Spotify: la rivoluzione del mercato musicale.
E’ innegabile che lo streaming musicale abbia rivoluzionato il nostro modo di ascoltare musica, in particolare da quando Spotify è entrato in pianta stabile nelle nostre vite.
I creatori sono stati in grado di analizzare e risolvere i punti di debolezza dei competitors realizzando una piattaforma dai costi sostenibili che al contempo garantisse i diritti alle major, accordo necessario per la sopravvivenza tanto della piattaforma quanto del mercato discografico.
In quegli anni infatti in cui il mercato dei dischi fisici era in crisi e le case discografiche erano alla ricerca di nuove strategie per essere vicine ai bisogni delle nuove generazioni di ascoltatori, Spotify si è posta come la piattaforma giusta, al momento giusto.
Ha trovato il suo posto e la sua fortuna al centro tra l’esperienza di ascolto di Napster e quella di iTunes: La start-up svedese si proponeva infatti di distribuire musica all’istante, con audio di alta qualità, senza download e in maniera del tutto legale. Napster consentiva agli utenti di scaricare e condividere la musica senza però compensare i titolari dei diritti, mentre iTunes Music vendeva legalmente tracce in digitale al costo di 2$ a traccia.
E’ stata poi in grado di assecondare i cambiamenti del mercato e introdurre strategie efficaci sia al raggiungimento di un largo numero di utenti che alla loro fidelizzazione. Un esempio vincente è stato il co-branding con Facebook, il quale ha permesso all’azienda di raggiungere un milione di nuovi utenti in pochi giorni rendendo l’iscrizione al servizio intuitiva e introducendo un bisogno fino ad allora sconosciuto: rendere social la musica.
Quello che realmente contraddistingue Spotify dalle altre piattaforme è infatti la capacità di soddisfare in maniera semplice e intuitiva i bisogni degli utenti e talvolta crearne di nuovi, ad esempio il bisogno di conoscere nuova musica senza fare particolari ricerche.
Sulla scia di questa mission negli anni la piattaforma svedese ha investito notevolmente nello sviluppo tecnologico, allo scopo di migliorare sempre più l’esperienza di ascolto attraverso l’implementazione di funzioni che permettono all’utente di vivere un’esperienza personalizzata. Attraverso la funzione “Discover weekly” ad esempio, ogni lunedì Spotify permette agli utenti di scoprire nuova musica basata sulle proprie preferenze di ascolto. Per mezzo di questa ed altre funzionalità successivamente introdotte, basate sulla creazione di appuntamenti settimanali, Spotify ha conquistato un posto fisso nella routine degli utenti.
Lo scorso 27 Gennaio il sito Music Business World Wide ha reso nota la notizia di un brevetto appena approvato che consentirebbe all’applicazione di captare le emozioni degli utenti per proporre brani e altri contenuti, come i podcast, in linea con il loro umore.
L’azienda ha previsto le critiche e ha preventivamente dichiarato che, se questa funzionalità sarà implementata, avverrà nel rispetto della privacy degli utenti.
Tuttavia, alla luce della crescente attenzione da parte degli utenti per la propria privacy e della paura che la parola algoritmo genera ogni giorno, questa mossa porterà l’azienda ad un livello ancora superiore o ne decreterà il fallimento? Staremo a vedere, io nel mentre vado a scoprire la mia Discover Weekly.