Studio e lavoro, un legame duraturo
Sia da studente di liceo, sia all’università, ho sempre pensato che non vedevo l’ora di entrare nel famoso mondo del lavoro, per poter iniziare finalmente a “fare”, smettendola di studiare. Appena ho iniziato a lavorare, invece, mi sono reso conto che lo studiare rimaneva un elemento indispensabile per potersi distinguere sul lavoro. Ho continuato così a studiare, e, forse, anche con più passione e impegno che non all’università, per le seguenti ragioni.
La prima è che era necessario, in quanto il mondo delle negoziazioni, della consulenza in comunicazione strategica e delle soft skills è così ampio e complesso che solo con uno studio quotidiano si riesce a governare al meglio certe dinamiche senza esserne sopraffatto.
Il secondo aspetto è che è un punto di differenziazione sul mercato unico, in quanto sono realmente pochissime le persone che investono tempo, soldi ed energia per formarsi, ignoranza che si rispecchia poi sulle soluzioni presentate. Qualche tempo fa, ad esempio, il mio team ed io abbiamo iniziato un percorso di Change Management in un’azienda nella quale era stato svolto un percorso di formazione sulla leadership basato su concetti obsoleti e su un modello centristico ed autoritario degli anni Settanta che, ovviamente, non trova più spazio in una società liquida e con valori diversi come quella attuale.
La terza ragione, forse quella che sto riscoprendo sempre di più, è che lo studio aiuta a innamorarsi del proprio mestiere. Mi permetto di riportare un aneddoto personale per essere più chiaro. Quest’anno ho insegnato “Comunicazione strategica nella medicina moderna” agli alunni di Medicina del primo anno all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. Mi sono state affidate due classi a cui avrei dovuto tenere consecutivamente l’intero corso, che verteva sugli stessi argomenti. Finito il corso alla prima classe abbiamo raccolto i feedback, che sono risultati essere molto positivi. A quel punto mi è tornato in mente un dato che era emerso dal consiglio di facoltà svolto qualche tempo prima, in cui si diceva che gli alunni che avevano frequentato dal secondo corso tenuto da un professore ottenevano agli esami risultati nettamente inferiori a quelli della prima classe.
Dopo una breve ricerca si era scoperto che le classi erano state composte casualmente e che la principale ragione della peggiore performance della seconda classe era dovuta al fatto che i professori per quest’ultima tenessero delle lezioni oggettivamente meno interessanti. Per non cadere nello stesso tranello mi sono preso una giornata e, assieme ai miei collaboratori, ho stracciato il 50% delle slide e delle esercitazioni utilizzate durante il primo corso, invitandoli a co-progettare con me una nuova modalità per presentare i contenuti, attraverso lezioni frontali o esercitazioni. Ci siamo messi così a studiare, cosa che ha permesso a me e al mio team di riscoprire che l’ambito della comunicazione strategica è potenzialmente infinito, in quanto studia come le persone interagiscono fra loro.
Posso affermare, senza dubbio, che il secondo corso è stato più interessante, perché non era una semplice copia del primo, ma frutto di un lavoro di rielaborazione durante il quale io in primis ho potuto fare nuove esperienze dei contenuti che ho in seguito spiegato. Possiamo quindi concludere che studiare è e rimane un lavoro fondamentale per l’uomo e il fatto che lo si apprezzi veramente una volta adulti testimonia la sua natura realmente intrigante.
PhD researcher @Unimib | Research focus: Organizational change, Unlearning, Digital transformation
4 anniEsiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza. - Socrate Indi per cui, riprendendo la sua domanda, risponderei più tempo possibile mantenendo un buon equilibrio con tutti gli altri aspetti della vita. L’estremo è sbagliato in ogni sua manifestazione e allo stesso tempo una visione onnicomprensiva permette di raggiungere una consapevolezza più profonda, sfaccettata e interessante della realtà che ci circonda e in cui siamo immersi.
Io ho conseguito il dottorato lavorando, poi un LLM e ora l’EMBA!
Luiss Guido Carli e Luiss Business School - Esperto certificato in Pianificazione e Controllo
4 anniLuca Brambilla La cultura non è un regalo e la conoscenza è frutto di una faticosa conquista che nessuno può compiere al posto nostro. Chi è povero di cultura, è povero anche di relazioni e forse anche di sogni. E una vita senza sogni, non porta molto in avanti. In fondo in fondo studiamo per la vita.
Tutta la vita, lo studio è arricchimento
Sigit Spa member of Sigit Oman Automotive Group (SOAG)
4 anniQuesto post casca a pennello e i vari commenti mi incoraggiano parecchio...sono iscritto all università nonostante lavori a tempo pieno e ho una famiglia...certo non è sempre facile far conciliare il tutto...alcune volte vorrei gettare la spugna...ma come qualcuno disse "il successo appartiene a chi non si arrende davanti ai fallimenti" grazie per i commenti incoraggianti