Batti, corri e difendi la tua casa.
Molti anni fa sono stato un giocatore di baseball nella squadra della mia città. Passione che ho ereditato durate i miei studi negli USA. Al campus del Wagner College di Staten Island (NY) c'era un meraviglioso diamante. Diventato papà a 28 anni, ho persino tentato di insegnarlo a mio figlio Gian Marco, allora bambino, ma senza successo.
Il baseball è semplicissimo, anche se non sembra: si tira la palla, si batte la palla, si prende la palla. Difficile, semmai, è spiegarne le sensazioni a chi non l’ha mai fatto, raccontare che cosa si sente quando la si colpisce bene, quella palla dura come un sasso e con 108 cuciture tutt’attorno. C’è un istante in cui te ne rendi conto. È una sensazione fisica fantastica. Senti che viaggerà senza sforzo.
In realtà, credo che in nessun altro sport ci sia un gesto tecnico così difficile come la battuta. È una questione di meccanica. Perché non basta colpire la palla: devi far coincidere il suo centro con il centro esatto della mazza. Ma prima ancora è psicologia. Nel baseball l’intelligenza è più importante della forza. La cosa che mi piace più di tutte è proprio questa: è uno sport di squadra, ma prevede il duello uno contro uno. Sei tu contro il lanciatore. Devi capire le sue intenzioni, i suoi punti deboli. Solo che lui sta facendo la stessa cosa con te.
Prendo come spunto per questo post, un articolo di Vittorio Macioce dal suo blog : "Penso che il baseball possa essere letto anche come un romanzo della crisi, come paura del fallimento. Batti, corri e difendi la tua casa. È facile. Lo capiscono tutti, lo sentono tutti. La casa è la patria, è la terra, è dove finiscono gli altri, è quel confine che nessun governo si può permettere di stuprare, sono quelle quattro mura dove l’individuo o la famiglia costruiscono la propria libertà. Quattro mura come quattro basi. Il gioco è questo.
Non farti rubare la casa, perché lì c’è la tua identità, c’è tutto quello che hai, ci sono i tuoi ricordi e da lì parti per andare a caccia del futuro. È l’America che lo insegna patria di questo sport, anche quando cerca la frontiera, si avventura, si muove negli spazi nomadi di un territorio immenso, si porta dentro la nostalgia della casa. Anche noi italiani siamo stati nomadi. Siamo andati via per inventarci una fortuna, per fuggire dalla miseria e anche noi ci siamo portati un pezzo di casa nelle valigia. È tanto che non si migra più. Non da senza terra, almeno. Eppure questa crisi ci sta colpendo proprio dove pensavamo ormai di poter mettere radici. La casa è diventata il centro delle nostre paure. Qui non si cresce con il batti e corri. L’Italia è terra di calcio, uno sport che non ho mai giocato e amato nemmeno come tifoso di nessuna squadra del cuore. Ma anche il nostro calcio ha a che fare con la casa. Siamo passati alla storia come i maestri del catenaccio, con i Burgnich e i Gentile, i Rosato e i Bruscolotti convinti che la regola della vita sia «prima non prenderle», con Zoff o Buffon come ultimo baluardo davanti alla porta. Anche per noi la casa è tutto. È anche per questo che ogni scandalo sulla casa, da affittopoli ai privilegi della seconda repubblica, fatichiamo a perdonarlo. È per questo che ogni tassa sulla casa la consideriamo un abuso di Stato. Un governo può chiedere sacrifici. Ma c’è un limite. Il baseball lo racconta in poche parole".
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7 anniNon esiste altro sport piu' emozionante....saro' di parte? ;-)
phenomenhunters.com - MP Silva - Silva International
7 anniconsiglio per il gentil sesso: "si puo' fare anche senza battere"