Spazi metafisici

Spazi metafisici

Come si approccia uno spazio per far emergere l'aspetto concettuale? Si lavora fuori dalla dimensione spazio tempo, giocando con il sogno, le visioni oniriche e le forme geometriche. 

METAFISICA cosa significa?

La metafisica fa parte del mondo della filosofia, si interroga su ciò che considera eterno, assoluto. 

Lontano da quello che riguarda la descrizione del mondo basato sull'esperienza e sulla mutevolezza.

Lontano da tutto ciò che ha origine dalla percezione che ognuno di noi possiede.

Significa andare oltre a una descrizione della realtà del qui e ora, per lavorare su un piano più concettuale, sempre valido nonostante i cambiamenti di mode, cultura e storia.

Cosa contraddistingue il pensiero metafisico? 

La sua essenzialità, il suo andare al nocciolo della questione senza orpelli a distoglierci dal trovare il senso più alto dell'essere.

Nella storia dell'arte italiana nel '900 fa capolino la pittura metafisica, di cui furono grandi promotori Giorgio de ChiricoAlberto Savinio(pseudonimo di Andrea de Chirico, fratello del più celebre Giorgio, Carlo Carrà e Giorgio Morandi.

 

Ciò che caratterizzava la pittura metafisica erano:

- una prospettiva falsamente reale, perché nonostante sembrassero delle rappresentazioni con punto di fuga centrale, in realtà erano presenti punti differenti che sfasavano volutamente la realtà

- l'assenza dell'uomo. Sono presenti solo oggetti, edifici, manichini, statue, ma nessuna rappresentazione umana che possa ricollegarsi a qualcosa di terreno e veritiero.

- la stesura del colore a tinte piatte e ombre allungate.


La pittura metafisica troverà fermento e sviluppo intorno al 1916, divenendo Ferrara luogo di incontro e scambio culturale fra vari protagonisti. 

Per altro, proprio in provincia di Ferrara, esiste un paese di nome Tresigallo, che è chiamata la città metafisica. Unica nel suo genere e rappresenta il pensiero metafisico attraverso l'architettura.

Le foto che vedi in questa newsletter le ho fatte io durante la giornata dedicata all'apertura straordinaria di luoghi ricchi di storia e bellezza, come l'ospedale e il distretto industriale.

Nelle architetture ritrovi l'essenzialità e la forza dei volumi geometrici. Monoliti si stagliano contro un cielo azzurro, un'infinita ripetizioni di archi contraddistinguono il porticato che accoglie piccole botteghe, scritte evocative hanno il carattere stretto e allungato degli anni Venti del secolo scorso.

La mia preferita è SOGNI. 

Proprio il sogno è la parola chiave del progetto di rebranding degli spazi e dell'immagine di uno storico negozio in provincia di Verona. 


I quadri di De Chirico mi hanno ispirata per progettare gli spazi allestitivi di uno store che vende prodotti di diverse aree merceologiche: cancelleria, didattica, eventi e cerimonie e soluzioni per ufficio.

Ho sviluppato il concept mettendo al centro la persona, vera protagonista degli spazi del negozio, unitamente ai valori del brand. 

Cura, relazione, sostenibilità si fondono all'idea di creare una piazza. Il negozio è visto dai clienti come luogo di incontro, scambio, gentilezza, non solo un luogo di acquisto.

Desideravo che le persone entrando nello store vivessero un sogno, uscendo dalla quotidianità, che ritrovano già con i prodotti di vendita. Gli oggetti sono tangibili, sono reali, risolvono necessità e bisogni delle persone.

I sogni incuriosiscono le persone, alimentano la volontà di capire, smuovono emozioni entrando nella dimensione dell'immaginazione e della fantasia. Il mondo del sogno non è tangibile, è nella nostra mente, appare inaspettato e ci meraviglia.


Gli allestimenti manifestano se stessi nella loro essenza, sono geometrie che fanno da fondale e da quinte. 

Metterò in scena i prodotti, inserendoli in un contesto inaspettato, non riconoscibile in natura, per raccontare spazi senza tempo.

Questo è l'insegnamento che ho tratto dalla Metafisica: andare oltre alla rappresentazione e alla funzione. Lavorare sulla poetica e sull'introspezione soggettiva, aiuta la connessione tra le persone in maniera più profonda e lontana dalle dinamiche prettamente commerciali. Portando lo sguardo verso qualcosa d'indefinito e concettuale.

Ai giovani consiglierei una pittura che ritorni alla realtà poetica, vale a dire una realtà interiore.

Carlo Carrà


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