La Siria dopo Assad, l'accordo in Romania, trilaterale a Notre Dame: la settimana in 5 grafici

La Siria dopo Assad, l'accordo in Romania, trilaterale a Notre Dame: la settimana in 5 grafici

La caduta di Assad cambia gli equilibri in Medio Oriente

La caduta del regime più che cinquantennale della dinastia degli Assad in Siria rappresenta uno dei momenti di svolta più importanti della storia recente del Medio Oriente. Le immagini che arrivano dal paese ricordano quelle dell’Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein: statue distrutte, prigionieri liberati e festeggiamenti nelle strade. Il timore è che il futuro della Siria possa seguire il tragico percorso iracheno, che fu segnato da violenze settarie e terrorismo. Intanto da Damasco, il primo ministro del governo di transizione Mohammed al-Bashir elenca le priorità del nuovo esecutivo: “Dobbiamo ripristinare la sicurezza e la stabilità in tutte le città siriane, riportare indietro i milioni di rifugiati sparsi nel mondo” e “pianificare in modo strategico” per porre fine alla “precarietà dei servizi essenziali come elettricità, cibo e acqua”. Continua a leggere l'approfondimento. Di cosa sta accadendo in Siria ne abbiamo parlato anche nel Med This Week, la nostra newsletter dedicata al Medio Oriente, e nell'evento "Siria: la guerra che non è mai finita".


Che ruolo giocherà la Turchia in Siria dopo la caduta di Assad? Guarda il nuovo episodio di Globally, il podcast ISPI dedicato alla geopolitica.


Romania, accordo di coalizione in vista delle nuove elezioni

I principali partiti europeisti della Romania, vincitori delle recenti elezioni parlamentari, hanno raggiunto un accordo per formare un governo di coalizione. Tra i primi compiti del futuro esecutivo ci sarà quello di indicare una data per ripetere le elezioni presidenziali – che si erano già tenute lo scorso 24 novembre – ma sono state annullate dalla Corte Costituzionale. La tornata era stata vinta da Călin Georgescu, candidato populista e filorusso, che l’8 dicembre avrebbe dovuto sfidare al ballottaggio la candidata liberale ed europeista Elena Lasconi, arrivata seconda. L’Alta Corte ha però annullato il voto a causa di possibili interferenze russe nella campagna elettorale, che avrebbero favorito Georgescu. Una decisione “essenziale per proteggere la democrazia da attacchi stranieri” secondo i giudici, ma che oltre a essere criticata da entrambi i contendenti sta alimentando polemiche dentro e fuori il paese. Leggi l'ISPI Daily Focus, la newsletter quotidiana dedicata alla geopolitica.


Angela Merkel ha presentato il suo nuovo libro, Libertà, all'ISPI. L'ex Cancelliera ha unito il dibattito sui passaggi del suo libro a riflessioni sulle principali sfide europee e globali di oggi.

L'ombra di Trump sulla NATO

Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, i target di spese per la difesa della NATO potrebbero alzarsi. È stato lo stesso segretario generale della NATO, Mark Rutte, a ventilare l’ipotesi oggi durante un incontro con la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Dal 2018 a oggi il numero di paesi NATO che hanno raggiunto il target del 2% di spese per la difesa è cresciuto da 6 a 23. Una forte spinta all’aumento è arrivata dall’invasione russa dell’Ucraina. Chissà che oggi, invece, non ci pensino le minacce di Trump. Abbiamo analizzato questi dati nel "Grafico del giorno".


Mario Draghi ha ricevuto il premio ISPI 2024 per il suo importante contributo nel rafforzare l'immagine dell'Italia nel mondo.


Vertice trilaterale in occasione della riapertura di Notre Dame

La riapertura della cattedrale di Notre Dame è stata l’occasione per un trilaterale tra Macron, Trump e Zelensky. Il presidente ucraino ha detto che l’unico modo per costringere Putin ad un negoziato è mettere l’Ucraina in una posizione di forza. Una risposta indiretta a Trump, visto il timore che il prossimo presidente USA “costringa” Kiev a una pace rapida, anche alla luce dell’avanzata militare russa. Intanto però la caduta di Assad in Siria (per anni tassello fondamentale nella strategia di Mosca in Medio Oriente) è un segnale che anche in Russia la pressione cresce: sempre più, sembrano mancare le risorse per impegnarsi su più fronti. Ne abbiamo parlato nel "Grafico del giorno", pubblicazione quotidiana di ISPI su Telegram e WhatsApp.


Anche il governo spagnolo a rischio


Le legge di bilancio mette a rischio la tenuta del governo di Pedro Sánchez. Finora, l’esecutivo di minoranza ha ottenuto il sostegno di diversi partiti regionali per far passare le sue misure, ma il dibattito sulla legge rischia di creare rotture profonde. Carles Puigdemont, leader degli indipendentisti catalani, avrebbe persino chiesto al premier di affrontare un voto di fiducia. Leggi l'approfondimento.



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