Fase 2 e riapertura scaglionata nel mondo economico concorrenziale
Non prendiamoci in giro, viviamo in un mondo altamente concorrenziale, dove se lavori tu, non lavoro io. Dove il maggiore successo di una azienda, è rubare un grosso cliente ad una azienda concorrente.
È in questo clima che dovrebbe ripartire la fase due, prima alcune regioni, poi altre, ultime a poter riaprire, Lombardia, Veneto e le maggiori regioni del nord, ovvero le più colpite dell’epidemia del Covid-19. Tutto giusto per carità, la salute prima di tutto, anche se a dire il vero, chi è cardiopatico ha visto tutti i propri esami di routine saltare, chi faceva la chemioterapia stessa cosa, e persino chi aveva bisogno urgente del dentista ha dovuto desistere. Giusto per fare qualche esempio.
Ma quando parliamo di riaprire le aziende, scagionando per singole regioni le aperture, non possiamo non pensare che alcune aziende coglieranno al balzo un’opportunità del genere, e finirà che chi apre per primo, prenderà commesse e clienti di chi è ancora chiuso, e si sa, in questi casi, poi è difficile recuperare.
Siamo davanti ad una crisi senza precedenti, è logico che si si muova in ordine sparso e senza la minima idea di come ripartire, ma già le nostre aziende dovranno subire la concorrenza di quelle nazioni che non hanno mai chiuso, un’eventuale concorrenza sleale dovuta ad aperture scaglionate per regione e regione potrebbe portare a conseguenze impensabili, perciò sarebbe opportuno, con le giustissime precauzioni, riaprire tutti e subito.
Certo, non i cinema e le discoteche, non teatri e musei, ma almeno le aziende che producono prodotti che hanno una forte concorrenza di mercato, gli artigiani, i liberi professionisti, devono poter riaprire insieme, altrimenti ci sarà una disparità tale da mettere a rischio tutto il sistema paese.