Una Storia Italiana X
Oggi* succede una piccola cosa, ho raggiunto il terzo scatto di anzianità con la mia azienda. Niente di straordinario, è un anniversario come tanti altri che celebro durante l’anno, ad esempio di recente ho ricordato quando mio figlio imbeccato dalla mia compagna a dire “mamma” rispose convintamente “pa-pa”, i piccoli traguardi, i successi che vale la pena ricordare insomma.
Quando ho iniziato a lavorare per Chorally, Chorally non esisteva ancora, si chiamava Arké Management Consulting Services, e faceva tante cose ma soprattutto formazione e consulenza. Avevo risposto ad un annuncio per la posizione di Community Manager, era un annuncio che qualcuno si era dimenticato di cancellare, per un progetto che era già finito quando feci il colloquio.
Quando mi candidai 9 anni fa volevo fare il Copywriter, o il Community Manager, o il Social Media Manager, c’era tanta confusione allora tra quei ruoli che oggi non c’è più, quindi io ero confuso.
Ho fatto il colloquio con Maurizio Mesenzani, che era l’amministratore di Amcservices, e che mi fece la parte dell’intervista che di solito serve a tracciare il profilo del candidato sulle metacompetenze, non andò male. La parte sulle competenze di merito invece era affidata a Fabio Castronuovo, dalla prima domanda capii subito che Fabio e Maurizio avevano in mente due profili diversi da voler assumere, ed io ero poco adatto per entrambi, ma per fortuna Fabio era in treno mentre mi faceva le sue domande, si sentiva poco o nulla ed a un certo punto cadde la linea. Maurizio mi assunse.
Serviva con una certa fretta un Assistant Project Manager per un progetto già partito, io mi trovai lì al momento giusto per evitargli la trafila di altri colloqui, con l'esperienza sufficiente a capire di che si parlasse e la giusta inesperienza per non costare troppo.
Avevo già seguito dei progetti come Assistant nel mio lavoro precedente, ma non erano nulla in confronto al progetto dentro cui mi trovai catapultato. Tre giorni dopo il colloquio fui spedito a Milano in un meeting con Professori di alcuni atenei milanesi, diversi ricercatori, di quelli in gamba del Cefriel, e un team di sviluppatori molto preparato. Nessuno, per mia fortuna, aveva però idea di quale fosse la rotta di quel progetto;
Tutto era molto caotico, ed io adoro le situazioni caotiche, ma la partenza non fu facile. Mi ero candidato per fare il Community Manager, volevo fare il Community Manager, ma all’azienda tutto serviva tranne che un dannatissimo Community Manager. Sospetto che l’annuncio fosse una specie di default nel template del sito, rimasto online per errore.
Quando ho iniziato a lavorare per AMCservices quelli della mia età non li chiamavano ancora millennials, almeno non qui in Italia, qui eravamo noti come i bamboccioni, o la “generazione mille euro”, ma non perché guadagnassimo 1000€, magari, 1000 euro erano l’aspirazione, perché la mia generazione è stata la prima vittima, il paziente 1 della crisi del 2008. Subito infettati.
Per mia fortuna Amcservices nella crisi del 2008 c’era nata, quindi la fisica che governava quest’azienda era un’altra. Grazie alle intuizioni e i contatti di Fabio e Maurizio noi ci ficcavamo in nicchie di mercato inesplorate dai grandi player, o meglio ancora, nicchie snobbate da chi avrebbe avuto la forza di farci sparire.
Abbiamo iniziato a fare analisi del sentiment e report su influencer e web presence nel momento giusto, quando tutti usavano i social ma nessuno se n’era accorto.
Mentre intorno a noi le millemila startup nate nello stesso periodo facevano pitch e networking con lo spritz in mano, alcune delle quali al dire il vero riuscivano anche a tirar su un discreto numero di “banane” (egomia, ecomnia, vi ricordate com’era?), noi portavamo avanti un onesto business alla vecchia maniera, fatto di cold call e contatti personali, proponendo però cose nuove che gli altri non facevano, ci dicevamo di essere creativi, ma invece eravamo soprattutto innovativi, ma anche impacciati, alcune volte impreparati, ma eravamo freschi.
Ora scriverò qua quella che doveva essere la chiusura del pezzo, perché mi rendo conto che chi è arrivato fin qui a leggere starà pensando: “ammazza che bella favola italiana Chorally”, naturalmente non è così, siamo un’azienda come tante in Italia che ha visto alti e bassi, fallimenti, grandi deal accompagnati da crisi di bilancio, porte sbattute in faccia, liti, dimissioni dalla sera alla mattina, crisi professionali e personali. Abbiamo superato tutto incassando i colpi più o meno facilmente e migliorando piano piano, forse lentamente, ogni spigolatura.
No, certamente Chorally non è una favola italiana, è però una storia italiana, una Storia Italiana X, che qualcuno doveva raccontare, e magari un giorno meriterà di essere raccontata meglio di questo post lasciato qui su LinkedIn.
In questi anni mi è capitato di voler cambiare lavoro, come penso sia fisiologico, ma alla fine tutte le volte che mi è capitato di poterlo fare son rimasto qua.
Sto bene dove sto per due motivi, perché mi piace la leadership di Fabio, democratico per stile e visionario per indole e per il mutamento costante che caratterizza Chorally come azienda. Il 2013 chiudemmo l’anno che eravamo esperti e richiesti nelle telco, l’anno dopo eravamo un fornitore ambito per l’automotive. Ogni anno sembra di aver lavorato in un'azienda diversa, arrivano persone nuove, alcuni se ne vanno, si evolvono i processi, gli obiettivi, i compiti, i ruoli: Io sono stato nell’ordine Assistant Project Manager, Social Media Analyst, Head of team social e adesso Customer Success Manager, nonostante ciò a fine anno il resoconto ci dice che siamo ancora noi e l’abbiamo fatto bene un’altra volta. Da due anni siamo parte del Gruppo Activa, un cambiamento che per noi è stato significativo, ma magari ne scriverò di più nel post per il mio decennale.
Oggi Chorally è soprattutto un prodotto, uno dei più validi sul mercato, un software Saas per la gestione dell’interazione con i clienti. Non facciamo borse di design, o scarpe di pregio, ma siamo un’azienda di artigianato italiano, invece di ago e filo usiamo tastiere e ruby on rails, ma cuciamo, sviluppiamo sempre il vestito migliore, la configurazione migliore su ogni cliente. Un prodotto premium, di lusso, messo insieme alla maniera del Made in Italy, con lavoratori di fatica sempre insoddisfatti del risultato e quindi spinti a migliorare.
A guardar bene si può trovare una cucitura diversa, un filo, un codice, non in linea con il progetto, ma ehi, è fatto a mano!
I colleghi son stati la parte più bella di questa esperienza, anche i più pesanti e antipatici hanno lasciato un segno su chi siamo oggi (ci son stati anche quelli in questa storia, perché una buona storia ha anche la parte ‘drama’). Siamo un’azienda liquida, non siamo mai stati tutti insieme nello stesso ufficio per più di un paio di giorni. Ho lavorato con persone da tutta Italia e perculato accenti di ogni dove, lavorando per anni dal salotto di casa. Non farò l’elenco completo, ma voglio ricordare qui alcune delle persone che non lavorano più in Chorally: Cristina Calabrese, che mi ha insegnato a lavorare a distanza, ma soprattutto a fare le pause caffè virtuali, e Francesca Conigliaro perché abbiamo condiviso per tanti anni gli alti e bassi di Chorally, la sua disponibilità e professionalità nell’affrontare ogni lavoro sono stati di esempio.
Alberto Allegrini (nella foto con me), compagno di scrivania e con il quale abbiamo tenuto in piedi il fortino romano dell'azienda.
E poi le ultime due persone uscite da Chorally, Jules Piccotti, tra le persone più preparate che mi è capitato di incontrare, non l’avrei detto ma mi mancano le sue paternali su come si devono fare le cose del venerdì pomeriggio, ho imparato tanto; e Riccardo Lucatuorto, con cui è sempre stato facile non parlare di lavoro a lavoro, perché pieno di interessi e appassionato che si tratti dell’ultimo pannello Oled in commercio o della rasatura della barba.
Tre scatti di vecchiaia son tanti o son pochi? Io non so dirlo, ma la strada fin qua è stata una bella storia. Una storia italiana X.
Sarebbe stato meglio l’altro finale, lo sapevo!
*era novembre quando ho iniziato a scriverlo
Digital Marketing specialist
4 anniLa tua è una forte passione che traspare chiaramente in tutto ciò che fai. Non dimenticherò mai, infatti, la call in cui ci siamo conosciuti in cui, appena sentito come mi chiamassi, hai saputo immediatamente associarmi al mio blog. Questo per dire che, grazie alla tua passione, sei in grado di riconoscere anche una goccia in mezzo al mare, quale è il digital applicando la conoscenza in tutto ciò che fai. Complimenti e auguri per questo piccolo grande traguardo. ☺️
CEO
4 anniGrande Mark Bartucca. Che bello leggere questa storia raccontata dal vissuto personale di "uno di noi": pur cambiando nomi, loghi, business model e legal entities, siamo un gruppo di persone accomunato da principi precisi: innovazione, democrazia, pari opportunità, rispetto, work-life balance...per noi non sono mai stati slogan, ma sono stati la quotidianità dal primo giorno di vita di amcservices. Per noi lo smart-working non era sinonimo di pandemia, ma era già dodici anni fa il nostro modo di lavorare e di vivere, insieme ai colleghi e ai clienti. Mentre altri "startupper" facevano aperitivi a caccia di "banane", noi cercavamo di vendere, di assumere e di pagare gli stipendi. In tutto questo percorso abbiamo anche condiviso parti di storia delle più grandi aziende italiane ed internazionali: con Fabio Castronuovo abbiamo attraversato i cancelli di FCA a Detroit, abbiamo vissuto l'inaugurazione del Vodafone Lab, abbiamo presentato Chorally alla Camera dei Deputati. Tutto ciò è accaduto grazie a persone come te, Mark, e a tanti altri che come te hanno sempre lavorato con gioia e con passione. Ovviamente l'augurio è che aumentino gli scatti: appuntamento al 2021 per il tuo prossimo post!!!
Regional Director Italy - Alcméon
4 anniMaurizio Mesenzani
Responsabile della Comunicazione
4 anniRivedo molto di quello che hai scritto nella mia esperienza, sarà come ha sottolineato Fabiana, per la vicinanza generazionale o per il fatto di crescere ogni giorno insieme all'azienda. A questo punto aspetto la seconda puntata in cui ci racconterai di cosa ne pensi di questo "gruppo eterogeneo" ma forse "più vicino" di quanto sembri. Felice di averti con noi, un po' meno per conoscerti ancora così poco ;) Buon anniversario 🎉 !
Specialist consultant
4 anniCredo che lavorare per Chorally sia un'esperienza unica per tutti coloro che vi hanno preso parte e per coloro che la portano avanti. Vivere la sua evoluzione da AmcServices a Chorally è stata un'esperienza che credo verrebbe definita "one hell of a ride!", intensa, che ha permesso di imparare veramente tanto lavorativamente parlando e che ha arricchito anche umanamente grazie a persone come te e Fabio. Spero vengano tanti altri scatti di anzianità per te Mark e finchè non ci sarà la possibilità di un caffè dal vivo, l'offerta del caffè virtuale rimane ;)