Franco Battiato

Franco Battiato ha proiettato la canzone italiana in dimensioni inesplorate di musica e spirito. Nato in Sicilia nel 1945 e arrivato nella Milano di Jannacci e Gaber per cercare fortuna in area pop, l’artista si converte all’elettronica e condensa le proprie sperimentazioni nello psichedelico esordio Fetus (1972). Oltrepassato il prog tra fasi minimaliste e seriali, l’incontro col violinista Giusto Pio lo riavvicina a forme più tradizionali. Carico di nuovi interessi, dalla mistica sufista alla new wave, con L’Era Del Cinghiale Bianco (1979) inaugura un’ascesa artistica e commerciale che culmina ne La Voce Del Padrone, grazie a brani del calibro di ‘Centro Di Gravità Permanente’ (1981). Mentre continua a ridefinire canoni radiofonici scrivendo per Alice e Giuni Russo, il suo percorso si sposta verso orizzonti inediti, in una trama sublime di citazioni, mitologie e lingue. Dagli anni ’80 inizia a comporre opere liriche, contaminando di melodie rarefatte Fisiognomica (1988) e altri progetti, finché il sodalizio col filosofo Manlio Sgalambro non riaccende la voglia di ribaltare le convenzioni: ne sono una prova i synth, i sample e gli influssi rock di L’Imboscata (1996) e Gommalacca (1998) o le cover del concept Fleurs (1999). Nel periodo del debutto al cinema, raggiunge una sintesi di classico e moderno in lavori come Dieci stratagemmi (2004), che non smetterà di ritoccare fino al testamento Torneremo ancora (2019).