👉 Questa decisione, nota come "meat sounding", si inserisce in un ampio dibattito europeo sull'etichettatura degli alimenti plant-based. I giudici francesi hanno sostenuto che i consumatori non sono facilmente ingannabili e che le etichette chiariscono inequivocabilmente la natura vegetale dei prodotti. Questa tendenza contrasta con l'approccio italiano, che non ha ancora fornito evidenze concrete di confusione tra i consumatori. 👉 La maggior parte del latte crudo è stato consegnato ai caseifici, mentre una parte è stata utilizzata direttamente nelle aziende agricole per la produzione di vari prodotti lattiero-caseari freschi e lavorati. La Germania si è confermata come il principale produttore di latte, seguono la Francia, e altri Paesi come Spagna, Italia e Polonia. 👉 Secondo i dati, provenienti dal Good Food Institute e analizzati da Circana (ex Iri) e Npd Group, tra questi prodotti, quelli 'analoghi alla carne' hanno rappresentato il 53% delle vendite, in netta crescita rispetto al 39% del 2019. 👉 La città si unisce a Zwolle, Haarlem, Amsterdam e Noord-Holland nell'esplorare tali restrizioni. Il divieto si applicherà solo ai cartelloni pubblicitari di proprietà delle autorità locali e entrerà in vigore al termine dei contratti attuali con le agenzie pubblicitarie. 👉 Il progetto coinvolge tre aziende canadesi, con l'obiettivo di produrre un salmone vegano intero che promette di offrire agli acquirenti lo stesso gusto e la stessa consistenza dei loro amati salmone convenzionali. Questa iniziativa riflette l'interesse crescente del Canada nel settore delle proteine vegetali, con previsioni di crescita del mercato del 9,2% all'anno fino al 2027. #ecoita #eco #goodnews #plantbased #alimentazione #vegan
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In che modo le etichette poste sul prodotto possono promuovere una trasformazione verso un sistema alimentare sostenibile, sano per il consumatore e rispettoso dell'ambiente? 🌱 Infatti le etichette interpretative multilivello, utilizzate per comunicare il benessere animale, la qualità nutrizionale e l'impatto ambientale, si sono dimostrate efficaci nel guidare scelte alimentari più consapevoli. 👉 Attualmente, il Nutri-Score è l'etichetta più diffusa in Europa per indicare la qualità nutrizionale dei prodotti, mentre l'Eco-Score, simile al Nutri-Score ma focalizzato sull'impatto ambientale, è in fase di sperimentazione in alcuni negozi Lidl a Berlino e già utilizzato da catene come Colruyt e Carrefour in Francia. Il rischio è che l'incremento delle etichette potrebbe sovraccaricare di informazioni, ostacolando la capacità di fare scelte sostenibili. Tu cosa ne pensi? #food #consumer #nutrizione #sostenibilità #ambiente #etichette
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Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo una indagine condotta da Astraricerche e Unione Italiana Food, sono circa 22 milioni gli italiani che consumano prodotti plant based (cioè a base di proteine vegetali vegetali, spesso nati come alternativa a cibi con proteine di origine animale come carne e formaggio). Non a caso Ferrero sceglie il suo prodotto principale per segnalare l’inizio di un cambiamento epocale. È una delle due grandi traiettorie di novità sull’alimentazione (l’altra è l’etnico) e di ciò che troveremo, in quantità notevolmente superiore ad oggi, sugli scaffali della Grande Distribuzione tra non molti anni. I prodotti alimentari proteici di origine vegetale sono considerati più sani, più nutrienti rispetto alle offerte dietetiche a base di carne. Per ragioni anche di questo tipo, le fonti di proteine vegetali, stanno riscuotendo una popolarità di mercato senza precedenti. La Germania è sicuramente il Paese dove la GDO sta investendo di più. Già oggi, la percentuale di prodotti a base vegetale venduti nell’ambito della gamma a marchio proprio da ALDI SÜD ha superato gli articoli a base animale, con il primo che rappresenta il 60% del totale. Mahi Klosterhalfen presidente della Fondazione Albert Schweitzer, ha dichiarato: “Il Retail food svolge un ruolo cruciale nella transizione verso una dieta più a base vegetale”. Attraverso la partnership strategica con Naturland Zeichen GmbH e l’introduzione del nuovo marchio biologico Nur Nur Natur l’anno scorso, ALDI Süd continua costantemente la sua traiettoria biologica. Inoltre, l’azienda è sempre più impegnata per una maggiore educazione alimentare – per i propri dipendenti, i clienti e promuovendo misure di educazione alimentare nelle scuole in Germania. Da noi il recente rapporto Coop 2024 conferma la tendenza. Sono il 39% gli Italiani disposti a ridurre il consumo di carne per impattare di meno sull’ambiente e stare meglio. Secondo il rapporto si innestano così nel mercato trend nuovi: il biologico torna finalmente a crescere, le vendite di frutta e verdura arrestano il proprio calo iniziato inesorabile nel 2017 e, per la prima volta, viene venduta meno carne. «L’’ambizione del 39%, racconta il direttore generale di Ancc Coop Albino Russo, non diventa immediatamente comportamento di consumo, ma siamo vicini a un cambio di rotta. Una tendenza quindi da seguire con attenzione perché coglie sia aspetti etici ed ecologici, volti a preservare la salute e il benessere degli animali e contrastare gli allevamenti intensivi ma anche di tipo salutistico ed economico. Scelta positiva che però porta con sé anche elementi contraddittori. Vedi la demonizzazione sul consumo eccessivo di zuccheri, che coinvolge anche la frutta. Sempre secondo il Rapporto Coop gli under 35 in Italia ammettono di non consumarla come dovrebbe essere in una alimentazione equilibrata. Se si confermasse la tendenza, questo non sarebbe affatto positivo. (l’articolo completo è sul blog) https://bit.ly/3XOmsAv
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Quando andate a fare la spesa, leggete spesso le etichette dei prodotti? E quando scegliete quale prodotto comprare quali sono gli aspetti che considerate di più? È possibile ridurre gli sprechi alimentari mettendo in pratica una serie di atteggiamenti più consapevoli, partendo dal riconoscere le informazioni necessarie per identificare la filiera o il tipo di allevamento da cui deriva un determinato cibo. Ne abbiamo elencati qualcuno insieme a In's Mercato, il primo discount in Italia a inserire la linea biologica, oltre 10 anni fa, con più di 110 referenze. Acquistare in modo più consapevole può anche favorire la creazione di un’economia circolare che prevede la minimizzazione degli scarti e il riutilizzo delle risorse. Le scelte individuali di acquisto possono influenzare l'intera catena alimentare, dalle modalità di produzione, fino alla distribuzione e al consumo finale, contribuendo così a creare un sistema alimentare più rispettoso dell'ambiente e dei suoi esseri viventi. Contenuto pubblicato in partnership con In's Mercato. #ad
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Leggere le etichette dei prodotti è un ottimo primo passo verso acquisti più consapevoli. Informarsi sull'origine degli alimenti, come il tipo di allevamento o la filiera, aiuta a fare scelte più sostenibili e ridurre gli sprechi. Come menzionato da In's Mercato, promuovere una filiera più responsabile favorisce anche l'economia circolare, minimizzando gli scarti. Acquistare consapevolmente non solo migliora la nostra salute, ma contribuisce a un sistema alimentare più rispettoso dell'ambiente!🌍🥕 #etichettatura #ambiente #sicurezzalimentare #economiacircolare #circulareconomy
Quando andate a fare la spesa, leggete spesso le etichette dei prodotti? E quando scegliete quale prodotto comprare quali sono gli aspetti che considerate di più? È possibile ridurre gli sprechi alimentari mettendo in pratica una serie di atteggiamenti più consapevoli, partendo dal riconoscere le informazioni necessarie per identificare la filiera o il tipo di allevamento da cui deriva un determinato cibo. Ne abbiamo elencati qualcuno insieme a In's Mercato, il primo discount in Italia a inserire la linea biologica, oltre 10 anni fa, con più di 110 referenze. Acquistare in modo più consapevole può anche favorire la creazione di un’economia circolare che prevede la minimizzazione degli scarti e il riutilizzo delle risorse. Le scelte individuali di acquisto possono influenzare l'intera catena alimentare, dalle modalità di produzione, fino alla distribuzione e al consumo finale, contribuendo così a creare un sistema alimentare più rispettoso dell'ambiente e dei suoi esseri viventi. Contenuto pubblicato in partnership con In's Mercato. #ad
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Si attesta che nel 2050 saremo più di 9 miliardi. Come riusciremo a produrre cibo per tutti in modo sostenibile? Scienziati, chef e imprenditori stanno puntando sui Novel food al fine di implementare la cucina italiana con nuovi ingredienti che abbiano un impatto ridotto rispetto a quelli utilizzati fino a questo momento. Probabilmente in un futuro non troppo lontano, il nostro menù prevederà “carpaccio di medusa”, “pizza con impasto di farina di insetti”, “formiche nere e bachi da seta”. Infatti, una delle maggiori sfide per l’uomo sarà quella di trovare cibo a sufficienza, per pura necessità. Ma cosa si intende per Novel food? Si tratta di cibi che storicamente, all’interno degli Stati dell’Unione, non vengono consumati. Per poter essere legalmente commercializzati necessitano dell’autorizzazione della Commissione UE che, a sua volta, deve ricevere il consenso dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Possono essere organismi animali, come per esempio le meduse o gli insetti, o prodotti provenienti da alimenti classici. Questi organismi vengono creati con l’utilizzo di tecnologie innovative. I primi Novel food? Li abbiamo inseriti in un’infografica.
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Quali sono le principali opportunità e sfide nell'espandere la presenza dei prodotti alimentari italiani sui mercati esteri? Sarà possibile soddisfare la crescente domanda di cibi convenienti senza comprometterne la qualità nutrizionale? Come bilanciare la promozione del "Made in Italy" con la necessità di adattarsi alle preferenze dei consumatori internazionali? I governi e le organizzazioni possono incoraggiare una transizione verso diete più sostenibili? Tra "mondo vegetale" e "mondo proteico" martedì 16 aprile esploreremo il crescente interesse su queste tematiche e l'impatto sociale ed economico del commercio alimentare su scala globale, delineando lo scenario alimentare attuale. Lo faremo in compagnia dei nostri relatori esperti Luigi Consiglio, Presidente, Eccellenze d'Impresa, Nicola Levoni, Presidente, Levoni SpA e Federico Odella, Amministratore Delegato, Bonduelle Italia. Per richiedere l'iscrizione clicca qui >> https://lnkd.in/dDG5cm6K #scenarioalimentare #sostenibilità #madeinitaly #globalizzazione #leaderlearnfromleaders #movingideas Antonio Ambrosetti Patrizia Gaverzi
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La vendita dei prodotti basati sul concetto di plant based, vale a dire con l’utilizzo di materie prime provenienti esclusivamente da piante coltivate in modo organico e naturale, ma anche con criteri di eco-sostenibilità che garantiscano il minor impatto ambientale possibile, continua ad avere un significativo aumento, ancor più rilevante pensando alla grande inflazione del biennio 2022/2023 che ha certamente diminuito il potere di acquisto del consumatore medio davanti allo scaffale della spesa all’interno della GDO, e che avrebbe potuto scoraggiare la vendita di queste produzioni più care rispetto alle tradizionali su base animale. In particolare, invece, analizzando l’ultimo dato ufficiale di fine 2023 fornito da uno studio di Circana, elaborato dal Good Food Institute Europe, il fatturato degli alimenti a base vegetale nei supermercati e nei discount in Italia ha raggiunto i 641 milioni di euro, con un aumento del 16% rispetto al 2021, e sicuramente anche il recente lancio di un prodotto quale Nutella Plant Based, che si affianca a quello tradizionale e storico, contribuirà ad un ulteriore incremento nel 2024, probabilmente ancor più elevato visto l’assestamento verso il basso della spinta inflattiva. Nel dettaglio va anche evidenziato come l’analisi sia stata effettuata su sette categorie di prodotti plant based quali la carne, il latte, il formaggio, lo yogurt, il gelato, il dessert e la panna, con una preferenza da parte dei consumatori in particolare per la carne vegetale e tutte le alternative al latte, categorie che si dividono rispettivamente il 49% e il 31% del mercato italiano del vegetale sostenibile. Uno degli aspetti più interessanti del rapporto è rappresentato dai volumi di vendita del formaggio vegetale che, tra il 2022 e il 2023, sono aumentati di oltre tre volte rispetto a quelli di origine animale, 40% rispetto al 12%, nonostante i prezzi più alti, e questo fa ben capire come l’esigenza del consumatore sia fortissima in tale direzione. In ogni caso resta evidente che, affinché il mercato dei prodotti plant based possa definitivamente esplodere, sia necessario un allineamento dei prezzi di vendita con quelli di origine animale e questo passaggio, secondo le considerazioni degli esperti di Good Food Institute Europe, deve transitare anche da legislatore che dovrebbe promuovere la diversificazione proteica e garantire pari opportunità nel mercato, eliminando determinate restrizioni come ad esempio quelle in materia di etichettatura.
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Qual è lo scenario alimentare attuale? E in che direzione si sta muovendo? A queste (e tante altre) domande risponderemo martedì 16 aprile al webinar di Ruling Companies. Potete iscrivervi a questo link: https://lnkd.in/d55xtnBP
Quali sono le principali opportunità e sfide nell'espandere la presenza dei prodotti alimentari italiani sui mercati esteri? Sarà possibile soddisfare la crescente domanda di cibi convenienti senza comprometterne la qualità nutrizionale? Come bilanciare la promozione del "Made in Italy" con la necessità di adattarsi alle preferenze dei consumatori internazionali? I governi e le organizzazioni possono incoraggiare una transizione verso diete più sostenibili? Tra "mondo vegetale" e "mondo proteico" martedì 16 aprile esploreremo il crescente interesse su queste tematiche e l'impatto sociale ed economico del commercio alimentare su scala globale, delineando lo scenario alimentare attuale. Lo faremo in compagnia dei nostri relatori esperti Luigi Consiglio, Presidente, Eccellenze d'Impresa, Nicola Levoni, Presidente, Levoni SpA e Federico Odella, Amministratore Delegato, Bonduelle Italia. Per richiedere l'iscrizione clicca qui >> https://lnkd.in/dDG5cm6K #scenarioalimentare #sostenibilità #madeinitaly #globalizzazione #leaderlearnfromleaders #movingideas Antonio Ambrosetti Patrizia Gaverzi
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Fiducia nel settore alimentare ai minimi storici Il 6° Food Trust Report dell'EIT Food (sezione dell’istituto UE per l’innovazione e tecnologia) ha evidenziato un calo di fiducia dei consumatori nei confronti degli attori del settore alimentare e una diminuzione delle scelte alimentari sane e sostenibili. Scelte alimentari L’indagine ha coinvolto 19.642 consumatori in 18 paesi europei. Nell’anno 2022 solo il 53% dei consumatori si sente sicuro riguardo alla sicurezza del cibo che consuma, mentre solo il 44% ritiene il proprio cibo sano. Inoltre, solo il 56% intende seguire una #dieta sana (-5% rispetto al 2021), e solo il 36% considera sostenibile il proprio cibo. Il 71% dei consumatori desidera uno stile di vita sostenibile, ma nel 2020 questa percentuale era del 78%. Questo scetticismo si applica anche all’innovazione, con in media solo il 34%dei consumatori che afferma di essere aperto a nuovi prodotti alimentari. I più giovani sono tuttavia più disposti ad abbracciare innovazioni per diete più sane e sostenibili. Fiducia nel settore alimentare Gli agricoltori sono ancora i più affidabili, con un tasso di #fiducia del 65%, anche se solo il 53% crede che agiscano nell'interesse pubblico. I rivenditori seguono con il 50%, in fondo alla lista i produttori con solo il 46% dei consumatori che si fida di loro. Nello specifico, solo il 38% dei consumatori pensa che i produttori alimentari si preoccupino delle persone, e solo il 37% crede che siano trasparenti riguardo ai propri processi di produzione e vendita del cibo. Persino le autorità nazionali e comunitarie godono di poca fiducia, con solo il 45% dei consumatori che afferma di fidarsi di loro. Come migliorare la fiducia del consumatore "Al centro di tutto ciò c'è la necessità che il sistema #alimentare migliori la sua apertura e che i consumatori debbano avere fiducia che gli attori agiscano nell'interesse pubblico", afferma Kuhn di EIT Food. Certamente la comunicazione è un fattore importante. L'industria alimentare deve però fare un passo in avanti rispetto al semplice marketing, cui da sempre non lesina investimenti. Occorre fornire al #consumatore informazioni migliori e puntuali, che siano in grado comunicare i valori etici aziendali, ed allo stesso possano essere ritenute comprensibili, oneste e affidabili. Altro aspetto fondamentale è la trasparenza aziendale, che deve necessariamente essere affiancata da #innovazione organizzativa e tecnologica. Per approfondimenti riportiamo link nel 1° commento:
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Mercato vegano: Italia al terzo posto in Europa con 681 milioni di euro di vendite: La Germania è al primo posto in Europa per consumo di alimenti a base vegetale, con un valore di quasi 2 miliardi di euro nel 2022.
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