'Trend topic'​, molto trend poco topic.
Aristotele, filosofo.

'Trend topic', molto trend poco topic.

Aristotele, quel gran figo di un filosofo, in tempi non sospetti sosteneva che

siamo quello che facciamo ripetutamente. L'eccellenza non è dunque un atto, ma un'abitudine’

sottolineando il concetto che eccellere è un processo DINAMICO e che occorre perseverare per raggiungere l’eccellenza e perseverare ancora per mantenerla.

Leggo da qualche tempo qui su LinkedIn e nei blog di settore, sempre gli stessi trend topic….mi sembra che i temi, gli argomenti ‘di successo’ rimangano sempre più o meno gli stessi.

Ho fatto caso a questa ‘fissità’ di argomentazioni e post al rientro dalla mia pausa maternità…A scorrere i feed della giornata, sembra di vedere un episodio di una di quelle vecchie soap opera che si ripetono, sempre uguali a se stesse nel tempo.

Per me LinkedIn doveva essere una specie di piazza inter pares, dove ciascuno costruisce la sua rete professionale e da questa mutuamente dà e acquisisce valore per il suo lavoro: sia questo valore immateriale,come informazioni e formazione, o materiale, come ad es. fare rete.

Il tutto sempre finalizzato ad accrescere il valore delle imprese per le quali collaboriamo o di cui siamo a capo.

Allargando la riflessione, mi sono chiesta allora cosa fosse per me il valore per un’impresa oggi, in tempi così turbolenti, difficili e che necessitano, invece che di fissità, di mutamenti e aggiustamenti costanti.

Nel cercare qualche risposta, del tutto personale, limitata e frutto della mia esperienza, mi sono accorta che la lista dei miei trend topic è abbastanza distante da quelli in giro per la rete.

Oggi va di moda essere ‘visibili’, la parola chiave è 'comunicare', ma forse crea maggior valore per un’ impresa porsi, oltre a legittimi obiettivi di visibilità mediatica, anche obiettivi di maggior interesse per la propria base sociale…ad es. legati al benessere dei propri collaboratori e quindi, indirettamente, all’aumento virtuoso della produttività.

Va poi molto di moda essere 'green', ma direi che ormai il tema della sostenibilità ambientale dovrebbe essere qualcosa di ‘connaturato’ ad un’ azienda moderna.

Un altro elemento di cui si parla poco, ma che considero critico per un' impresa oggi è certamente l’agilità. Amo questa parola e questo concetto perché può adattarsi a ambiti molto differenti:

agilità a livello di impresa può significare rinunciare ad avere uno staff consolidato a favore di un team ‘on-demand’, costruito di volta in volta grazie a partenariati di valore, ad una rete professionale ricca, variegata ed entusiasta. Questo sposterebbe l’asse della gestione manageriale da un modus squisitamente ‘oligarchico’ (pochi che governano su molti) ad uno sicuramente più democratico e partecipato, dove ciascuno sa di appartenere ad un team orientato a obiettivi e risultati, piuttosto che ad un generico ufficio dalle mansioni fumose. I risparmi di questa gestione del personale potrebbero diventare un volano per finanziare effettivamente dei piani industriali per la crescita, senza dover attingere alle banche, ma destinando quota parte del fatturato a veri investimenti in R&D e innovazione.

Ma agilità è anche riferito ai singoli professionisti, alla loro sempre più importante capacità di svolgere più attività contemporaneamente e generare idee valide e innovative per il proprio contesto o può essere riferito alla loro abilità e rapidità nell' apprendere cose nuove (learning agility).

Cosa ancora genera oggi davvero valore per le nostre imprese?

I nostri prodotti?

Non credo proprio, in un mercato così tanto inflazionato chi può davvero credere di avere un prodotto ‘unico’?

Quindi piuttosto che parlare di prodotti, anche qui vedo uno scenario DINAMICO che crea valore trasformando i prodotti in soluzioni sempre più all’avanguardia, capaci di generare un arcipelago di servizi a valore aggiunto e quindi un vero e proprio ecosistema di supporto. E sarà allora l’ecosistema, piuttosto che il prodotto che l’ha generato a essere di valore per l’impresa e la sua comunità.

E’ ovvio che tutto questo non può che essere frutto di uno sguardo lungo, mirato e pianificato al futuro, che guarda con occhi nuovi problemi vecchi ed è ciò che fa la differenza tra chi è davvero in grado di sopravvivere e chi soccombe e si limita ad una competizione solo sul prezzo, senza creare valore.

Quale management è in grado di fare tutto questo?

Pensare all’impresa in termini nuovi, sfidanti, sperimentali. Cavalcare il dinamismo e il presente, apprendere dal passato, ma proiettarsi costantemente al futuro e qual è la componente -super inflazionata- che può aiutare il management in questo cambio di paradigma?

Ma è la formazione, ovviamente.

Non quella formale (o meglio, non solo quella formale), ma quella nota come life long learning, accompagnata da curiosità costante verso il nuovo, da creatività indomita che cerca risposte inattese, talvolta disturbanti e innovative, dal coraggio, un po’ sovversivo, un po’ eretico, disallineato.

E la knowledge sharing che si realizza qui su LinkedIn, come nei gruppi professionali e nei blog di settore, dovrebbe essere un motore potente per rafforzare questi mindset nei manager di oggi.

Sarebbe quindi molto bello se i trend topic qui, come su altre piattaforme e blog, tornassero ad essere un po’ più concreti, meno markettari e autoreferenziali e inducessero chi li legge a farsi e fare più domande, invece di pretendere di dare solo risposte, ricette e spesso vendere false illusioni.

Cosa ne pensate?

Cosa crea valore per voi?

Di cosavi piacerebbe sentir parlare dai vostri omologhi quando trattiamo di business e di impresa?

 

 

 

Anna Calenne

R&D Technical Senior Consultant

5 anni

io dico solo che mi piace questo post. Perché? per concetti qui espressi che forse hanno poco a che vedere con la finalità cardine del post ma che a me piacciono moltissimo. Anzitutto è bellissimo questo concetto che per raggiungere l'eccellenza e per mantenerla sia fondamentale perseverare. Al di là che si raggiunga o meno, in ogni caso qualunque obiettivo ci si ponga, la volontà, la perseveranza e la passione sono aspetti chiave. Solo chi crede realmente in qualcosa potrà raggiungerlo. E poi non posso che ringraziare l'autrice di questo post per questo concetto della formazione come life long learning. Mai come in quest'ultimo periodo sto sentendo forte il bisogno di tornare a studiare e prendere una seconda laurea. Purtroppo servono tempo e soldi e, in età adulta, quando si hanno ormai l'impegno del lavoro e altre responsabilità di natura economica, tempo e soldi potrebbero essere un problema... e allora un grazie infinito ad Alessandra che stamattina mi ha fatto capire che posso continuare ad imparare e crescere anche per altre vie, grazie allo spirito di curiosità e alla passione che mi sono innate e che non costano nulla

Calafato Fabio

Responsabile IT Sistemi di Punto di Vendita Pac 2000 A - Sistemi Informativi

5 anni

Alessandra, condivido tanto la tua riflessione. Anche io considero #agilità, #dinamicità e #knowledgeteam delle "vitamine" importanti per l'impresa. Aggiungo che, altrettanto importante, sia il fattore "somministrazione ". Pur osando un po' ( perché serve farlo), tempi e dosaggi dovrebbero rispettare e mantenere l'equilibrio complessivo dell'organismo impresa.

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