È GIUNTA LA FINE PER L’ASPIRAZIONE SOVRANISTA?
Ed eccoci arrivati alla normalizzazione dell’anomalia italiana. Grazie a poche, abili e strategiche mosse il nostro paese ritorna ne l’alveo dell’Europa, azzerando gli afflati sovranisti.
Cade il governo giallo verde, una coalizione tra due partiti distantissimi che avevano in comune solo un’idea, quella che far parte dell’unione ci danneggiasse, più che favorirci.
A l’improvviso, il Movimento 5 stelle dimentica la propria vocazione, ma senza dichiarazioni dirette o comunicazioni espresse ai propri simpatizzanti; in sordina, alla chetichella, si è dato corso al cambio di casacca. Il voto a favore alla nomina a commissario UE della famigerata Ursula Von der Leyen, viene indicato come la linea spartiacque.
La lega, invece, sceglie di immolarsi in modo più pittoresco e romantico. Il proprio leader, Matteo Salvini, chiama un’improbabile crisi di governo e si condanna a l’auto esclusione. Non c’è bisogno di essere esperti di neurolinguistica per interpretare il suo stato d’animo mentre, durante la locuzione del primo ministro Conte in parlamento, stringe in mano un rosario. È un uomo in preda al panico, ma dov’è finito il suo piglio altero al limite della strafottenza? Da cosa sta scappando? C’è chi pensa che i dossier sulla sua liaison con Mosca siano un po’ più imbarazzanti e probanti di quanto non si creda. Prendere soldi dai russi da segretario di partito è un conto, prenderli da ministro dell’interno è un altro. Ma la guerra fredda non è finita, si dirà? Vero ma siamo pur sempre un protettorato USA. Viene da pensare che qualcuno abbia consigliato al buon Matteo, di dimettersi per evitare imbarazzanti scandali, più che a lui al paese che rappresenta. Dietrologia? Delle più becera, si intende.
Vincitore su tutta la linea l’avvocato Giuseppe Conte, uno che le scuole le ha finite. Salvini e Di Maio se l’erano scelto come uomo di paglia, ma a impagliarli ci ha pensato lui. Mentre loro si occupavano dei social, lui socializzava di persona, girando il mondo e accreditandosi presso i grandi della terra. Evidentemente ha fatto un buon lavoro perché a Mattarella, i grandi della terra, hanno imposto lui come capo del nuovo governo giallorosso.
Finisce quindi qua la battaglia sovranista e antieuropeista italiano?
Difficile crederlo, perchè il seme è stato gettato, la lezione subita severa ma istruttiva.
Cosa potrebbero aver imparato i sovranisti italiani, quindi, da questo smacco?
Prima di tutto che non esprimono ancora una forza coesa e senza forza non si raggiunge il potere. Dovranno, pertanto, formulare un progetto politico che sia chiaro e ben strutturato che indichi le fasi per raggiungere il loro obiettivo. Non basta dire siamo sovranisti, occorre pianifichino anche il futuro di un’Italia nuovamente indipendente. Visto che contestano, in primis, la politica economica dell’unione europea in funzione selvaggiamente liberista (anche se scopriamo che in paesi come la Francia lo statalismo economico è floridamente in salute…), non basta si appellino al totem della valuta nostrana, occorre prima dichiarino come vogliano sia governata la nostra economia.
Prima devono pensare poi agire.
Dal progetto dovranno poi passare alla creazione di un movimento politico. L’offerta attuale è ancora troppo frazionata e legata a schemi obsoleti per essere efficace. Deve nascere un nuovo soggetto politico la cui raison d'etre sia interamente incentrata su l’obiettivo.
Infine: non è più tempo di dilettanti allo sbaraglio. Occorrono leader preparati, l’ignoranza (impiegata o sfruttata che sia) è un potente propellente per raggiungere il potere, ma una zavorra se lo vuoi mantenere.
Il fronte avversario contro cui si vogliono misurare è forte e abile. Una scaltrezza colpevolmente sottovalutata. La caduta del governo giallo verde ne è la dimostrazione. Sono bastate poche mosse, da giocatori di scacchi, per avere ragione di chi pensava si giocasse a rugby.
Siamo quindi pronti agli Stati Generali del Movimento Neo Sovranista?
Stiamo a vedere...