Un anno di cambiamenti, la crisi tedesca, Trump in arrivo: la settimana in 5 grafici
🌍 Ogni venerdì, 5 infografiche per capire le notizie di politica internazionale più importanti della settimana appena conclusa, a cura degli esperti dell'ISPI. Iscriviti 👇
"The Donald" verso il ritorno
Per prima era arrivata la prestigiosa rivista Time. Poi, un po’ alla spicciolata, numerose pubblicazioni tra quotidiani e periodici hanno confermato la scelta: Donald Trump è senza alcun dubbio la ‘persona dell’anno’: l'individuo che, “nel bene e nel male, ha fatto di più per plasmare il mondo e i titoli dei giornali negli ultimi 12 mesi”, ha spiegato il direttore del Time Sam Jacobs nella sua lettera ai lettori. La scelta è logica: il tycoon è stato protagonista di una rimonta “di proporzioni storiche" e di aver “guidato un riallineamento politico irripetibile in una generazione” che ha rimodellato la presidenza americana e “modificato il ruolo degli Stati Uniti nel mondo” osserva Time. Leggi l'ISPI Daily Focus, la newsletter quotidiana dedicata alla geopolitica e scopri cosa pensano gli italiani del ritorno di Trump nel sondaggio ISPI realizzato da IPSOS, nell’ambito dell’Osservatorio “ItaliaInsight – Gli italiani e la politica internazionale”.
Il 2024 è stato segnato da numerosi scenari di crisi e tensioni in tutto il mondo. Cosa sta succedendo al sistema internazionale? Ascolta il nuovo episodio di Globally, il podcast ISPI sulla geopolitica.
Russia-Ucraina: cosa aspettarsi?
A un mese dall’ insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, con la guerra in Ucraina che prosegue da quasi tre anni e il Medio Oriente in subbuglio dopo il conflitto a Gaza e la caduta di Assad in Siria, gli italiani guardano al 2025 con un misto di speranza e apprensione. Il conflitto in Europa orientale è uno dei dossier che potrebbero essere maggiormente influenzati dal secondo mandato del tycoon newyorchese, che in campagna elettorale ha più volte sottolineato la necessità di far cessare la guerra tramite un negoziato. Ma cosa pensano gli italiani di questi temi? Scoprilo nelle risposte al sondaggio ISPI realizzato da IPSOS.
Germania in crisi
Lunedì il cancelliere tedesco Olaf Scholz non ha ottenuto la fiducia al Bundestag, il parlamento federale della Germania, aprendo la strada alle elezioni anticipate a febbraio. Il crollo della coalizione che lo sosteneva è il risultato di profonde divergenze tra i suoi membri. I Liberali Democratici di Christian Lindner si sono opposti fermamente a ogni ipotesi di modifica dei rigidi limiti sul debito pubblico, autoimposti dalla Germania. Al contrario, i Socialdemocratici di Scholz e i Verdi insistevano su un piano di investimenti pubblici e si opponevano ai tagli al welfare proposti dai Liberali. Questo stallo ha paralizzato l’azione di governo su temi cruciali, rendendo inevitabile il tracollo. Ma la questione non è solo politica: sullo sfondo c'è lo spettro della deindustrializzazione, che minaccia la prima economia europea. Leggi il post dedicato all'argomento sulla nostra pagina Instagram.
Consigliati da LinkedIn
Locomotiva d'Europa in panne?
Uno dei fattori principali della crisi tedesca riguarda l'approvvigionamento energetico. La produzione in Germania sta progressivamente declinando da oltre due anni e non è mai tornata ai livelli pre-COVID, come invece accaduto nel resto dell’Unione europea. Dal dicembre 2019 i tedeschi hanno perso oltre un decimo della loro produzione industriale e da cinque trimestri di fila il settore contribuisce a contrarre il PIL. Gli annunci di riduzione di personale e chiusure di impianti produttivi si accumulano: ThyssenKrupp, Volkswagen, Ford, Bosch, Mercedes sono solo i gruppi più noti ad averlo fatto. Leggi di più su Global Watch, lo speciale ISPI dedicato alla geoeconomia.
Il 2024 ha segnato il più grande anno elettorale della storia. Le economie emergenti del gruppo BRICS allargato e oltre si sforzano di parlare con una sola voce per cambiare la governance globale. Scopri di più nel dossier ISPI.
Milei: un anno dopo
Dopo poco più di un anno dall'elezione di Javire Milei, il PIL dell’Argentina ha ripreso a crescere, per la prima volta dal 2023. L’ultima crisi del paese, cominciata ben prima dell'arrivo di Milei con le politiche di Massa e dei peronisti, di certo non può ancora essere archiviata. Per quanto le misure del presidente stiano riportando l’inflazione a livelli quasi gestibili, a pagarne il prezzo per il momento sono state le fasce più povere, con una crescita di disoccupazione e povertà. Scopri di più nel "Grafico del giorno", la pubblicazione quotidiana di ISPI su Telegram e WhatsApp.
Seguici sui nostri canali social:
Facebook | Instagram |Whatsapp |Telegram | Twitter ISPI | Twitter Rome MED Dialogues | YouTube | YouTube International
CEO presso Cross Finaz S.p.a.
1 meseLa crisi tedesca inizia da lontano dai tempi del cancelliere Herr Merkel ,ricordo che con i finanziamenti degli altri paesi U.E. salvo'le banche cooperative tedesche etper salvae le banche affondo la Grecia. Chi ha detto la UE non e' un Soviet... e' stata un IV reich..