Un Tempo Sospeso
Sono oramai trascorsi ormai quasi due mesi da quel Decreto che ha imposto un arresto improvviso delle nostre routines. Noi educatori, professionisti della relazione d’aiuto e dell’Esserci, abbiamo dovuto concepire una modalità di stare in contatto: un contatto a distanza.
Insieme abbiamo iniziato a condividere il tempo, restituendogli e nel contempo attribuendogli un nuovo significato.
Ora più che mai il tempo mi appare come un concetto sfaccettato e relativo. Da qui il bisogno di lasciar traccia dei racconti in cui ogni giorno mi immergo.
Durante le videochiamate i ragazzi hanno condiviso i loro dubbi, domande e riflessioni esprimendo l’esigenza di comprendere quanto sta accadendo dentro e fuori di loro.
Molti sono i ricordi che suscitano nostalgia. Memorie di un Passato che sembra lontanissimo. C’è chi rimpiange la propria attività sportiva, gli allenamenti di calcio o le lezioni di hip hop. C’è chi ripensa ai compagni e addirittura alle professoresse: incredibile a dirsi, perfino la scuola sembra mancare! Ad alcuni manca il contatto umano, manca la classe e l’imparare argomenti nuovi attraverso un pc per molti è difficile.
L’aspetto che tutti rimpiangono è il poter USCIRE. L’essere liberi di ritrovarsi con gli amici al parco, al centro commerciale, ai “campetti”, al Centro Diurno.
“Prima le giornate erano bellissime e sempre diverse, ora sembra di rivivere sempre lo stesso giorno”. “Oh ma che giorno è oggi? Ah sì martedì”
Questi sono solo alcuni dei pensieri che ascolto quotidianamente.
La cognizione del tempo sembra perdersi, i ritmi che regolavano e scandivano le ore della giornata sono ormai dimenticati. Ora in casa “non si può fare niente”, ci si annoia, ci si ritrova in un eterno Presente: molto tempo a disposizione e poche idee su come usarlo. Il rischio di essere inghiottiti in un mondo virtuale fatto di social e serie Tv ingurgitate passivamente l’una dopo l’altra, è reale e concreto.
In questo scenario entriamo in gioco noi educatori, che con il nostro lavoro e la nostra professionalità ci tuffiamo in questo presente indefinito.
Ci ritroviamo a vigilare o ad informarci sui ritmi di sonno e di veglia che a causa del cambiamento forzato delle abitudini possono aver subito delle modificazioni importanti.
Attraverso la nostra presenza costante, rimanendo “lontani ma vicini”, aiutiamo i ragazzi a regolare e a comprendere i propri stati emotivi dando un sostegno a quell'ansia, a quello stato di incertezza, che tutti stiamo vivendo.
Come facciamo tutto questo? Attraverso l’Ascolto e l’Esserci. Essendo disposti a condividere il Tempo, creando nuove vie di comunicazione, nuovi modi per stare insieme, di restare in relazione.
Ci diamo appuntamento su Zoom per una merenda condivisa o per sperimentarci in cucina con l’aiuto delle mamme. Ci ritroviamo per una giocata a “Solo online”.
Durante questi incontri emerge anche la voglia di immaginarsi e di fantasticare sul Futuro così incerto e così indefinito. Si assapora la voglia di riprogrammare e di ripensare tutti insieme alle prossime vacanze, al mare blu che troveremo al campeggio.
Fatico nel trovare le risposte a tutti questi interrogativi.
Ma il mio lavoro è questo: accogliere, contenere e condividere per sostenere i ragazzi nel cercare la luce in fondo al tunnel.
Perché il futuro presto o tardi ci sarà e tutti ripartiremo, più forti di prima.
Cecilia Murari, educatrice e pedagogista Cooperativa L’Albero