Che differenze tra editori classici e social network

Che differenze tra editori classici e social network

Siamo abituati ad editori che pagano giornalisti per scrivere pezzi seguendo una linea editoriale precisa. Eventualmente accettano o meno contributi esterni. Sempre decidendo quanto spazio e rilevanza dare ad ogni contributo.


I social network sono invece editori che permettono a priori a tutti di dire tutto a meno di ciò che viola le regole che si sono dati. Lo spazio e la rilevanza vengono decisi da tre meccanismi:


1-La viralità di un contenuto, misurata in tempo reale da azioni come like o condivisioni tra chi lo vede

2-I follower di chi pubblica

3-I soldi messi a supporto della visibilità di quel contenuto


Il meccanismo tipico dei social network e’ che i lettori decidono quali “bolle” di contenuti leggere, attraverso la scelta di persone e temi da seguire. Quindi i social network tendono ad avere tante linee editoriali (in senso classico) quante bolle. Tra di loro le bolle hanno una debole interazione che pero’ permette un certo passaggio di contenuti dall’una all’altra. Ogni persona fa parte di più bolle, che e’ appunto il meccanismo di scambio principale tra bolle. Diversamente dai prodotti editoriali classici e’ possibile interagire con chi scrive. Questo produce una differenza sostanziale tra coloro che usano i social come megafono e coloro che invece effettivamente interagiscono, creando un fenomeno di comunicazione pubblica nuovo: la piazza virtuale.


Vi è poi uno scambio continuo tra contenuti da editori classici e social network, in cui a volte l'origine dell'informazione è l'uno e altre il secondo. Le entrate pubblicitarie dei social network stanno crescendo continuamente mentre quelle degli editori classici stanno crollando, provocando quindi il restringimento continuo di risorse per pagare i giornalisti. Insomma, i social network stanno vincendo la battaglia per l'attenzione del pubblico.


Queste differenze tra editori classici e social network stanno producendo differenze profonde nell'esposizione alle informazioni delle persone. La componente di informazione "uguale per tutti" che veniva garantita da TV e giornali sta scemando e al suo posto le menti delle persone hanno sempre più informazioni intermediate dalla propria bolla di riferimento e informazioni di nicchia.


Il punto di arrivo finale saranno algoritmi che adattano perfettamente l'esposizione alle informazioni alla singola persona, sulla base dei suoi comportamenti precedenti e delle sue scelte esplicite, tra cui quanto vuole essere esposta a informazioni "diverse" rispetto al passato, una specie di funzione di randomizzazione dell'esposizione.

Dopo anni di penetrazione dei social siamo arrivati al loro dominio e con esso ad una nuova struttura dell'informazione nelle democrazie, con effetti profondi e largamente difficili da prevedere e governare.

La moneta contesa è il tempo e l'attenzione delle persone, per poter modificare i loro pensieri e orientarli verso gli interessi di chi pubblica e di chi investe in pubblicità.

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