Strage di Piazza Fontana e coinvolgimento dell'MI6
Fonti Desecretate e Utilizzare
Il contesto storico degli "Anni di Piombo"
Gli "Anni di Piombo" (1969-1988) costituiscono una fase cruciale della storia italiana, segnata da un'intensa violenza politica, terrorismo e una crescente instabilità sociale. Questo periodo, caratterizzato da uno scontro ideologico tra fazioni estremiste di destra e sinistra, si sovrapponeva al clima della Guerra Fredda, amplificando le tensioni interne in un contesto internazionale dominato dalla contrapposizione tra blocchi. In Italia, l'interferenza delle superpotenze non era solo evidente, ma rappresentava una componente strutturale nella configurazione degli equilibri politici e sociali. Ogni dinamica interna, sia essa politica o sociale, era influenzata dalla logica geopolitica globale, in cui l'Italia giocava un ruolo di primo piano.
La posizione strategica dell'Italia, ponte tra l'Europa occidentale e il Mediterraneo, la rese un'area di competizione tra le principali intelligence internazionali. La sua adesione alla NATO, unita alla presenza del più grande Partito Comunista dell'Occidente (PCI), creò una tensione permanente che richiedeva una costante attenzione da parte delle potenze occidentali. Sebbene molti eventi degli "Anni di Piombo" siano stati attribuiti a gruppi locali come le Brigate Rosse e Ordine Nuovo, documenti desecretati rivelano un coinvolgimento esterno, ampliando ulteriormente la complessità di questa fase storica. In questo contesto, emergono indicazioni sul ruolo del MI6 britannico, della CIA americana e del KGB sovietico in eventi chiave come la strage di Piazza Fontana e il rapimento di Aldo Moro, configurandoli come episodi di un gioco geopolitico più ampio.
Evento: Il caso della strage di Piazza Fontana
Il 12 dicembre 1969, un'esplosione devastò la Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano, causando 17 morti e 88 feriti. Questo evento, riconosciuto come il punto di partenza degli "Anni di Piombo", segnò l'ingresso dell'Italia in una nuova era di terrorismo politico. L'attentato, orchestrato con precisione per massimizzare il numero di vittime, rappresentò un momento di svolta nella percezione pubblica della sicurezza nazionale.
Le indagini iniziali portarono all'arresto di anarchici, tra cui Giuseppe Pinelli, la cui morte durante un interrogatorio sollevò sospetti di abuso di potere e alimentò una profonda sfiducia nelle istituzioni. Successivamente, l'attenzione si spostò su gruppi neofascisti, suggerendo un coinvolgimento nella cosiddetta "strategia della tensione". Questo piano, basato sull'uso del terrorismo per generare paura e giustificare un ritorno a politiche autoritarie, mirava a destabilizzare il paese manipolando l'opinione pubblica.
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La dimensione internazionale di Piazza Fontana è emersa con forza dai documenti desecretati nel 2023, i quali evidenziano un interesse diretto del Regno Unito negli eventi italiani. Questi rapporti indicano come il MI6 britannico abbia monitorato da vicino le indagini, favorendo narrative che minimizzassero il coinvolgimento di gruppi neofascisti in favore di accuse contro la sinistra radicale. La strage di Piazza Fontana non fu solo un attacco contro lo stato italiano, ma un episodio che attirò l'interesse delle principali intelligence globali, ciascuna con obiettivi specifici e non dichiarati.
Unclassified: Connessioni britanniche agli "Anni di Piombo"
I documenti desecretati del Foreign Office e del MI6 rivelano il ruolo strategico che il Regno Unito attribuiva all'Italia come "fronte critico" nel contenimento dell'influenza comunista in Europa occidentale. Un memorandum del 1971, originariamente classificato come "Top Secret" e reso pubblico dopo 50 anni, espone chiaramente le intenzioni britanniche di intervenire, se necessario, per preservare l'ordine filo-occidentale in Italia.
Un estratto del memorandum recita:
"L'Italia rappresenta un punto critico nel fronte occidentale. Qualsiasi successo del Partito Comunista Italiano (PCI) comprometterebbe l'equilibrio geopolitico. Operazioni coperte dovrebbero includere il supporto a elementi conservatori e, se necessario, sfruttare eventi destabilizzanti per delegittimare il PCI e i suoi alleati."
Questo documento non solo conferma la consapevolezza britannica dell'importanza geopolitica dell'Italia, ma suggerisce un approccio proattivo nell'orientare gli sviluppi politici del paese. La "strategia della tensione" si inserisce in questo quadro come uno strumento funzionale a contenere l'ascesa del PCI. La strage di Piazza Fontana viene citata come esempio paradigmatico di come atti terroristici possano essere sfruttati per manipolare l'opinione pubblica.
Ulteriori rapporti indicano che il MI6 intratteneva rapporti diretti con elementi neofascisti italiani, utilizzandoli come intermediari per attuare operazioni "false flag". Parallelamente, il coinvolgimento dell'intelligence britannica nei servizi segreti italiani (SISMI e SID) rafforzava il controllo sugli apparati di sicurezza, orientandone le indagini verso direzioni coerenti con gli interessi strategici della NATO. Questa infiltrazione solleva questioni sul grado di autonomia del sistema italiano e sul peso delle pressioni esterne nel determinare le dinamiche interne.
Conclusione: L’impatto degli unclassified sugli eventi
I documenti desecretati offrono una prospettiva inedita sugli "Anni di Piombo", rivelando il coinvolgimento indiretto ma significativo del Regno Unito nella politica italiana. Questi rapporti delineano un quadro in cui la "strategia della tensione" fu parte integrante di un disegno internazionale volto a preservare l'ordine occidentale durante la Guerra Fredda. Eventi come Piazza Fontana non devono essere considerati solo espressioni di conflitti interni, ma anche come manifestazioni di dinamiche geopolitiche più ampie.
L'apertura degli archivi non solo illumina le responsabilità del MI6 e dei suoi alleati, ma invita a una riflessione critica sul ruolo delle democrazie occidentali nel condurre operazioni clandestine per perseguire interessi strategici.
Promoter presso CLUB B2B ADRIO-BALTICO
1 settimanaCome mi diceva il Gen. Vito Miceli : bisogna investigare su chi fornisce e custodisce tutto questo esplosivo!