Verso ecosistemi digitali: il futuro dell’innovazione previsto dal PNRR
Il #PNRR sta funzionando da catalizzatore per una serie di reazioni fino a poco tempo fa fin troppo lente o rimaste in standby. I processi in parte erano avviati, ma la necessità di superare la crisi dovuta alla pandemia Covid19 ha imposto un’accelerazione per la ripresa del Paese. Il #digitale ne spinge l’attivazione proiettandoci verso un grande cambiamento. Diventa necessario arrivare ad adottare un “linguaggio digitale” paritetico fra i poli trainanti la coesione sociale e l’economia, PA e settore privato, in modo da arrivare a un dialogo costruttivo e a un’innovazione reale e condivisa.
La PA ha risentito di anni di inerzia e di mancato aggiornamento in questo campo, ritrovandosi con personale spesso non preparato, infrastrutture non adeguate e con la mancanza di un giusto mind set manageriale, oltre che con la preclusione a soluzioni partecipate e/o in partnership.
Pubblico e privato ora sono chiamati a dare un impulso decisivo all’incremento dell’efficienza del sistema Italia, impegnandosi anche a colmare il gap che divide il nostro Paese da quelli digitalmente avanzati. Per contribuire a superare gli squilibri devono interfacciarsi utilizzando lo stesso linguaggio #digitale. Dato il proprio ruolo di interlocutore chiave, la PA sta cominciando a sperimentare come con le adeguate piattaforme digitali sia facilitata nel garantire i diritti e nell’erogare i servizi ai cittadini e, anche, nell’accelerare e semplificare i processi della burocrazia amministrativa. D’altra parte, il settore privato sta comprendendo come solo con la transizione digitale sia possibile mantenere la propria competitività.
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È molto difficile recuperare in fretta, ma non è impossibile. Per la trasformazione digitale non servono solo la tecnologia e le infrastrutture, ma anche l’educazione digitale di tutti, un assetto mentale adeguato - soprattutto nel management delle diverse strutture - e processi organizzativi e produttivi interamente impostati sul digitale. Oltre ad essere necessaria la condivisione e integrazione delle linee guida e dei dati fra i settori diversi. Per risultati positivi, il futuro dell’innovazione digitale si proietta verso ecosistemi digitali in partecipazione (oltre a quelli di appartenenza), in cui il settore privato e quello pubblico -amministrativo e di ricerca - si trovano a dialogare, con un adattamento reciproco, per giungere a proficui risultati per entrambi.
La strategia comune è quella vincente ed è quella che metterà a frutto le risorse impegnate non solo dalla Missione 1 del PNRR, ma anche dalle altre missioni che, trasversalmente, implicano necessariamente l’innovazione digitale del Paese.
Law Student at Bocconi University - International Dispute Resolution
3 anniL’articolo mi trova pienamente d’accordo. Aggiungo che, per una piena digitalizzazione del Paese, è necessario anche avviare programmi localizzati di alfabetizzazione digitale, sopratutto nelle aree rurali. Auspico che, a livello regionale e nazionale, iniziative come “Monferrato Distretto digitale” che con La Grande Occasione sto portando avanti siano oggetto di attenzione e aiuto. Finché ci sarà una fetta consistente della popolazione che, per disinteresse o rifiuto, disdegna questo tema non potremo dirci un Paese pienamente digitalizzato.