Dove si può innestare l'arte?
Ovunque.
Nelle città d'arte basta guardarsi attorno per vedere fontane, acquedotti, piazze, campanili, abitazioni, portici e giardini tutti bellissimi e tutti funzionali; perché i veri e grandi artisti, oggi guidati da grandi curatori e progettisti, ma ieri in simbiosi con la natura, le persone e i luoghi, non hanno mai fatto giraffe sui palazzi o personaggi effimeri (tipo Botero) che deturpassero l'armonia dei luoghi o ne impedissero la vivibilità. Anzi, l'hanno moltiplicata all'infinito.
Tutti noi, nelle città d'arte, ci viviamo bene, ci vogliamo andare sempre volentieri, ci sentiamo a casa: perché quelle forme intellegibili e intelligenti risuonano con le nostre corde, quelle sensoriali o quelle cognitive. Quell’intelligenza visiva sollecita il nostro eros e lo rimette in congiunzione con le altre persone, i contesti, i processi e i luoghi.
Bello no?
No, non è bello. É l'arte, e non ha niente a che vedere con la bellezza, termine ormai relegato alla sfera dell'effimero. Perché la bellezza muore, l'intelligenza dell'arte resta per sempre. Basta guardarsi intorno.
Noi facciamo progetti con arte e art thinking da 20 anni esatti, riuscendo a risolvere temi e questioni sia nelle imprese, sia nelle istituzioni, nelle professioni, nelle comunità e nei processi relazionali e produttivi di ogni contesto e sistema complesso.
Lo abbiamo imparato da Olivetti ed evoluto con il nostro Team: qui potete leggere dei nostri progetti per credere e riflettere con noi.
Ci piace evolvere e produrre valore per noi stessi, per i committenti e per la comunità, perché non vediamo categorie separate, vediamo invece alveari armoniosi e distinti.
Ma non distanti.