Le infiorescenze fresche di Pakaya (Chamaedorea tepijilote )una palma venduta come una "palma da salotto" decorativa perché cresce lentamente e tollera l'ombra. Le infiorescenze maschili non aperte vengono raccolte in America Centrale e Messico per la vendita nei mercati locali come verdura di lusso. Vengono anche messe in commercio in barattoli di salamoia per l'esportazione fuori dalla regione. Si possono trovare nei mercati che servono le comunità centroamericane e messicane. A differenza del “cuore di palma” la raccolta di queste infiorescenze non uccide la palma, mentre i piccoli frutti neri non vengono mangiati perché ritenuti tossici. I grappoli di fiori, che vengono bolliti brevemente prima di essere mangiati, sono stati paragonati agli asparagi per sapore e consistenza, e somigliano, per colore, aspetto, sapore e consistenza, al baby corn, infatti il nome nahuatl Tepijilote si traduce in "mais di montagna". Possono essere serviti da soli come verdura, ma spesso compaiono con uova strapazzate o altri piatti in cui vengono leggermente fritti. Freschi e non bolliti sono più amari.
Post di Daniele Tirelli
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La carota è un ortaggio ormai diffusissimo, considerato quasi banale. In realtà oltre a essere ricca di gusto e proprietà benefiche ha anche una storia curiosa! Ve la racconto in questo nuovo approfondimento. #carota #ortaggi #storia #culturadelcibo #foodblogger #foodbloggeritaliani https://lnkd.in/dsb6Cfy9
Storie di gusto attorno alla carota.
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𝗖𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗶 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 𝗱𝗶 𝗦𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗰𝗼𝗹𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗿𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗲 𝗹𝗲 𝗮𝘇𝗶𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼 La storia di Sicilio parte da un angolo di terra baciato dal sole e dai venti salmastri del mediterraneo. Alle pendici dell’Etna, tra le distese di fichi d’India che popolano le campagne di Biancavilla, si trova OP La Deliziosa, realtà imprenditoriale di primo livello in cui la passione per la terra e l’amore per la bontà ha dato vita a dei veri gioielli dell’agroalimentare italiano. Fondata da Giovanni, Antonino e Salvatore Bua, l’azienda ha sempre puntato a valorizzare il DNA familiare legato alla tipicità della produzione siciliana: con i fichi d’India come prodotto di punta e un’eccellente produzione agrumicola, la famiglia Bua ha intrapreso nel 1988 questo viaggio che ha portato al miglioramento degli standard qualitativi e dei metodi di lavorazione. Con 50 dipendenti che lavorano nello stabilimento nella fase di confezionamento e 100 addetti alla raccolta, l’azienda conta 112 soci per una superficie coltivata di 1600 ettari, di cui 1000 ad agrumi, 500 a fico d’India e 100 suddivisi tra altre produzioni ortofrutticole. OP La Deliziosa è la prima azienda produttrice in Italia a scommettere su un frutto come il fico d’India, intrinsecamente legato al suo territorio d’origine, con un progetto su vasta scala che, partendo dall’ideazione di un nuovo marchio, punta a conquistare le tavole dei consumatori italiani e stranieri. Dal punto di vista nutrizionale, i fichi d’India sono un vero concentrato di energia e benessere. Con un apporto calorico moderato derivante dalla discreta quantità di fruttosio presente nella polpa, sono una perfetta merenda per resistere alla calura di fine estate: sono composti per più dell’80% da acqua e presentano un alto contenuto in minerali (ferro, potassio, magnesio, calcio e fosforo) e vitamine (A, gruppo B e C). Proprio la presenza rilevante di minerali rende questi frutti un ottimo coadiuvante per la cura dell’osteoporosi, mentre l’altissimo contenuto di fibre aiuta a mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo e a favorire il transito intestinale. Studi recenti condotti sul frutto hanno dimostrato le proprietà benefiche dei pigmenti naturali che ne colorano la polpa: le betalaine. Presenti anche nei fiori (utilizzabili per decotti e tisane), le betalaine si dividono in due categorie: le betacianine, portatrici del colore rosso, e le più rare betaxantine che danno, invece, un colore giallo-arancio. Scopri di più su https://lnkd.in/dbbTfEAP #sicilio #spettacoliallafrutta #fichidindia #etna OP La Deliziosa
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Il Nero di Lomellina viene allevato seguendo delle regole che lo rendono un modello di sostenibilità e rispetto per il benessere dell’animale. Vediamo insieme gli aspetti principali: 🌿 Allevati in ampi spazi all’aperto 🌾 Seguono una dieta naturale 🐷 La crescita è lenta, senza l’utilizzo di ormoni 🌱 Vengono monitorate costantemente le condizioni di vita L'allevamento del Nero di Lomellina è immerso tra risaie e campi di mais, dove si rievoca la tradizione agricola della zona. 🌐 leporati.it/ #leporatiprosciutti #prosciuttocrudoleporati #shopleporati #leporatiacasatua #tradizioneleporati #gustoleporati #prosciuttodiparma #langhiranoprosciutti #foodvalley #NerodiLomellina #allevamento #sostenibilità #sicurezza #benessereanimale #benesseredellanimale
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Il profumo fragrante della farina appena molita riempie l’aria del laboratorio. Sono quasi le dieci del mattino e, nei locali della Macina delle Madonie, un grande edificio che sorge ai piedi del comune di Gangi, in provincia di Palermo, Angelo Cammarata ha da poco concluso la sua nottata di lavoro tra lente lievitazioni e infornate. Pane in diversi formati e brioche, impacchettati e ordinatamente impilati, sono pronti per la consegna. Angelo sa tutto della farina, e l’arte della panificazione l’ha appresa da autodidatta. Viene infatti da una famiglia di molitori ma, dopo aver raccolto il testimone dal padre e dallo zio, ha scelto di imprimere una svolta alla propria attività, puntando sui grani antichi e sulla macinazione a pietra. «Mio padre avrebbe voluto andare avanti con l’attività tradizionale, ma io ho scelto di andare alla ricerca di un mercato di nicchia», spiega. La differenza, prosegue Cammarata, non è solo estetica: «Il germe del grano rimane intatto, conservando così propri i valori nutrizionali. La farina è quindi più digeribile e dà al pane un gusto decisamente diverso, più ricco rispetto a quelle convenzionali». I grani delle Madonie Questa scelta permette di valorizzare una delle principali ricchezze del territorio madonita e della Sicilia in generale: il grano. Con un’attenzione particolare alle cosiddette varietà “antiche”, che Cammarata acquista da diversi produttori del territorio e delle province limitrofe. Il grano, rigorosamente biologico, viene poi macinato e trasformato nella grande Macina delle Madonie. Un’attività che Cammarrata ha potuto concretizzare grazie a un finanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 che gli ha permesso di completare i lavori di ristrutturazione dell’edificio, installare i pannelli fotovoltaici e acquistare tutti i macchinari: dalla macina all’impastatrice, ai forni. In questo modo, l’artigiano è in grado di chiudere la filiera che va dal chicco di grano alla produzione di pane (attualmente sui 150 chili al giorno), cui si aggiungono basi per pizza, biscotti, dolci e pasta che vengono commercializzati in alcune rivendite e supermercati tra Gangi, Campofelice e Cefalù. L’obiettivo ora è quello di estendere la rete di vendita fino a Palermo, per aumentare il giro d’affari e di conseguenza anche il personale: oltre a Cammarata, nello stabilimento lavorano altre due persone. Sebbene la macina sia stata avviata a maggio 2022, infatti, l’attività ha subito uno stop dopo appena un anno di attività, per riprendere poi a gennaio 2024 con l’assunzione di un nuovo panettiere. Angelo parla con passione del grano e del suo pane, dell’alchimia tra acqua, farina e lievito che ha appreso da autodidatta: «Ho dedicato tantissimo tempo a questo prodotto per farlo nascere e farlo conoscere». Fare il pane, però, non era il suo sogno da adolescente: «Dopo le scuole Prosegue Ilaria Roberta Sesana
Grani antichi e turismo stellare - Slow News
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𝗖𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗺𝗲𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗶 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 𝗱𝗶 𝗦𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗰𝗼𝗹𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗿𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗲 𝗹𝗲 𝗮𝘇𝗶𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼 C’era una volta l’anguria… e strane leggende che correvano intorno a questo frutto. “Le angurie buone sono quelle che…. Suonano!”, si diceva. E ancora: “Solo i frutti con la macchia gialla sono effettivamente maturi”, “Più sono grandi e più sono buone”, “Le angurie piccole hanno poco sapore”, “Le angurie striate sono le migliori”. “Quelle tonde sono femmine quelle piccole sono maschi”, “Un’anguria con più semi è più buona”. Un bel giorno arriva sul mercato una nuova anguria e l’epoca di preoccuparsi se questo frutto sia buono o meno finisce! Questa new entry si chiama Perla Nera ed è un’anguria “midi” - di medie dimensioni - rotonda, con la buccia verde scuro percorsa da qualche velata striatura, pesa dai 3 ai 6 chili e ha pochi semi e di colore bianco, soffici, che si possono ingerire senza problemi per la digestione. Un’anguria ‘pop’ dall’immagine fresca e giovane, molto dolce e incredibilmente croccante. Perla Nera rappresenta la più grande filiera italiana dell’anguria, coltivata nelle migliori zone di produzione da oltre 100 aziende agricole. È il frutto di uno straordinario sforzo selettivo, cresciuta grazie al sole e alle cure dei migliori agronomi italiani. Qualcuno la considera l’anguria del futuro. È in bella mostra sui banchi da maggio ai primi giorni di settembre, la si può trovare nei principali supermercati italiani. Perla Nera è più croccante e più dolce delle classiche angurie, non serve crederci, basta provare. Ed è leggera per davvero: questo vale sia per lo stomaco che per le braccia. Inoltre un’altra caratteristica che la rende unica: la sua qualità eccezionale e i suoi valori unici rimangono intatti nel tempo. L’anguria Perla Nera è frutto della passione, del costante miglioramento e di uno straordinario sforzo selettivo che ha portato alla scelta della varietà Fashion, firmata Nunhems, brand della società sementiera BASF Vegetable Seeds specializzata nella selezione e messa a punto di nuove e innovative specie ortofrutticole. Il progetto nasce dall’intuizione dell’azienda Francescon, che si è poi allargato a tre aziende leader del sistema ortofrutticolo: oltre a Francescon, ne fanno parte Peviani e La Mongolfiera del gruppo Fratelli Giardina. La collaborazione fra queste tre aziende nasce con l’ambizioso obiettivo di promuovere e qualificare l’anguria Perla Nera come eccellenza, un frutto al di sopra degli standard qualitativi che il mercato attuale offre. È Perla Nera, non chiamatela anguria!!!!! Scopri di più su https://lnkd.in/dNxnb-Wd #chisono #perlanera #anguria #spettacoliallafrutta
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🌵 𝑳𝒂 𝒑𝒐𝒕𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒇𝒊𝒄𝒐𝒅𝒊𝒏𝒅𝒊𝒂: un’arte della tradizione siciliana 🌞 Sapevi che la potatura è il primo passo per ottenere fichi d’India dolci e succosi? 🍈✂️ Ecco i punti chiave: 👉 Si esegue tra febbraio e aprile, prima della ripresa vegetativa. 👉 Si eliminano le pale danneggiate e quelle in eccesso per migliorare la circolazione dell’aria e la luce. 👉 La potatura aiuta a concentrare l’energia della pianta sui frutti migliori! 📍 Seguici per scoprire altre curiosità e tradizioni della nostra terra! #Ficodindia #Potatura #ilmadeinsicily #Agricoltura #TradizioniSiciliane #natura #iocomprosiciliano #sicily
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🍊🍊🍊🇮🇹SICILIA Inizia il venerdi di programmazione e di raccolta per il fine settimana .Navel siciliano è conosciuto per essere uno degli agrumi più pregiati e amati al mondo, rinomato per la sua dolcezza e succosità. Questa varietà di arancia presenta caratteristiche che la rendono unica, e questo è particolarmente evidente nel periodo di raccolta, che coincide con l'inverno quando il clima siciliano favorisce la maturazione perfetta dei frutti.Navel siciliano è noto per il suo🍊 sapore intensamente dolce, combinato con una succosità che lo rende perfetto sia per il consumo fresco che per la preparazione di succhi. Le condizioni climatiche della Sicilia, caratterizzate da estati calde e inverni miti, permettono a queste arance di accumulare elevate quantità di zuccheri durante la maturazione, che si traduce in un gusto esplosivo e in una texture succosa.Il clima mediterraneo della Sicilia gioca un ruolo cruciale nella produzione di questo agrume. Le piogge invernali, seguite da giornate di sole, creano un microclima ideale per la crescita delle arance. 🍊La ventilazione naturale delle aree collinari e l'esposizione al sole intenso contribuiscono a una fotosintesi ottimale, perfezionando la qualità del frutto. I suoli vulcanici e ben drenati della Sicilia, in particolare quelli della zona dell'Etna, basilare per conferire al Navel siciliano una mineralità unica, favoriscono la crescita di alberi sani e produttivi. La tradizione agricola, tramandata di generazione in generazione, ha permesso l'adozione di tecniche di coltivazione sostenibili e rispettose dell'ambiente, mantenendo intatta la qualità del prodotto.Rimane per eccellenza l arancio più dolce e nutriente in questo periodo ..#unitisivince #madeinitaly
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♾️🇮🇹Sicilia ♾️🍇Dopo la breve pausa tra Milano e Torino...Si parte a pieno regime con la campagna Dell'uva Italia..ma si prevede una campagna corta per i problemi delle temperature🍇 🌡🍇🌡🍇🌡🍇fuori da ogni logica.Il troppo caldo in Sicilia, caratterizzato da temperature estreme e ondate di calore prolungate, rappresenta una seria minaccia per la produzione dell’uva da tavola. Questo fenomeno climatico ha un impatto devastante sull’intero ciclo produttivo, alterando le dinamiche di crescita della pianta e compromettendo la qualità del frutto.🌡🍇🌡🍇 Durante le fasi più delicate di sviluppo dell’uva, come la fioritura e l’invaiatura (il momento in cui gli acini cambiano colore e iniziano a maturare), il calore eccessivo può porta a vari problemi. Le temperature sopra la media accelerano la maturazione, riducendo il tempo di sviluppo degli acini. Questo processo forzato può impedire una corretta accumulazione di zuccheri e acidi, elementi fondamentali per ottenere un’uva dal sapore equilibrato. Il risultato è spesso un frutto di qualità inferiore, meno dolce e con una consistenza meno gradevole. Inoltre, l’esposizione prolungata al caldo intenso provoca una disidratazione accelerata degli acini. Questi possono seccarsi o subire fenomeni di scottatura, che si manifestano con macchie scure sulla buccia e una riduzione della resistenza agli attacchi fungini. Il calore eccessivo può anche indurre il distacco precoce degli acini dai grappoli, riducendo notevolmente la resa complessiva. In alcune aree della Sicilia, l'assenza di piogge e la difficoltà di accesso all’acqua per l’irrigazione stanno rendendo il problema ancora più grave, poiché la pianta soffre lo stress idrico. Questo provoca una crescita stentata delle viti e una minore produzione di grappoli. Nei casi più estremi, il vigneto può essere compromesso per l’intera stagione, causando danni economici ingenti della qualità dell’uva comporta anche problemi nella commercializzazione. Un’uva danneggiata o con caratteristiche organolettiche alterate non soddisfa gli standard richiesti dal mercato, rendendo difficile la sua vendita e costringendo spesso gli agricoltori a svendere il prodotto a prezzi molto bassi. In sintesi, il troppo caldo in Sicilia porta a una serie di conseguenze negative sulla produzione dell’uva da tavola: dalla qualità del frutto, alla sua resa, fino alla sostenibilità economica dell’intera filiera.#unitisivince #MadeinItaly #Siccità 🍇🌡🍇🌡🍇 Gaetano🇮🇹 Bonfissuto🇮🇹 Ivan B.
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Sucilia ITALIA🇮🇹 L' uva Vittoria è un prodotto molto apprezzato a livello mondiale. Come riconoscere una partita di uva Vittoria siciliana, tenendo conto di vari aspetti come il terreno, l'altezza della pianta, il colore, la grandezza, il posizionamento al sole, le temperature, l'acinatura, la grandezza e il colore dei grappoli, e la distanza tra loro e la larchezza tra acino nonché i gradi Brix.Il terreno ideale per la coltivazione dell'uva Vittoria è di tipo argilloso-calcareo, ben drenato, con una buona capacità di ritenzione idrica ma senza ristagni. Questo tipo di terreno fornisce i nutrienti necessari per la crescita della vite e permette alle radici di svilupparsi in profondità.Le viti di uva Vittoria vengono generalmente coltivate su pergolato o spalliera. L'altezza della pianta può variare, ma in genere le piante sono potate in modo che i grappoli siano facilmente accessibili per la raccolta, spesso tra 1,5 e 2 metri dal suolo. Colore e grandezza dei grappoli I grappoli di uva Vittoria sono di grande dimensione, con un peso medio che può variare tra i 700 e i 1000 grammi oltre è soggettivo I chicchi sono grandi, di forma ellittica e ovale, e hanno una buccia spessa di colore giallo-verde, e non da verde a diventare bianco ma da verde a color oro c'è il rischio che la pianta regredisce di colore anche dopo raccolta deve assumere una sfumatura dorata quando esposti a una buona quantità di sole.La coltivazione dell'uva Vittoria richiede un'esposizione solare ottimale. Le viti sono generalmente piantate in posizioni ben esposte, preferibilmente su pendii rivolti a sud o sud-ovest per garantire la massima quantità di luce solare durante il giorno. Le temperature ideali per la coltivazione si aggirano tra i 25 e i 30 gradi Celsius durante il giorno e non scendono al di sotto dei 15 gradi Celsius durante la notte, soprattutto durante la fase di maturazione.Gli acini dell'uva Vittoria sono di dimensioni medio-grandi e gustosi. La polpa è dolce, con un buon equilibrio tra acidità e zuccheri, ciò attraverso controlli preventivi. Il colore degli acini è un giallo-verde e deve virare verso il dorato e non deve essere verde e non virare verso il bianco .I gradi Brix, che misurano il contenuto di zucchero nel succo d'uva, per la varietà Vittoria si attestano generalmente tra i 16 e i 20 gradi. Il 14 e da stare attenti che poco lo stacco ci sia possibilità di regressione del colore e sapore. Il 16 /20 di zuccheri assicurano il passaggio nella zona desiderata senza regressione una dolcezza ottimale e una buona conservabilità del frutto.Importante notare da esperienza vissuta che l'uva Vittoria è spesso coltivata con una gestione attenta della vigna con accorgimenti continui nel suo ciclo . La raccolta avviene manualmente, e va raccolta sempre a macchia di leopardo con la faccia rivolta di spalle al sole per non mascherare al taglio del grappolo e mascherare il colore dell uva per non essere ingannati dal sole #unitisivince #MadeinItaly
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