Il settore sociosanitario e, in particolare, gli enti non profit di cura delle persone fragili vivono un contesto di profonda tensione da diversi punti di vista: finanziamento, mercato del lavoro, trasformazione dei modelli di business. Per questo è fondamentale uno 𝘀𝗹𝗮𝗻𝗰𝗶𝗼 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗻𝗻𝗼𝘃𝗮𝘁𝗮 𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼, 𝘀𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗮𝗴𝗲𝗿𝗶𝗮𝗹𝗲. Nell'articolo allegato, uscito su Nuova Proposta, rivista di Uneba, pongo alcune questioni a mio parere fondamentali, non ultima quella di sostenere il rinnovamento e la qualificazione delle professioni manageriali in ambito sociosanitario, non perdendo mai la bussola etica dettata dalla mission originaria degli enti. A breve ripartirà anche il 𝗠𝗮𝘀𝘁𝗲𝗿 𝗨𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗜 𝗹𝗶𝘃𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗶𝗻 𝗠𝗮𝗻𝗮𝗴𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗼𝘀𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶 realizzato da Dipartimento di Management - Università di Verona in collaborazione con Uneba del Veneto per dare un concreto contributo al processo in atto. https://lnkd.in/detAFcvu
Condivido la riflessione. Sono, peraltro, convinto che la dimensione manageriale debba essere potenziata (e, forse, soverchiata) dalla componente professionale dedicata ad una innovativa capacità di lettura dei bisogni e da una propulsiva capacità di superare alcune visioni, modalità, paradigmi troppo diffusi ma superati dalla realtà. Realtà che non accetta più di essere standardizzata. Esempi incoraggianti, per fortuna, ce ne sono.
Molto utile ...grazie per la riflessione!
Direttore Generale presso Tonini Boninsegna - Struttura Socio Sanitaria; Amministratore Delegato presso Weeen - Temporary Management | SDA Bocconi - Management delle Strutture Sanitarie e Socio-Assistenziali
1 meseGrazie Giorgio Mion per questa riflessione profonda e attuale! Condivido pienamente la necessità di una rinnovata etica del lavoro nel settore sociosanitario. Come operatore del settore, per rispondere alle crescenti complessità del sistema ritengo anche fondamentale affiancare a questa visione l’adozione di tecniche avanzate di management, che prevedono la progettazione di solidi schemi di deleghe e procure, la pianificazione strategica, il controllo di gestione, la valorizzazione delle risorse umane e la digitalizzazione. Solo attraverso modelli organizzativi adeguati possiamo garantire la sostenibilità economica, la centralità della persona fragile e la generazione di valore sociale.