Smart Working divide le opinioni! Perché è una questione importante per gli imprenditori.
Perché attorno al tema Smart Working c’è un dibattito così divisivo.

Smart Working divide le opinioni! Perché è una questione importante per gli imprenditori.

Cosa si intende per Smart Working

Lo smart working è diventato un tema centrale nel mondo del lavoro, soprattutto dopo la pandemia di COVID-19. È importante fare una distinzione tra i vari termini spesso usati come sinonimi. Il termine "smart working" in Italia è stato utilizzato in modo estensivo per descrivere tutte le modalità di lavoro non tradizionali durante la pandemia. Tuttavia, esistono delle differenze significative:

  • Smart Working: È un approccio flessibile che non riguarda solo il luogo di lavoro, ma anche l'organizzazione e la gestione delle attività. Si concentra su obiettivi e risultati piuttosto che su orari e presenza fisica.
  • Home Working: Riferito specificamente al lavoro svolto dal proprio domicilio.
  • Lavoro da Remoto: Include tutte le attività lavorative svolte fuori dagli uffici tradizionali, che possono includere coworking spaces, caffetterie, o qualsiasi altro luogo idoneo.

Durante la pandemia, queste diverse modalità sono state spesso riassunte sotto il termine "smart working", anche se nella pratica molte esperienze rientravano più propriamente nel "homeworking" o "lavoro da remoto".

 

Perché attorno al tema Smart Working c’è un dibattito così divisivo.

Il dibattito attorno al tema dello smart working è diventato particolarmente divisivo, soprattutto a seguito delle esperienze vissute durante la pandemia di COVID-19. La questione della controtendenza post-pandemia, con molte aziende che spingono per un ritorno in ufficio, ha generato discussioni accese tra i sostenitori e gli oppositori di questa modalità di lavoro.

Da una parte, molti lavoratori che hanno potuto svolgere le loro mansioni in remoto durante la pandemia vedono il ritorno in ufficio come un passo indietro. Questi lavoratori apprezzano i benefici dello smart working, come una maggiore flessibilità, la riduzione dei tempi di pendolarismo e un miglioramento del work-life balance. Lavorare da casa ha permesso loro di gestire meglio il proprio tempo, dedicando più attenzione alla famiglia e agli interessi personali. La possibilità di lavorare in remoto è vista come un elemento fondamentale per il benessere personale e professionale.

Dall’altra parte, i datori di lavoro esprimono preoccupazioni riguardo alla produttività, alla collaborazione e alla cultura aziendale. Temono che il lavoro remoto possa portare a un calo della produttività, soprattutto a causa della difficoltà di monitorare il lavoro dei dipendenti. Inoltre, la mancanza di interazioni faccia a faccia può ridurre le opportunità di brainstorming e innovazione, elementi spesso favoriti dalla presenza fisica in ufficio. Un altro timore riguarda il burn out, poiché la mancanza di una chiara separazione tra lavoro e vita privata può portare i dipendenti a lavorare più ore del necessario, senza rispettare i confini tra lavoro e tempo libero.

In questo contesto complesso e in continua trasformazione, è essenziale che i datori di lavoro adottino misure strategiche per rispondere alle esigenze del mercato e dei dipendenti. Un approccio rigido al ritorno in ufficio potrebbe danneggiare il welfare aziendale e ridurre l'attrattività dell'azienda per i talenti.

Al contrario, un approccio flessibile, che preveda la possibilità di scegliere tra lavoro in presenza e remoto, potrebbe migliorare la soddisfazione dei dipendenti e la loro produttività.

Le aziende devono considerare la creazione di politiche di smart working che bilancino le esigenze organizzative con il benessere dei dipendenti. Questo potrebbe includere la definizione di obiettivi chiari e misurabili, l'uso di tecnologie per facilitare la collaborazione a distanza e la promozione di una cultura aziendale inclusiva che valorizzi il contributo di tutti, indipendentemente dal luogo di lavoro.

 

Pro e Contro nel sentimento comune

Il sentimento comune nei confronti dello smart working è divisivo. Da un lato, ci sono coloro che ne apprezzano la flessibilità e i benefici in termini di qualità della vita. La possibilità di lavorare da casa riduce il tempo trascorso in viaggio, permette una gestione più autonoma del proprio tempo e può portare a un miglior equilibrio tra vita lavorativa e personale. Inoltre, molti sottolineano come lo smart working possa contribuire a ridurre l'inquinamento e il traffico urbano, favorendo uno stile di vita più sostenibile.

Dall'altro lato, ci sono preoccupazioni significative.

Alcuni datori di lavoro temono che la mancanza di supervisione diretta possa portare a una diminuzione della produttività. La percezione di isolamento e la riduzione delle interazioni sociali sono altre criticità frequentemente citate, così come i problemi legati alla sicurezza dei dati e alla gestione del tempo. Inoltre, il trasferimento dei costi operativi (come l'elettricità e l'uso di spazi domestici) dai datori di lavoro ai dipendenti è un tema che genera molte discussioni.

Affrontare queste sfide è cruciale per un Innovation Manager che deve supportare gli imprenditori a implementare strategie giuste per favorire il processo di innovazione: in questo caso l’adozione dello Smart Working.

È necessario trovare soluzioni che possano mitigare le paure dei datori di lavoro, dimostrando che lo smart working, se ben gestito, può non solo mantenere ma anche migliorare la produttività e l'efficacia operativa.

Nel proseguo dell'articolo, analizzo alcune di queste paure evidenziando possibili strategie concrete per superarle, creando un ambiente di lavoro che favorisca sia il benessere dei dipendenti che il successo aziendale.

Let’s go!

Preoccupazioni e Soluzioni

  1. Mancanza di controllo - Timore di una riduzione della produttività senza supervisione diretta. Soluzioni: Implementazione di strumenti di monitoraggio della produttività accettate e condivise. Focalizzazione sugli obiettivi e sui risultati, anziché sulle ore di presenza.
  2. Isolamento e mancanza di coesione del Team - Perdita di interazione sociale e senso di appartenenza - Soluzioni: Promozione di eventi di team building virtuali e incontri periodici in presenza. Utilizzo di piattaforme collaborative per mantenere la comunicazione aperta e costante
  3. Problemi di Sicurezza e Privacy - Rischi legati alla sicurezza dei dati e alla privacy lavorando da remoto Soluzioni: Adozione di protocolli di sicurezza informatica robusti. Formazione dei dipendenti su best practices per la sicurezza online
  4. Difficoltà nella Gestione del Tempo e nella Separazione tra Vita Lavorativa e Personale - Confusione tra orario di lavoro e tempo personale, con rischio di burnout Soluzioni: Definizione di orari di lavoro chiari e rispetto delle pause. Creazione di spazi di lavoro dedicati e promozione di una routine lavorativa disciplinata
  5. Costi Aggiuntivi per i Dipendenti - Trasferimento dei costi operativi (energia, attrezzature) ai dipendenti Soluzioni: Offerta di contributi aziendali per coprire i costi aggiuntivi. Negoziazione di contratti che prevedano rimborsi per le spese sostenute dai dipendenti
  6. Impatto sulla Creatività e l’Innovazione - Timore che il lavoro a distanza possa ridurre le opportunità di brainstorming e innovazione Soluzioni: Facilitazione di sessioni di brainstorming virtuali e workshop online. Creazione di spazi virtuali dedicati all’innovazione e alla condivisione di idee

 

Conclusioni

Come descritto in precedenza adottare o meno politiche di smart working ha Pro e Contro, che obbligano a una seria riflessione. Da una parte un mercato del lavoro sempre più esigente e attento all’attrattività del posto di lavoro, dall’altro le esigenze dei datori di lavoro di avere ambienti di lavoro sani, produttivi e sostenibili.

Ottimo articolo. Ma partiamo da una constatazione: "l'argomento è divisivo". Perchè dovrebbe essere divisiva una modalità agile che permette alle aziende di risparmiare spazi e costi, e rendere i propri collaboratori più felici di poter lavorare da remoto? Dovremmo trovarci tutti d'accordo! E invece no, "è divisivo". E lo è perchè lo smart per molti è un ALIBI. E in Italia è anche un ottimo alibi (dico "in Italia" perchè noi siamo quelli capaci di fare lo smart al contrario: timbriamo per poi andare a fare servizi personali, la spesa, etc.). Perchè fare smart ci piace, ma non ci piace dover imparare a padroneggiare con strumenti tecnologici. Perchè ognuno ha un tasso di produttività estremamente personale, ma non sappiamo costruire le metriche che servono a distinguere, e quindi ci affidiamo alla "metrica per ruolo" e non alla "metrica per persona". Ed ancora: perchè scriviamo job profile ricchi di competenze da avere ma poi, sopratuttto al sud, c'è ancora chi dice "mettiti affianco al collega e impara". In un mondo ideale dovremmo essere in smart working, abili ed agili, responsabili e consapevoli. Nello stesso mondo dove non dovremmo pagare i servizi di pulizia stradale poiché nessuno butta carte per terra.

Ettore Venturelli

Aiuto gli imprenditori e commercianti a vendere online con un unico modello integrato Web + Logistica + Corrieri Espresso

7 mesi

Lo smart working è anche uno strumento per incentivare il lavoratore. Sicuramente deve essere regolamentato e controllato, ma un dipendente se ha la possibilità di usufruire del tempo per gestire anche delle attività personali più facilmente, sarà più predisposto a lavorare con impegno nelle ore di smart working. Inoltre se fosse una abitudine delle aziende ad offrire questa opportunità migliorerebbe la circolazione nelle grandi citta, e l'inquinamento ecc.. Il dipendente deve dimostrare che il suo impegno è sempre costante e lavorare da casa non modifica il suo atteggiamento verso l'azienda.

Ruggero Visconti

Associate Partner di yourCEO | Fractional Executive | Senior Business Advisor | General Management | Internazionalizzazione | Business Strategy | Integrazione

7 mesi

Ottimo articolo, Alessandro! La tua analisi sullo smart working mette in luce aspetti cruciali che spesso vengono trascurati. Una riflessione che si potrebbe aggiungere è sul concetto di "collaborazione asincrona". Spesso pensiamo alla collaborazione come qualcosa che deve avvenire in tempo reale, ma, in determinate realtà, lo smart working offre l'opportunità di sfruttare la diversità dei fusi orari e dei tempi personali per creare un flusso di lavoro continuo e globale. 

Massimo Marchetti

Senior automation engineer, PLC/HMI/Motion programmer

7 mesi

L'idea di lavorare per obbiettivi è effettivamente stimolante e sono certo favorisca la produttività. Il problema però è capire se cambia la retribuzione, ovvero se non raggiungo gli obbiettivi nei tempi stabiliti vengo pagato meno? Fino ad ora si è stati pagati ad ore, e si stava x ore in ufficio, può piacere o meno ma così era. Se adesso passiamo al nuovo paradigma lavorare per obbiettivi ed essere pagato sempre la stessa cifra a prescindere che lo raggiunga o meno, bè, la cosa cambia.

Alessandro Pancia

Leadership Trainer & Executive Coach | Massimizza il potenziale della tua Azienda/Impresa e raggiungi il Successo che ti meriti!

7 mesi

La chiave sta nel bilanciare le esigenze dei dipendenti con quelle dell'organizzazione, un equilibrio non sempre facile da trovare.

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate