Ci sono delle volte che pensare come al solito non basta.

Ci sono delle volte che pensare come al solito non basta.

Troppe le professioni svolte con modelli "obsoleti": tra queste anche quella dell'Assicuratore. C'è bisogno di Don Chisciotte: i Sancho Panza non servono più. La principale qualità che è necessario assorbire dal "Cavaliere Errante" è vedere il business in modo differente da quello al quale siamo ormai abituati. Altrimenti sarà solo una lotta contro i mulini a vento...

E' sempre opportuno ricordare che noi non siamo in grado di descrivere realmente la realtà. Ci possiamo solo avvicinare. Infatti, in ogni esperienza del mondo soggetto e oggetto diventano un tutt'uno. Troppo spesso la realtà viene confusa semplicemente con la percezione più diffusa. Gran parte della nostra conoscenza ci è stata comunicata da altri: i nostri genitori, il circuito parentale e amicale, l'ambiente professionale che frequentiamo, i nostri insegnanti, gli insegnati dei nostri insegnanti,...

Ma esiste una fonte che ai nostri tempi si impone su tutte: i media. Sono loro che stabiliscono i parametri per definire la realtà. Sono ancora loro a decidere i modelli più adatti di pensiero. Sono sempre loro ad indicare i confini entro i quali è corretto sviluppare i ragionamenti.

In sintesi: la nostra conoscenza non solo è "derivata"; ma è profondamente viziata.

Così si formano schemi di pensiero e modi di fare "indotti", dove i dubbi emergono solo quando non se ne può fare proprio a meno.

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In un saggio di Alfred Schultz, dal titolo "Don Chisciotte e il problema della realtà", si parla proprio di questo tema.

Vi consiglio di leggerlo con attenzione. Serve tantissimo per prepararsi ad affrontare "la nuova normalità". Uno dei temi centrali è rappresentato proprio dal rischio delle generalizzazioni: ovvero scambiare la realtà con la percezione del momento più diffusa. Riprendo un passo centrale del testo di Schultz.

"Come possiamo essere certi che quello che il senso comune ci fa dare per scontato sia “vero?" Da un certo punto di vista, questa certezza ha una base pragmatica: i contenuti del senso comune sono veri perché “funzionano”. Ma funzionano solo perché ciascuno vi si attiene. E allora, che cos’è il “senso comune”? La risposta è semplice e vertiginosa allo stesso tempo: il senso comune è quello che ciascuno crede che tutti gli altri credano. In altre parole, è il risultato di un accordo intersoggettivo: un accordo tacito, non esplicito, che si basa in parte sulla tradizione di ogni gruppo sociale e in parte è costantemente riprodotto e confermato dall’attiva prestazione di fede da parte di ciascuno. Insomma, il senso comune è un insieme di credenze. Ma questa credenza è possibile solo se è convalidata inter-soggettivamente. Quando non lo è, cominciano i guai. Ed è qui che Don Chisciotte fa la sua comparsa. “Don Chisciotte non partecipa al “senso comune”. Per lui, sono plausibili e “reali” cose che per Sancho Panza, il rappresentante per eccellenza del senso comune, sono solo fantasie. Per resistere alla pressione dovuta alla mancata conferma intersoggettiva della propria esperienza, Don Chisciotte è costretto a elaborare una complessa serie di strategie.

Mai come in questo momento dobbiamo abbracciare il modello di pensiero dell'hidalgo della Mancia. Mai come in questo momento dobbiamo ricordare il celebre aforisma di Albert Einstein: "follia è fare sempre le stesse cose e attendersi risultati diversi".

Tornando all'invenzione di Miguel de Cervantes, dobbiamo essere capaci di prendere il meglio del suo personaggio. Un Don Chisciotte, infatti, oggi indica per antonomasia una persona di sentimenti generosi, facile agli entusiasmi, ma priva di ogni senso pratico, che con ingenuità o spavalderia muove alla difesa di cause assurde o d’ideali irraggiungibili.

La principale qualità che è necessario assorbire dal "Cavaliere Errante" è, invece, vedere il business in modo differente da quello consueto. La nostra organizzazione va ripensata: e non solo quella. Ma l'attività del pensare non deve essere confusa, come spesso accade, con il rimuginare una serie di nostri pregiudizi. Dobbiamo definitivamente allontanarci da schemi di ragionamento e conseguenti modi di agire evidentemente superati. E' necessario mettersi davvero fuori dalla zona di comfort per elaborare nuove soluzioni che, contemporaneamente, cancellino i vecchi problemi e favoriscano la creazione di una ricchezza reale.

Per riuscire in questa difficile e strategica attività dovremo essere particolarmente abili in due cose:

- non rimontare sulla "ruota del criceto" che disabilita l'attività del pensiero strategico;

- essere resilienti (meglio anti-fragili) per resistere alla moltitudine di Sancho Panza che proverà in tutti i modi ad ostacolare il nostro cammino.

Ci sono delle volte che pensare come al solito non basta.

Ci sono dei momenti che comportarsi come al solito non basta.

Questo che stiamo vivendo è indubbiamente uno di quelli: altrimenti sarà come lottare contro i mulini a vento.

Adriano Lanzilotto

Sono un assicuratore esperto in grandi rischi industriali ed il mio obiettivo e' di proteggere il valore creato dal tuo business.

4 anni

Perché nell’incipit isoli la professione di Agente Assicurativo? Il pensare per schemi preconcetti e’ un vizio che pervade tutto il mondo del lavoro e delle attività umane. Non credo che il resto dell’articolo riprenda il riferimento alle assicurazioni. Sbaglio?

Simone Mabellini

Meriti una vita piena e felice > Aiutarti a raggiungerla è il mio obiettivo | Life & Business Coaching, Formazione e Crescita Personale + Apicoltura

4 anni

Think outside the box! Spunti di riflessione molto interessanti Nazareno, questa volta credo che restare nella propria area di comfort potrebbe essere letale.

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