Post di Lavinia Furlani

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Presidente presso Wine Meridian

𝗟𝗲 𝘃𝗶𝘀𝗶𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗻𝘁𝗶𝗻𝗮 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝘂𝗴𝘂𝗮𝗹𝗶? A Vinitaly 2024 Roberta Garibaldi ha condiviso un dato significativo: il 65% degli enoturisti afferma che le cantine offrono esperienze di visita molto simili tra di loro. 🥱 Dopo la prima, la seconda, la terza, la quarta visita in cantina… Esiste il concreto rischio annoiarsi. Passeggiata tra i vigneti, visita nell’area produttiva e poi degustazione. Sembra tutto scritto, un copione già visto e rivisto. Ma c’è un modo per uscire da questo schema monotono? 🎢 Molte aziende giustamente affermano, “la nostra cantina non è Disneyland” e siamo assolutamente d’accordo. La visita enoturistica non deve trasformarsi in un circo per turisti annoiati in cerca di emozioni forti senza alcun rispetto per il vino. Allo stesso tempo, però, siamo sicuri che esistano dei compromessi per offrire esperienze diverse, mantenendo il focus sul vino. Vale la pena mantenere questo schema standard e ripetitivo per le visite in cantina? È possibile che questo approccio, pur facilitando il lavoro quotidiano, finisca per offrire agli enoturisti un’esperienza già vista e rivista. Invitiamo quindi le cantine a riflettere su questo aspetto mettendosi in discussione. È davvero conveniente continuare a proporre visite standardizzate, sapendo che questo è ciò che fanno quasi tutte le altre cantine? O forse è il caso di considerare se un piccolo sforzo in più potrebbe fare la differenza?

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Andrea Monico

Wine&Food - Hospitality Manager | Marketing Coordinator | Brand Ambassador

1 mese

Non sono tutte uguali perché le cantine non sono tutte uguali per definizione, al di là delle cose ovvie come struttura produttiva ecc; inoltre, le persone che accolgono sono diverse! Andreste mai in ristorante sperando che vi offrano qualcosa di diverso da alimenti o antipasto primo secondo e dolce? No. E allora!?? Ci sarà o no differenza tra un 3 stelle e una bettola di paese?!?!La differenza non sta nel contenuto in sé ma nel modo di presentarlo e nel chi lo presenta. La famosa narrazione. Garibaldi deve cominciare a stare molto più zitta e pensare di più! Che scriva, tanto nessuno la legge! E se non ci riesce, vada a lavorare, facendosi assumere in una cantina, poi ne riparliamo! Quelli che predicano senza aver MAI lavorato sono muffa stantìa! 🤬😡

Giovanni Puiatti

Owner & Winemaker VILLA PARENS Iconic Boutique Family Estate Rare Fine Wines & Metodo classico Since 1967

1 mese

Quale sforzo e quale differenza?? Tutti a lanciare il sasso e nascondere il braccio, e a sperare che qualcuno si inventi una “differenza”, e magari che la condivida, in un settore dove vige il “ mors tua vita mea”!! Bisogna essere seduttivi, dire qualche cosa che rimane, che si porta con se, che evolve la conoscenza. Anche se, ribadisco e sottoscrivo, il problema è alla “base”, il prodotto😎

Antonio Romeo

Export Manager at Perlino Spa

1 mese

Ho lavorato per una cantina che accoglie una media di 15.000 persone l’anno e mai nessuno si è annoiato! Dovete smetterla di scrivere boiate perché il problema di questo settore siete voi che affermate cose a caso per sentito dire o per cercare notorietà . Ma il 65% di quale campione? Di quali numeri? Di chi e di quali cantine ha visitato!? Ma anche basta con queste fandonie gratuite, trovatevi un lavoro vero nel mondo del vino e poi ne riparliamo.

Claudio Magni

Commercial Director - Global Sales Director - Country Manager - International Business - Market Developer

1 mese

Lavinia sono d'accordo sul fatto che è sempre possibile offrire visite diverse, speciali o più personalizzate per i diversi visitatori. È anche vero che l'atteggiamento, la motivazione, lo storytelling della persona che presenta e fa accoglienza, fanno spesso una grande differenza. Bisogna mostrare quella passione, quella connessione con le persone in ogni visita. Salud!

Rosella Rocchetti

imprenditore agricolo professionale (IAP), owner società agricola Biologica Roccabianca prima dirigente nel settore medicale,

1 mese

Una cantina non è una giostra ma un luogo di lavoro. I nuovi enoturisti o i cosi detti Wine lovers, spesso pensano che la cantina sia solamente un luogo di svago, peccato che molti di loro ha mai messo le mani ne nella terra, ne nelle botti. Esperienze di parole e di sapori tutti diversi..... ma pochi sanno quanto lavoro si deve fare per ottenere una bottiglia di pregio. Poi possiamo girare il mondo, e così troveremo sempre vini e cantine differenze con vigne e vognaioli differenti. questo è bellissimo.!! e poco noiso

Mark Norman

La nostra missione è utilizzare la tecnologia per cambiare il modo in cui la comunità globale di appassionati di bevande scopre e interagisce con le aziende di bevande artigianali.

1 mese

Ci sono un numero incredibile di risposte a questo post. Stavo per rispondere, ma poi ho pensato di no quando ho visto così tanti italiani esprimere il loro punto di vista. Ho una grande esperienza non solo nella degustazione di vini, ma anche nella partecipazione a tour in giro per il mondo. La cosa più importante è che raramente mi viene chiesto di condividere il mio livello di esperienza con la guida turistica. Se così fosse, i visitatori esperti di una cantina si annoieranno. Raramente sento cosa rende unica una cantina (a meno che il proprietario o la famiglia non siano la guida turistica). Raramente senti in un tour cosa motiva lo staff anno dopo anno o quali sono i loro obiettivi per quell'annata. Nel 2024 i tour "semplici" non avranno molto successo. Questa discussione non dovrebbe avere lo scopo di sminuire le aziende vinicole, ma di fornire spunti su come migliorare, perché le aziende vinicole di tutto il mondo stanno correndo per migliorare!

Stefano Costa

Titolare presso Travel-Lab T.O. & D.M.C.

1 mese

Gentilissime Lavinia Furlani e Roberta Garibaldi, intervengo con la mia personale esperienza di chi ama il vino (sono sommelier AIS) e ama i viaggi del vino (gestisco un tour operator che, tra le altre, organizza e vende esperienze di visita in alcune cantine italiane) e posso dire che, in linea di massima, le esperienze di visita in cantina sono davvero molto simili. Non dico "uguali", per onorare la lingua italiana, ma sicuramente "simili": incontro con una guida (talvolta svogliata), passeggiata tra le vigne (se sono vicine alla cantina di produzione), passaggio in cantina (vasche in acciaio, cemento, bottaie, barricaie...), sosta nel locale degustazione che, spesso, è attiguo allo shop. Ovviamente dev'essere così, anche perché questi tour sono propedeutici alla vendita del vino e dobbiamo, qui, ricordare che l'eno-turista alimenta un grandissimo business per tante cantine che non sono nella GDO e/o in altre modalità distributive. Però c'è "un però": se si vuole qualcosa di differente, quanto si è disposti a pagare? Spiego meglio: se io fossi in quel 65% di persone che, stando ai dati esplicitati dalla ricerca di Roberta Garibaldi mi chiederei anche cosa vorrei io di diverso e quanto sarei disposto a spendere per averlo.

Guido Speranza

Parlo delle polizze che possono servirti | rischi della persona | rischi della azienda

1 mese

Qualche visita mi è capitato di farla. Fondamentale non mi annoio se il vino che degusto appaga il mio palato.

Roberta Garibaldi

LinkedIn Top Voices, Tourism expert, Professor, Keynote Speaker, International Consultant

1 mese

Grazie Lavinia. Il dato riportato nasce da una indagine sui turisti italiani, è stata svolta cinque volte diverse in differenti periodi (maggio 2019 sino ad aprile 2024) su un campione rappresentativo della popolazione italiana con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview). Il campione è stato estratto in modo casuale semplice dal panel di individui e risulta essere rappresentativo della popolazione internet con quote per sesso, età ed area geografica (regioni). Le quote sono state calcolate sulla base della popolazione generale (dati Istat) e delle proporzioni specifiche di popolazione con accesso a Internet. L’universo di riferimento consiste nelle persone che hanno un’età superiore a 18 anni e che hanno svolto negli ultimi 12 mesi un viaggio che prevedesse almeno un pernottamento. Il numero di interviste valide è 1.567. L’errore massimo atteso dell’indagine è compreso tra ±3% con un intervallo di confidenza del 95% per singola indagine. I dati sono confermati survey dopo survey. Quindi l errore stimato si riduce ulteriormente.

Francesco Salinitro

Direttore commerciale - Boroli Vini -

1 mese

E' un tema trattato in modo troppo superficiale: in questo condivido la posizione del collega Antonio Romeo. La variabilità che c'è nel target/posizionamento/tipologia/regionalità (e molto altro), da cantina a cantina, è così varia che diventa molto molto difficile discutere il tema in questi termini.

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