Agricoltura conservativa: una scelta di sostenibilità
In un contesto in cui la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana è una priorità, l’agricoltura conservativa è fortemente incentivata da organizzazioni e istituzioni mondiali.
Questa pratica mira a conservare la materia organica del suolo e migliorarne la qualità attraverso pratiche agricole sostenibili, come la riduzione delle lavorazioni, la copertura costante del suolo e la diversificazione delle colture per aumentare la fertilità del terreno. La stessa Politica Agricola Comune (PAC) dell'UE, con l'obiettivo di garantire una produzione alimentare sicura, di sostenere le economie rurali e proteggere l'ambiente, incoraggia e finanzia un approccio come quello dell’agricoltura conservativa, votato a preservare la salute del suolo, l'equilibrio ecologico e la biodiversità, evitando l'uso eccessivo di sostanze chimiche e pratiche intensive.
Agricoltura conservativa vs agricoltura convenzionale
Oltre a un concetto di sostenibilità intrinseco dell’agricoltura conservativa, questa pratica si differenzia dall’agricoltura convenzionale per altre ragioni che vanno ben oltre il rispetto del suolo.
Alle coltivazioni intensive dell’agricoltura convenzionale, volte a massimizzare la fertilità del terreno, l'agricoltura conservativa contrappone tecniche di coltivazione sostenibili come la rotazione delle colture, il sovescio organico, la copertura del suolo e il controllo meccanico delle infestanti. L’attuazione di pratiche agricole alternative porta a ridurre l’utilizzo di prodotti chimici, che nell'agricoltura convenzionale hanno il compito di aumentare la produttività delle colture e di difenderle, ma rischiano di danneggiare gli ecosistemi circostanti. Ecco che grazie a un ridotto utilizzo di chimici e all’attuazione di pratiche sostenibili che migliorino la qualità e la fertilità del suolo nel lungo termine, l’approccio conservativo ha un impatto ambientale inferiore rispetto a quello proposto dall’agricoltura convenzionale.
Le lavorazioni in ambito conservativo
Con lo scopo di preservare la materia organica e la struttura del suolo, le lavorazioni nell’ambito dell’agricoltura conservativa prevedono un intervento minimo sul terreno per aumentarne la produttività e ridurre l’impatto ambientale.
ECO ARATURA: sebbene l’aratura sia da molti reputata una lavorazione datata e troppo invasiva, può essere effettuata all’interno dell’agricoltura conservativa entro determinati limiti. Attraverso l’utilizzo di eco aratri (macchinari moderni pensati per una lavorazione non solo superficiale ma anche più sostenibile del suolo) si può infatti lavorare a profondità contenute (15-18 cm), senza compromettere la materia organica presente e limitando (se non in alcuni casi eliminando del tutto) l’uso di agenti chimici. Accanto all’eco aratura, però, devono essere eseguite ulteriori lavorazioni votate alla tutela del substrato organico.
DISCATURA: attraverso questa lavorazione, utile a rompere e mescolare la superficie del suolo, il terreno viene lavorato a una profondità massima di 15 cm. L’effetto di rovesciamento sarà minimo ma si otterrà un terreno più soffice (dunque più facile da coltivare) e naturalmente più ricco di sostanze organiche, vista l’elevata quantità di residuo presente in superficie.
RIPUNTATURA: questa lavorazione, abbinando il ripuntatore a una serie di accessori, può essere eseguita anche a profondità ridotte, dai 15 ai massimo 35 cm, rimescolando il terreno e creando dei canali che aiutino a mantenere l’acqua nel suolo. Questo porterà le eventuali colture ad avere costantemente accesso a una fonte di umidità e non sarà necessario irrigare frequentemente. Oltre a un risparmio idrico e a una riduzione dell’impatto ambientale, la ripuntatura permette di migliorare la struttura del suolo, aumentando la capacità di drenaggio (utile in stagioni piovose), riducendo il rischio di erosione e incrementandone la biodiversità.
FRESATURA: l’obiettivo di tale lavorazione è sminuzzare e rimescolare gli strati superficiali del terreno. Incidendo il suolo a profondità ridotte, si andrà ad aumentarne l’umidità e la disponibilità di sostanze nutritive per una maggiore fertilità.
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Agricoltura conservativa: le attrezzature
La scelta dei macchinari agricoli per l’agricoltura conservativa richiede un’attenta valutazione di molteplici fattori, per assicurarsi che l’attrezzatura scelta sia adatta alle esigenze specifiche e contribuisca a un utilizzo più sostenibile delle risorse. Nell’ottica conservativa i macchinari impiegati devono minimizzare l’impatto negativo sul suolo e sull’ambiente per garantire una produzione agricola sostenibile nel lungo termine. I principali fattori da tenere in considerazione nella scelta della propria attrezzatura saranno sicuramente quelli di adattabilità, funzionalità, qualità e sostenibilità.
Il coltivatore combinato, un attrezzo nato per la minima lavorazione, opera prettamente in superficie (10-25 cm) e in un solo passaggio permette di miscelare, livellare e compattare il terreno, mantenendolo umido e preparandolo alla futura semina.
Il coltivatore a disco lavora tra i 5 e i 15 cm, e in un solo passaggio è in grado di miscelare molto e successivamente livellare il terreno. Il rovesciamento che si crea è minimo, mentre è elevata la quantità di residuo che si accumula in superficie e fornisce naturalmente ulteriore nutrimento al terreno.
Il ripuntatore è una macchina capace di scarificare il terreno, drenarlo e incentivarne la fertilità. Viene utilizzato per lavorazioni profonde ma, abbinato ai dovuti accessori, può lavorare entro i 25 cm di profondità, creando molto rimescolamento.
Anche la fresatrice è un macchinario in grado di conservare la materia organica del suolo, lavorando a una profondità compresa tra i 5 e i 25 cm e trovando impiego al termine di sovesci e cover crops (o cover agroecologiche), seminate per migliorare la qualità del substrato fornendo nutrimento al terreno.
Le macchine combinate, sebbene non rientrino nell’attrezzatura tipica da conservativa, possono comunque essere utilizzate per effettuare più lavorazioni in un unico passaggio. Questo aiuta a ridurre tempi e costi di lavorazione, ma soprattutto le emissioni e l’impatto sul terreno.
Perché l’agricoltura conservativa è incentivata oggi
Che istituzioni e organizzazioni come la FAO incentivino l’agricoltura conservativa a livello mondiale non è un caso: una pratica che promuove l’utilizzo responsabile delle risorse naturali al fine di contribuire a garantire un futuro più sostenibile e sicuro per la popolazione mondiale.
Aumentare la fertilità del suolo attraverso pratiche a basso impatto ambientale è un obiettivo centrale che le politiche agricole internazionali mirano a raggiungere, poiché è dalla qualità del terreno che dipende quella dei raccolti. Raccolti che si trasformano in foraggio per l’alimentazione animale, e in cibo per l’uomo.
L’agricoltura scandisce lo sviluppo della vita, ogni vita: senza un terreno fertile, sarebbe impossibile nutrire il mondo animale, la popolazione, così come produrre l’energia utile a compiere le nostre attività quotidiane. Ecco perché salvaguardare la salute dei terreni del pianeta diventa la chiave per garantirci un futuro.