Toscani, Morandi e Benetton
Dopo la dichiarazione di Oliviero Toscani, su Rai Radio 1, riguardante il Ponte Morandi, penso siano necessarie alcune considerazioni. Tutto è iniziato parlando delle sardine. Toscani durante l'intervista dichiara che considera gossip, il parlare del fatto che alcuni rappresentarti di questa organizzazione siano stati immortalati in una foto assieme a lui e a Luciano Benetton. Già in questa parte dell'intervento alla radio, il fotografo "di famiglia" giudica non civile chiunque non consideri positiva l'azione delle sardine. Siamo al solito chi non è con me è contro di me.
Incalzato dal conduttore radiofonico, cercando di dimostrare che non tutti coloro che sono azionisti di una società (nel caso specifico Autostrade per l'Italia) hanno responsabilità per l'operato di tali società, finisce per generare la disapprovazione del conduttore della trasmissione "un giorno da pecora", tanto che egli domanda al fotografo se non si fossero posti la domanda che ci potesse essere il rischio di un accostamento da parte del pubblico della foto con Benetton e le sardine, alla sciagura del crollo del ponte Morandi, a Genova, che causò la morte di 43 persone nel 2018. A questo punto la frase choc di Oliviero Toscani "ma a chi volete che interessi del crollo di un ponte".
Nonostante le tardive scuse di Toscani, che aveva in seguito dichiarato che le sue parole sono state travisate (forse poi si è riascoltato) egli ha in fine dichiarato “Mi scuso. Di più: ho vergogna anche di scusarmi. Sono distrutto umanamente e profondamente addolorato”. Ma la polemica non si placa. Sui social impazza l'hashtag #anoiinteressa, e tutti gli opinionisti dicono la loro.
Il punto però secondo me è un altro. Fino ad oggi personaggi come Toscani, ma anche come Farinetti proprietario della catena Eataly, per non parlare dei numerosi attori, comici, e sedicenti influencer di area progressista, hanno avuto un appoggio totale di un determinato partito politico, pur dichiarandosi questo partito, contro un certo tipo di linguaggio e un certo modo di fare politica. Le Sardine, hanno attaccato alla luce del sole, un politico, ma si, diciamolo il nome, Salvini, non per le idee politiche, ma per il modo in cui si pone al pubblico.
Questa è un'azione condivisibile dal mio punto di vista, tutti vorremmo un clima più sereno, dove si parla di programmi, di idee, di posizioni politiche, pacatamente, non dico come nei confronti politici trasmessi dalla Televisione della Svizzera Italiana, ma, almeno senza insulti e azioni "paramilitari" durante la campagna elettorale, che in italia dura come il Natale, sei mesi prima e sei mesi dopo.
Ma allora, dato che il personaggio in se, (Toscani) ci ha da tempo abituato ad un linguaggio sempre oltre le righe, per non dire ingiurioso e volgare, perchè partecipare ad un incontro dove egli era presente? La comunicazione violenta è lecita solo se a sinistra mentre è da fermare se viene da destra? Pare proprio essere questa la filosofia delle Sardine, ed in questo clima, la polarizzazione sui metodi più che sui temi, porta inevitabilmente ad un imbarbarimento, una regressione non solo della politica, ma dell'intera società civile. Altro che hater sui social, qui c'è un problema ben più grave, la politica, TUTTA, deve tornare ad essere un servizio per i cittadini, non un prodotto da vendere a suon di urla battute e insulti. Questo dovrebbe valere per Salvini, ma ancora prima per le sardine, per l'area progressista tutta, e per il movimento 5 stelle, che dell'insulto e del turpiloquio ha fatto la propria (ex) fortuna politica.