Sulla Leadership. Riflessioni
“I leader passano, il tema della leadership resta... Si assiste a tanta fragilità di leadership”, scrive G. P. Quaglino.
Ancora oggi, possiamo confermare, sia una questione molto dibattuta, discussa e studiata.
Se ne parla da circa trent’anni, ma tante sono ancora le domande che ci poniamo e ci sono poste.
- Leadership e talento sono correlati?
- E leadership e QI?
- Quale supporto dell’Intelligenza Emotiva?
- Che modello di business favorisce la leadership?
- Cosa fare per diventare il miglior leader?
- La Leadership è innata o si sviluppa?
Una prima riflessione che porto in campo è: “Leadership, strumento o talento (dote)”?
Le risposte che ho ascoltato non sono state sempre univoche. La risposta che spesso ho dato: “è entrambe le cose”.
Fissiamo la premessa che ci comportiamo in relazione al raggiungimento di obiettivi definiti. Per poter raggiungere gli obiettivi dobbiamo individuare e pianificare una serie di step, ognuno dei quali ci richiede di attivare una qualche competenza (cognitiva, comunicativa, relazionale, emotiva o tecnica). Alcune saranno per noi più comode e naturali, altre sanno un po’ più assopite e bisognerà risvegliarle o riconoscerle. Con fiducia, esercizio, monitoraggio e lavoro su di sé innanzi tutto.
Tutto questo “lavorare per poter fare” è per me collocabile nel “box talento”.
Quanti più box talenti ho accumulato, tanto più sarò capace di orientarmi nei contesti e nelle situazioni più svariate che mi si possono presentare. Le Aziende sono tanti microcosmi differenti gli uni dagli altri nei loro aspetti esistenziali.
Da un punto di vista strutturale, funzionale e/o di business possono essere simili. Ma poi ci sono la storia, i successi, i fallimenti, gli atteggiamenti e soprattutto la “popolazione umana”, diversa da “cosmo a cosmo”.
Oggi assistiamo forse ad uno dei momenti più interessanti di “ciclo di vita” organizzativo. Non solo in termini economico –finanziario, ma anche generazionale. Possiamo trovare organizzazioni in cui convivono fino a cinque differenti generazioni, ognuna con le sue caratteristiche – comportamentali e motivazionali – differenti.
In questa diversity di comunità, quale leadership?
- Liquida
- Agile
- Empatica
- Solidale
- Sostenibile
- Situazionale
- Direttiva
- Ispirazionale
- Inclusiva
- Smart
- Fidelity
- …
Certamente è fondamentale ricordare e attivare i “box talento”, quelli che ci permetteranno di conoscere e riconoscere il contesto. Successivamente scegliere lo strumento (tra cui “leadership”) – o gli strumenti - più funzionali agli obiettivi che voglio raggiungere.
Un momento di studio decisivo per gli studi sul tema è stato negli anni 80 con B. Bass e “la leadership trasformazionale”, a cui dare il merito di:
“aver eliminato ogni equivoco possibile nel definire la differenza tra capo e leader. O meglio tra fare management e fare leadership, agire da manager, agire da leader. Potremmo dire che la leadership inizia dove il management finisce” (Quaglino, 2019).
Da questa prospettiva il management è il metodo, la metodologia, il processo, mentre la leadership è l’azione, il fare, l’energia con positività, propositività, intuizione e visione.
Come dico spesso io personalmente in aula o in conversazione: “il management forma la leadership trasforma”, adducendo – in questo caso – alla leadership lo stesso “spirito funzionale” della psicologia.
Sono pienamente in accordo con questo pensiero e queste osservazioni.
La leadership è cultura, società, relazione e persone. Se non si chiarisce questo aspetto si continuerà a ricercare compulsivamente modelli “all’ ultimo grido” da proporre al mercato, ma con il rischio di perdere di vista il centro (core).
Grazie per l'attenzione
Sefora Rosa