Cessate il fuoco in Libano, caos in Siria, nuova commissione UE: la settimana in 5 grafici

Cessate il fuoco in Libano, caos in Siria, nuova commissione UE: la settimana in 5 grafici

Medio Oriente: spiragli di pace

I miliziani sciiti di Hezbollah e il governo israeliano hanno raggiunto l’intesa per una tregua in Libano. Il cessate il fuoco è stato annunciato ieri sera dal premier d’Israele Benjamin Netanyahu e la sua implementazione sarà monitorata da Francia e Stati Uniti, che hanno mediato il raggiungimento dell’accordo. La tregua prevede una pausa nei combattimenti di sessanta giorni, anche se il presidente USA, Joe Biden, sostiene la necessità di andare verso una soluzione permanente. In questi due mesi, sia Hezbollah sia l’esercito israeliano si impegnano a ritirarsi dal sud del Libano, ovvero la regione compresa tra la linea blu – cioè il confine di fatto tra Israele e Libano – e il fiume Litani. Le forze di Hezbollah saranno quindi rimpiazzate da 5mila soldati dell’esercito regolare libanese. Ne abbiamo parlato nel Med This Week, la newsletter con i commenti degli analisti del network internazionale di ISPI.


Gli ultimi sviluppi in Medio Oriente sono stati al centro della decima edizione dei Rome MED Dialogues, organizzati da ISPI insieme al Ministero degli Affari Esteri. La conferenza internazionale si è svolta dal 25 al 27 novembre a Roma. Rivedi la cerimonia di chiusura, con gli interventi di Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Franco Bruni.


La guerra infinita

In Siria è iniziata un'offensiva a sopresa da parte dei ribelli anti-Assad, inquadrati in milizie filoturche e gruppi jihadisti. Il più importante è Hayat Tahrir As-Sham, che domina il governatorato di Idlib. Proprio da quest'area, l'ultima rimasta fuori dal controllo del regime di Bashar Al-Assad durante la guerra scoppiata nel 2011, è partito l'attacco che in poche ore ha condotto il fronte ribelle alle porte di Aleppo, una delle più importanti città del paese e snodo nevralgico. L'iniziativa si inserisce in un contesto già incandescente, sfruttando probabilmente la debolezza e la distrazione dei principali alleati di Damasco: il partito-milizia libanese Hezbollah, l'Iran e la Russia. Leggi l'ISPI Daily Focus, la newsletter quotidiana dedicata alla geopolitica.


Alla decima edizione dei Rome MED Dialogues hanno preso parte leader istituzionali, esperti internazionali e imprenditori, che per tre giorni hanno discusso le sfide più cruciali dell'area MENA. Ecco i numeri dell'evento:


Come cambiano le città dopo le distruzioni causate dai conflitti? Ascolta il nuovo episodio di Globally, il podcast ISPI dedicato alla geopolitica.


Ursula 2.0: inizio in salita

La nuova Commissione europea ha ricevuto il via libera del Parlamento, ma l’esito del voto preannuncia una legislatura turbolenta e lunghe negoziazioni dietro le quinte. I 370 voti che compongono la maggioranza (282 i contrari, 36 gli astenuti) rappresentano infatti il 54% di tutti i voti espressi, e ancora meno (51%) del numero totale di parlamentari europei, 719. Fondata sull’alleanza tra Partito Popolare Europeo, Socialisti e Democratici e Renew Europe, che ha rischiato di sfaldarsi già nelle audizioni dei commissari, quella che si insedierà a dicembre sarà la maggioranza più risicata della storia europea. Ne abbiamo parlato nell'ISPI Daily Focus, la newsletter quotidiana di ISPI dedicata alla geopolitica.


Ai Rome MED Dialogues abbiamo intervistato diversi esperti: qui parliamo del ruolo cruciale della mobilità internazionale dei talenti nelle politiche migratorie.


La Namibia al voto

Il 27 novembre i cittadini della Namibia hanno votato per eleggere il nuovo presidente e la nuova Assemblea Nazionale. La favorita della competizione è Ntumbo Nandi-Ndaitwah, l’attuale vicepresidente del paese. Nominata dall’ex presidente Hage Geingob, deceduto improvvisamente a febbraio 2024, corre per lo storico partito di governo, la South West Africa People’s Organization (SWAPO): se, come si attende, dovesse vincere, diverrebbe la prima presidente donna della storia del paese, la seconda di sempre ad essere eletta direttamente in tutta l’Africa. I risultati ufficiali richiederanno ancora tempo a causa di ritardi e problemi logistici che hanno prolungato il voto, provocando proteste da parte dell’opposizione. Abbiamo analizzato la posta in gioco delle elezioni in questo focus in 3 grafici.

Trump, i nuovi dazi, e le pressioni al Messico

Non è ancora entrato in carica, ma Donald Trump ha già annunciato nuovi dazi verso i suoi maggiori partner commerciali: Cina, Canada e Messico. In particolare, il presidente eletto punta a un dazio del 25% sul Messico se quest’ultimo non porrà fine al traffico di migranti e droga attraverso le sue frontiere. Trump infatti ha chiamato la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, per poi dichiarare la sua prima vittoria: il Messico accetta le nostre condizioni. Immediata però la risposta di Sheinbaum, che definito le affermazioni del presidente come "assolutamente false". Sheinbaum ha dichiarato che il Messico non chiuderà le frontiere, anche perché non possiamo. Dietro la polemica, rimane un dato di fatto: Trump o non Trump, l’immigrazione irregolare dal Messico verso gli USA è in forte calo da maggio. Ne abbiamo parlato nel "Grafico del giorno", la pubblicazione quotidiana di ISPI su Telegram e WhatsApp.



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