Uno snap del fallimento sportivo italiano
Italia fuori dai Mondiali come nel '58

Uno snap del fallimento sportivo italiano

In un paese normale e responsabile - sin dal dopo gara di #ItaliaSvezia - sarebbero già arrivate le dimissioni di tutti i vertici F.I.G.C. La colpa, sia chiaro, è anche del ct Giampiero Ventura ma questo significherebbe sminuire una sconfitta tecnica che parte da lontano: sin dal Mondiale del 2014 e dalla sconfitta con il Portogallo nel 2015, con l'Italia non più teste di serie alle qualificazioni per #Russia2018.

Una sconfitta tecnica e soprattutto manageriale: le ormai note carenze infrastrutturali sia per quanto concerne gli stadi che i centri federali, l'assenza di manager qualificati - al contempo - incapaci di guardare al movimento calcio con un modus operandi che sia frutto di una cooperazione degli stessi attori protagonisti. In quest'ottica si consideri l'ormai perenne stallo nella scelta dei dirigenti per governare le leghe di A e B, senza dimenticare quella riforma tanto attesa sui criteri di ripartizione dei diritti tv per rendere il tutto più meritocratico ed aumentare la competitività dei campionati. A onor del vero, forse su quest'ultimo fronte si stanno facendo dei passi in avanti con la riforma promossa dal Ministro dello Sport, Luca Lotti.

Menziono anche una filosofia sui talenti italiani anacronistica. Un esempio? Giocatori come Belotti, Bernardeschi, Rugani, Berardi vengono tuttora considerati talenti per il futuro, a 23/24 anni, quando all'estero i loro pari età vantano numerose presenze in UEFA Champions League e risultano essere già decisivi. Credo sia opportuno rivisitare anche questa scuola di pensiero che - ahinoi - riguarda anche dirigenti sportivi dalle grandi capacità e successo.

The last but not least, il format dei campionati. La riduzione delle squadre della Serie A, Serie B e soprattutto Serie C è davvero un qualcosa di improcrastinabile: sono tanti, anzi troppi i personaggi improvvisati che si avvicinano, avvelenano il calcio italiano e per finire lasciano in eredità club indebitati fino al collo, dunque destinati al fallimento. Sono davvero troppe le 102 società nel professionismo. Allora stringiamoci a coorte, riformiamo e rilanciamo definitivamente il pallone nostrano perchè di fonderci insieme già l'ora suonò. L'Italia chiamò.


JORGE Vazquez Di Biase

CEO & Founder of NEUROFOOTBALL Spain - Neurofootball Campus Director for Football (soccer) Teams

7 anni

Hace años que estoy diciendo que la enseñanza del fútbol en Italia , se quedó estancada. Nuevas metodologías de fútbol no son permitidas por las autoridades futbolisticas de ese país. Hay cultura, inteligencia de sobra, pero siguen en el Poder los que no quieren reconocer que la ciencia mejora el rendimiento deportivo. Las metodologías integradas Favorecen el desarrollo cognitivo del futbolista. Neurofootball pone un granito de arena.

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