Te la do io l'America
I quattro "FRAMAGGI" mi hanno dato i brividi.- Ci ho messo un po' a capire che '"ANTIPASTA" non era una protesta contro i carboidrati.

Te la do io l'America

Mi sono trasferito in America con armi e bagagli per lavorare alla Travaini Pumps USA circa nove anni fa.

Quello che ho apprezzato subito di questo paese è come gli americani amano il loro paese con tutto il loro cuore e la loro anima. Lo vedi subito dalle bandiere che sventolano ovunque.

E poi sono pratici, “poche balle!”. Quando sono arrivato qui, appena dopo il tracollo finanziario del 2008, il paese era traumatizzato, l’economia era per terra. La prima lezione che ho imparato è venuta dall’esempio concreto, sistematico, applicato a livello di paese, del pragmatismo invece della lamentela. Anziché crogiolarsi nelle proprie sfortune e cercare colpevoli e scuse per non dover mettersi troppo in gioco, l’atteggiamento che ho visto negli americani che ho conosciuto, soprattutto nelle persone che lavorano con me, è stato di concreto pragmatismo: “se c’è un problema, grande o piccolo, ci sarà anche un modo per risolverlo. Quindi non perdiamo tempo e mettiamoci a lavorare”. Molto raramente ho sentito dire “è colpa di questo o di quello”.

C’è positività tangibile in tanti aspetti del quotidiano. Un esempio per tutti: l’approccio al customer service è stupefacente. Puoi portare indietro al negozio un prodotto di cui non sei piu' tanto sicuro, per qualsiasi motivo, e te lo cambiano. Basta avere lo scontrino (a volte anche senza) e non ti faranno storie. E se l'oggetto e' difettoso non cercano di darti la colpa. Ti rimborsano il prezzo e avanti il prossimo. Non possono mica rischiare che tu gli scriva una “review” negativa sui social media e che poi diventi cliente di un concorrente!

L'opinione che hanno di noi Italiani è in generale molto elevata. Più che a “mafia, spaghetti, mandolino”, oggi gli Italiani sono associati ad Armani, Ferrari, Maserati, Versace, ma anche a Giovanni Rana e …Prosecco! Sì, I vini italiani hanno conquistato ampio spazio nelle carte dei ristoranti. Quello che è Italiano é considerato in generale di buona fattura e di superiore qualità. E vale sicuramente anche per i nostri prodotti del gruppo Pompetravaini. Questo per me è un piacere immenso e mi fa pensare con gratitutine a tutti gli italiani che ogni giorno, con fantasia e impegno fanno bene il loro lavoro.

Ci sono anche tante cose diverse che faccio fatica a superare.

Sono nato e ho vissuto a Piacenza per molti anni. Alla sera prima di cena, raramente rinunciavo alla passeggiata in centro, occasione per moversi e per incontrare gli amici. Qui, nelle città della provincia americana, le piazze o le vie del passeggio in generale non esistono o sono lontane da dove la gente abita. In molti quartieri residenziali non ci sono neanche i marciapiedi: non servono perchè tutti, invece di camminare (a molti farebbe bene e li terrebbe un po’ più magri), usano la macchina per andare a fare le spese o andare al ristorante o a trovare gli amici.

Il fast food: difficile da digerire. Ci sono peraltro aspetti vantaggiosi. Come il free refill: ordini cheeseburger e bibita e puoi riempirti il bicchierone quante volte vuoi, senza pagare un cent in più. In Italia sarebbe impensabile ... la gente entrerebbe da McDonald con le damigiane!

Sì, sono italiano e mi manca la pizza italiana.  Quella americana? Bisogna essere molto selettivi e trovare il “posto giusto” (raro): facilmente quello che ti portano è un untuoso impiastro malcotto, sovraccarico di sugo dolce, formaggio indefinito, e aggiunte improprie (pollo, ananas?!?).

I nomi dei cibi italiani poi li usano da far rabbrividire. La bruschetta si pronuncia “bruscetta”. Il prosciutto, se va bene, te lo scrivono “proschiutto” e le fettuccine diventano “fettuccini”. Molto spesso, il sapore di quello che ti servono va di pari passo con la mala ortografia. Il “panino”, al singolare, non esiste: “one panini ... two paninis”. Qualche giorno fa ci sono cascato anch’io, e ho ordinato “two paninis” (sì, con la “s” alla fine!). Quando me ne sono reso conto ho sentito di dover chiedere scusa in cuor mio a Dante, al Manzoni, a mio fratello e a tutti gli Italiani.

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