10 consigli per essere efficaci con il personal branding e la web reputation
Siamo ciò che raccontiamo, ma non tutti se ne rendono conto. C'è una differenza (a volte notevole) tra come ci vediamo noi e come gli altri ci leggono. Il fondatore e CEO di Amazon Jeff Bezos ha detto «Your brand is what other people say about you when you're not in the room».
Ed è così. Se è vero che siamo oltre 7 miliardi di abitanti sulla Terra, ogni storia (come ho già accennato qualche giorno fa) assume un maggior valore quando viene riconosciuta come autentica e, quindi, unica.
Trovo curioso, quanto frequente, l'incapacità di pensare al proprio divenire con un approccio paragonabile a quello che si utilizza nel mondo delle imprese. La strategia, in quanto personale, superati i primi timori può diventare naturale e per questo anche parzialmente dinamica. Quale audience? Canali? Azioni? Obiettivi? Considerato ciò in maniera sana, senza stress né pianificazioni superflue, può "salvarci" dandoci l'opportunità di fare e proseguire la professione e la vita dei nostri sogni.
Questi sono 10 brevi consigli che possono a mio parere contribuire ad essere efficaci nel raccontarsi durante la Terza Rivoluzione Industriale:
1. Contenuti. Dare rilevanza a ciò che si pubblica online, su blog, forum e sui social network. Mantenere alta la qualità (dei testi e delle foto/immagini). Non "svendersi" a brand di cui non sentiamo l'appartenenza: pensare di "utilizzarli" guadagnando sulla visibilità che chiedono può creare invece un danno a noi stessi;
2. Mezzi. Presidiare i giusti luoghi digitali in base a ciò che si vuole raccontare e puntando su ciò che permette di valorizzarsi (ad es. Instagram o Pinterest se si è più "visivi" oppure Facebook o un blog se si preferisce la scrittura);
3. Coerenza. Vita reale e digitale debbono parlarsi. Dai vestiti (leggete delle t-shirt di Steve Jobs e di Mark Zuckerberg), al taglio dei capelli, al linguaggio non-verbale e ai post su Facebook: ogni elemento è un pezzo del nostro puzzle che ci racconta. Per questo è fondamentale (ri)trovare sè stessi: è molto più difficile mentirsi (consiglio a proposito la lettura di "Business Model You")!;
4. Dinamicità. Tanto il passaparola online è veloce, tanto - conseguentemente - il pubblico si dimentica di ciò che è stato diffuso pochi giorni prima. La costanza e la frequenza dei frame di una pellicola determinano come una storia può crescere, svilupparsi oppure essere dimenticata;
5. Relazioni. A chi e come ci si relaziona? Chiunque si incontri nel proprio percorso non può essere considerato "solamente" per sè, ma anche in quanto "amico dell'amico" (ad es. quanto fa bene alla propria salute, prima ancora di quella altrui, essere compassionevoli evitando di conservare rancori?);
6. Public writing. Si fa un gran parlare del public speaking, ma oggi il "public writing" è in mano ad oltre 25 milioni di italiani che usano mensilmente Facebook. Mai immaginato di essere sul palco appena si è pubblicato? Non è che raggiungere centinaia di "amici" senza aver letto loro il messaggio di fronte sia come se non lo avessero ricevuto;
7. Radici. Fare un ponte tra il punto da cui si è partiti e dove si è ora chiarisce le proprie idee oltre a motivare un certo percorso;
8. Futuro. Investire su sè stessi significa pensare anche al proprio futuro. Quali prossimi passi fare? Le curve si possono sempre prendere, ma l'intenzione di una direzione facilita nel raggiungere una meta;
9. Networking. Luoghi, eventi, iniziative: chi si frequenta contribuisce a raccontare di sè stessi e ciò che si scrive faciliterà particolari e diversi incontri;
10. Privacy. Intimità, curiosità, sincerità: sono valori che dipendono dalle proprie scelte e contemporaneamente, nella loro applicazione, determinano come si intende essere percepiti.
Buona intraprendenza a voi!
Fancy is easy. Simple is hard. Improve UX of Life
8 anniMolto interessante questa riflessione! Grazie Lorenzo per gli spunti ;)