perché onora questa legge fondamentale.

Nel libro "Le nove leggi spirituali per un business di successo" la settima legge riguarda la beneficenza ovvero l'opportunità che noi esseri umani abbiamo nel poter restituire parte dei nostri guadagni e di ciò che ricaviamo dalle nostre attività a favore della società stessa.

A prescindere dalle agevolazioni fiscali e dai maxi-bonus che le aziende possono usufruire quando investono a favore delle società no-profit, quando parliamo di beneficenza parliamo di una visione che ci porta all'essenza stessa dell'essere di beneficio agli altri e all'ambiente.

Intendiamoci, beneficenza non significa soltanto mettere mano al portafogli o fare un bonifico a favore di una giusta causa. Beneficenza significa essere attivi in quel flusso di abbondanza che nasce dalla presa di consapevolezza di appartenere ad un unico genere, quello che ci specifica come esseri umani e che ci rende interdipendenti gli uni agli altri su questo Pianeta Terra.

Riflettiamo assieme su questo: quanta soddisfazione provi tutte le volte che sei concretamente d'aiuto a chi può avere bisogno di te? Che carica di energia straordinaria si mette in circolo nel tuo corpo quando ripensi a tutto il bene che sei riuscito a realizzare? La vita non è forse donare il proprio contributo agli altri? Quanto impatta la tua generosità nella società? Ti rendi conto della grande forza che hai in te nell'essere nel flusso della preminenza?

Quando un'azienda illuminata si fa carico delle esigenze delle persone più fragili, delle comunità più bisognose o che sono in stato d'emergenza e si prende cura dell'ambiente non è forse da considerarsi come un'azienda preminente? Certo che lo è e sapendolo i propri clienti, ma anche gli stessi dipendenti e collaboratori, saranno maggiormente disponibili nei confronti dell'azienda stessa, talvolta partecipando in maniera diretta nelle iniziative caritatevoli altre volte sostenendo e in modi differenti il proprio brand, affezionati per gli stessi valori condivisi.

Nel mio libro pubblicato da ROI Edizioni nel capitolo dedicato alla settima legge spirituale, quella sulla beneficenza, racconto delle case history di grande successo che hanno permesso ai brands di creare una vera e propria community in cui dipendenti e clienti cooperano assieme per rendere possibile la missione scelta. Quando questo accade l'affiliazione che si crea stabilisce un rapporto difficilmente proponibile dalla concorrenza.

Fare beneficenza non solo contribuisce a migliorare le condizioni dei meno privilegiati, bensì rafforza anche i legami sociali e crea così società più solide e inclusive. Ne traggono quindi beneficio tanto i donatori quanto i riceventi. Le aree di possibile intervento sono innumerevoli: dalle crisi umanitarie alla protezione del patrimonio culturale e naturale, dalla sanità all'istruzione, dal diritto all'alloggio alla prevenzione degli abusi sui bambini. —Assemblea Generale dell'ONU, 5 settembre 2012 Giornata Mondiale della Beneficenza.

Ho collaborato con diverse aziende e multinazionali alle quali ho proposto di collaborare con associazioni straordinarie come ad esempio Rise Against Hunger che nello specifico si occupa di impacchettare razioni di cibo che poi vengono consegnate direttamente in quei Paesi in cui la fame e la malnutrizione ogni anno sono la causa di morte prematura di milioni di persone.

Quando il Team di RAH organizza l'evento di impacchettamento all'interno delle aziende ecco che i dipendenti partecipano ad un corporate building straordinario, collaborando tra di loro in una straordinaria gara di solidarietà. Rise Against Hunger trasmuta la beneficenza in un'opportunità senza precedenti che permette alle aziende di coinvolgere i team e i reparti nel fare e tutti assieme qualcosa di differente a beneficio di coloro che ricevendo quel pasto impacchettato all'interno dell'azienda riceverà conforto e sostegno vitale per combattere la propria malnutrizione. Quando l'azienda che ha sponsorizzato l'evento riceve nel corso dei mesi foto e filmati dei pacchi inviati e ricevuti nei paesi dell'Africa e dell'Asia ecco che tutte le persone coinvolte in quel Team Building, tutte quelle forse umane con cervello e cuore, diventano consapevoli che a fare la differenza è stata l'intenzionalità e la partecipazione attiva di ciascuno di loro.

Non soltanto fare beneficenza è necessario ma lo è anche generare una cultura di benessere in cui il flusso della prosperità si autoalimenta per virtù della generosità, dell'impegno sociale e civile e della gratitudine delle persone che collaborano all'interno delle organizzazioni.

Sei preminente quando comprendi che fare impresa e lavorare all'interno di un'impresa è fare del bene a chi quel bene lo attende senza avere la forza di poterlo chiedere e generare.

Il mio Maestro mi ha insegnato una profonda verità vedica: "Sono più sante mani che aiutano che labbra che pregano". Abbiamo la possibilità di agire a favore del bene. Nessuno sarà mai ricordato come un grande per ciò che ha preso o per ciò che ha deturpato in vita. Saranno ricordati coloro che davvero avranno un impatto concreto e reale nel miglioramento delle condizioni di vita e di quelle ambientali a favore dell'umanità. E le nuove generazioni vorranno sempre più fare affari e sceglieranno soltanto quelle aziende e quei brands che hanno compreso la grandezza dell'essere di beneficio agli altri. Chi non lo comprende sparisce senza lasciare traccia alcuna perché la mediocrità si autoestingue.

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