Una Cena per Capirsi HR, IT, Commerciale e Marketing: pane, miele e formaggio. Quando le parole si fanno cibo e i ruoli si intrecciano.
SCENA UNICA Interno, sera. Un piccolo ristorante fuori dal tempo. La luce calda delle candele si riflette sulle bottiglie di vino allineate come sentinelle lungo una parete. Una musica sottile, quasi inconsistente, danza nell’aria. Fuori, il mondo scorre veloce, ma qui il tempo sembra aver deciso di fermarsi. In una stanza riservata, una tavola apparecchiata per quattro: tovaglia bianca, bicchieri lucidi, piatti vuoti che aspettano di essere riempiti.
Franco (Direttore Commerciale HRZ) (Si alza appena, il calice in mano. La voce è calma, con quella punta di impazienza che lo accompagna sempre. Guarda i suoi commensali con un sorriso che è quasi una confidenza.) "Grazie a tutti per essere qui. Sapete, non vi ho invitato solo per cenare insieme – anche se è una scusa perfetta – ma per conoscerci meglio. Collaborare è come preparare una cena: ogni ingrediente deve essere unico, ma deve anche mescolarsi armoniosamente. Però, diciamocelo, a volte ci perdiamo nel decidere chi porta cosa. Non trovate?"
Anna (HR Manager) (Appoggia il bicchiere, inclina la testa di lato. Il tono è morbido, come chi ha imparato a smussare gli angoli delle parole.) "Interessante, Franco. Ma sai, non è semplice allineare le priorità. Noi in HR ci concentriamo sulle persone, e non sempre questo si traduce in risultati tangibili, che invece per te sono fondamentali."
Giorgio (Direttore Marketing) (Con un gesto rapido, sposta la sedia più indietro. La sua voce è teatrale, il ritmo misurato, come se giocasse con il peso delle frasi.) "Anna ha ragione. Franco, per te l’obiettivo è chiaro: trovare nuovi clienti. Ma il nostro è diverso: dobbiamo mantenerli fedeli. E spesso sembra che giochiamo due partite diverse. Non è sempre facile far combaciare le cose."
Luca (Consulente IT) (Alza lo sguardo con un sorriso appena accennato, come un segreto svelato senza clamore. Parla piano, ma con la sicurezza di chi conosce ogni ingranaggio nascosto.) "E io? Io sono quello che fa funzionare tutto senza che si noti. Se il sistema crolla, la colpa è mia. Se tutto va bene, è merito degli altri. Ma va bene così, perché so di essere il motore."
(Arriva l’antipasto. Franco si appoggia allo schienale della sedia, osserva il piatto con un sorriso complice e solleva lo sguardo verso gli altri, come a dire che è arrivato il momento di lasciarsi andare e godersi la serata.)
Franco (sorridendo, con una leggerezza che spiazza) "Guardate questo piatto. Il formaggio dà carattere, il miele lo addolcisce, e il pane tiene tutto insieme. Siamo noi! Anna, tu sei il miele, sempre pronta a trovare il lato umano. Giorgio, il formaggio, quello che dà sapore e carattere alle nostre proposte. E Luca, beh, tu sei il pane: indispensabile. E io? Forse il cuoco che cerca di mettere tutto insieme senza rovinare gli equilibri."
Anna (ridendo con una dolcezza quasi infantile) "Sei anche bravo con le metafore! Ma hai ragione, dobbiamo trovare un modo per unire le forze senza schiacciarci a vicenda."
Giorgio (annuisce lentamente, guardando il bicchiere che ruota tra le dita) "Esatto. Però Franco, non dimentichiamoci delle priorità. Collaborare è fondamentale, ma ognuno di noi ha responsabilità diverse. E questo a volte crea tensioni."
Luca (semplice, asciutto) "Già, è come costruire un motore mentre sta girando. Però, se non siamo sincronizzati, si ferma tutto."
(Arriva il primo piatto. Le posate si muovono piano, quasi rispettose. Il silenzio è diverso adesso, più denso, come se tutti si fossero fermati un attimo a guardarsi davvero.)
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Franco (la voce è più profonda, più pensata) "Mi rendo conto di una cosa: quando parliamo di cibo, siamo tutti allineati. Ma appena tocchiamo temi aziendali, ci scontriamo. È come se guardassimo lo stesso panorama, ma da finestre diverse."
Anna (quasi un sussurro) "Franco, forse il problema è il linguaggio. Tu ragioni in KPI, io in emozioni. Ma, in fondo, vogliamo tutti creare valore."
Giorgio (fermando il movimento della forchetta a mezz’aria) "Esatto. E alla fine, ciò che vende non sono i numeri, ma le emozioni. Anche Luca lo sa: la tecnologia deve sostenere questo viaggio, altrimenti non raggiungiamo il cliente."
Luca (con un piccolo sorriso di resa) "Verissimo. E noi siamo più vicini di quanto sembri. Forse dobbiamo solo… smettere di parlare come reparti separati e iniziare a vederci come un unico sistema."
(Il dessert arriva. Franco guarda i tre, uno per uno. La sua voce è lenta, piena di qualcosa che prima non c’era.)
Franco "Guardate, questa cena mi ha insegnato qualcosa di prezioso. Siamo come un menu ben studiato: ogni portata è unica, ma il successo dipende dall’armonia. Anna porta il cuore, Giorgio l’impatto, Luca la solidità. E io? Pensandoci bene forse con voi ho errato. Ascoltarvi è stato per me formativo. Perché spesso vengo a proporvi soluzioni, ma mai come stasera ho capito che è importante comprendere il perché delle cose. E farvi capire perché propongo una soluzione integrata: una piattaforma che vi permetta di parlare con le vostre persone, emozionarle e far vivere loro un’esperienza."
Anna (ridendo ancora, ma con una nota di tenerezza) "Lo sapevo che Franco, prima o poi, ci avrebbe provato. È più forte di lui!"
Franco (con una sincerità che disarma) "Non è solo istinto, Anna. È che i migliori progetti HR non nascono dai software, ma dalla volontà delle persone. Forse sono il cameriere che cerca di servire tutto al momento giusto. Ma sapete una cosa? Ognuno di noi è essenziale. Promettiamoci che, la prossima volta che ci ritroviamo in una riunione, penseremo a questa cena. Perché, proprio come stasera, è collaborando che possiamo fare grandi cose."
(La scena si dissolve piano. Fuori, buio. Ma dentro, resta l’eco di una promessa. Una piccola cosa, forse. Ma importante, come tutte le cose che contano davvero.)
Quality Control Packaging Team Leader presso Diageo
10 oreUn armonioso esempio di collaborazione e di empatia che in un Team, sembra banale dirlo, ma sono la base. Poi, io amo molto l' ironia e mi verrebbe da pensare...ma alla fine di questa cena, chi pagherà il conto? 😘
Wow
Enotecnico presso Roberto Sarotto
1 settimanaA cena, tutti allo stesso tavolo, con la possibilità di guardarsi negli occhi, ascoltare con nitidezza ogni singola parola pronunciata. Capita tutto in un istante, le persone al tavolo sono diverse da quelle che vedo al lavoro, sono più rilassate, comprensive, disposte al dialogo e al confronto. Il buon cibo, il calice di vino, l’ambiente armonico, attivano la magia, la volontà di apprezzare, quello che fino a ieri era di disturbo. Sono contento di aver letto questo articolo, d’aver trovato la conferma che a tavola si possono rendere uniche e più salde le relazioni. 🙌
Direttore Creativo dalla A.I. alla Z.®, docente di Semplificazione Applicata, in una parola: shorter
1 settimanaBellissima idea, scritta talmente bene che ho sentito il sapore del miele e del formaggio: riunire allo stesso tavolo punti di vista diversi è bello di per sè, cercare un confronto vero in questi tempi polarizzati è anche un atto di coraggio. Il contributo dell’l’IT, che a volte in azienda è visto come E.T. (lo dico da creativo, ancora più alieno:) rende tutto ancora più intrigante. Insomma sto già aspettando la seconda stagione.
Direzione Amministrativa
1 settimanaApprezzo il taglio di questo post, che usando toni e descrizioni "intimistiche", le parentesi descrittive sono un supporto eccellente per andare oltre il "parlato", è in grado di sollecitare la leva della collaborazione in un ambiente "variegato" in cui ogni "funzione", trova la capacità di "ASCOLTO" nei confronti delle altre, anteponendo quindi la priorità assoluta del proprio singolo obiettivo a quella di apprendere le difficoltà dell'altro; è un esercizio che andrebbe svolto in maniera non occasionale: in questo caso l'insieme screma l'io e produce il NOI.