BORSA ITALIANA INTRODUCE IL CONCETTO DI ‘SUCCESSO SOSTENIBILE’
Il Comitato per la Corporate Governance ha approvato, nel gennaio 2020, il nuovo Codice di Autodisciplina delle società quotate sul Mercato Telematico Azionario (“MTA”) gestito da Borsa Italiana, denominato “Codice di Corporate Governance”. Il Codice, pur rivolgendosi nello specifico alle società con azioni quotate sul Mercato Telematico Azionario, rappresenta uno strumento senz’altro rilevante nell’individuare la best practice in materia di governance, per tutte le società.
Una delle innovazioni più significative del nuovo Codice è l’introduzione del concetto di successo sostenibile come «obiettivo che guida l’azione dell’organo di amministrazione e che si sostanzia nella creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società».
Borsa Italiana conferma dunque la rilevanza dell’integrazione della sostenibilità (di governance, ambientale e sociale) nella strategia aziendale e nella policy di gestione dei rischi delle società quotate.
Il concetto di “sviluppo sostenibile” è definito infatti come “obiettivo che guida l’azione dell’organo di amministrazione e che si sostanzia nella creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società”. E non si limita ad essere enunciazione di principio, raccomandando nel concreto che gli obiettivi ESG siano predeterminati, misurabili e legati a un orizzonte di lungo periodo, in coerenza con gli obiettivi strategici della società.
L’organo di amministrazione è dunque ufficialmente investito del compito di perseguire e creare valore non solo per gli azionisti, ma per tutti gli interlocutori aziendali, impostando la strategia di business, il sistema di gestione dei rischi e controllo interno, nonché le politiche di remunerazione in ottica di una sostenibilità trasversale, interessata ai temi ambientali, ma anche alla responsabilità di governance societaria, all’etica aziendale, ai temi sociali, alla gestione delle risorse umane e dei talenti dell’azienda (i temi anche conosciuti con l’acronimo ESG Environmental – Social – Governance).
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In tale contesto si pone quale esempio particolarmente virtuoso quello delle Società Benefit, ovvero del modello normativo introdotto dalla L. 218/2015[1] (Legge di Stabilità 2016) in forza del quale l’azienda si impegna formalmente /e giuridicamente) a specificare nell’oggetto sociale le finalità di beneficio condiviso, elevando queste ad obiettivo da perseguire in modo coordinato e sinergico con quello di profitto.
È così infatti che i principi generali si traducono in precetti e linee guida capaci di dirigere e vincolare la società e i suoi amministratori alla gestione dell’attività imprenditoriale nel rispetto di uno standard di responsabilità e sostenibilità.
Concludendo sull’argomento, ritengo che la previsione del concetto di ‘successo sostenibile’ nel Codice CC, sia un’ulteriore conferma del fatto che sostenibilità ambientale, responsabilità sociale, eticità nel business, noti con l’acronimo ESG, debbano assumere il ruolo di protagonisti del disegno strategico dell’impresa, quali asset utili a spingere il business, a migliorare le performance aziendali ed a garantire il rafforzamento delle relazioni.
Ecco che occorre quell’impostazione cogente e non relegata al mero e vago principio e la formalizzazione dell’impegno verso gli stakeholder. Ed ecco che diventa irrinunciabile un’impostazione capace di fornire tutela nel lungo periodo alla missione benefit ed alla sottostante strategia di sviluppo.
Per affrontare e gestire tale rischio occorre poter dimostrare l’effettività delle proprie politiche di sostenibilità, facendo però i conti con il fatto che ancora non vi sono strumenti di rendicontazione, di benchmark e di valutazione univocamente riconosciuti.