COME CAPIRE SE SI HA L’OSSESSIONE PER UNA PERSONA?

COME CAPIRE SE SI HA L’OSSESSIONE PER UNA PERSONA?

Come capire se si ha l’ossessione per una persona? Purtroppo la cronaca di questi ultimi tempi fornisce troppo spesso degli esempi drammatici, diventa quindi importante riuscire a porsi la domanda per comprendere meglio il nostro rapporto con il prossimo. La consapevolezza di essere in una condizione emotiva di sofferenza è un passo che aiuta a capire meglio come uscire da un’ossessione nei confronti di una persona. Stiamo parlando di una problematica che è comunemente definita come dipendenza affettiva, ovvero una delle “new addiction”, cioè dipendenza di tipo comportamentale. Se analizziamo ancora più in profondità questa forma di dipendenza non possiamo non soffermarci sul termine; “ossessione”. Mentalmente rimango come rapito dalla persona in questione, senza riuscire a distogliere i miei pensieri da lei. Una sorta di continuo rimuginio di pensieri invasivi che ruotano intorno allo stesso soggetto e non riescono a distaccarsene. Con la conseguente difficoltà di riuscire a mantenere il controllo comportamentale, per evitare atteggiamenti e condotte disfunzionali.

Come capire se si ha un’ossessione per una persona? La paura dell’abbandono

Una sensazione di forte paura di perdere il controllo della relazione può determinare una vera e propria ossessione per una persona. Avverto a livello fisico una marcata sensazione di ansia, una sorta di risposta fisiologica alla paura di perdere la persona cui mi sento legato. Una percezione spiacevole che può sfociare anche in comportamenti inadeguati. Nei casi più comuni e meno drammatici: in una ricerca esasperata di controllo esercitata nei confronti della persona che amiamo e che non vogliamo perdere. Messaggi continui, ricerca di conferme, rassicurazioni verbali e scritte. Una sorta di ricerca dell’altro che alimenta un clima pesante che rischia a sua volta di fare allontanare definitivamente la persona oggetto delle nostre attenzioni.

Come capire se si ha un’ossessione per una persona? La nostra vita passa in secondo piano

Questo è un campanello d’allarme molto importante. Quando iniziamo a metterci da parte, a non sentirci più al centro dei nostri pensieri, ma a diminuire d’importanza. Quando la nostra persona diventa meno importante degli altri. Iniziare a non pensare a se stessi è molto pericoloso, soprattutto perchè con il tempo si rischia di “disimparare” a porsi al centro della nostra vita. Di conseguenza anche in altre tipologie di relazioni rischiamo di sentirci succubi degli altri, e di non riuscire a far valere i nostri punti di vista. Ci sentiamo quasi dequalificati, non riusciamo a far accettare la nostra personalità, il nostro punto di vista e il livello di autostima scende sotto zero. Purtroppo questa è una condizione molto diffusa, tantissime persone arrivano nel mio studio e non riescono neanche più a pensare a cosa li farebbe stare bene nel tempo libero ponendo se stessi al centro della scelta . Si entra in una sorta di prigionia, di cui in realtà noi stessi siamo i primi carcerieri. 

La storia di M. 

M. (sigla di fantasia) si sente completamente depressa perchè ha avuto un’esperienza negativa con una persona di cui era diventata amica. Si erano conosciute in palestra e malgrado la differenza di età – M. infatti è più adulta – si erano trovate bene insieme. M. purtroppo ha difficoltà a stringere relazioni e negli ultimi anni è stata molto sola. Questa amicizia aveva risvegliato in lei delle sensazioni piacevoli, malgrado il timore di non essere ricambiata. Si presenta nel mio studio in un momento chiave di questa amicizia, e mi confessa che ha paura di perderla per sempre.

La devozione estrema

M. ha iniziato a percepire la sua amica come l’unica persona che potesse veramente farla stare bene. Proprio per questo motivo, ai primi rifiuti di uscite serali è andata in tilt. Si è isolata, aveva paura anche di andare in palestra e di non essere salutata. Ha sentito montare dentro di sé una profonda sensazione di depressione, uno stato emotivo di intensa sofferenza. Questa eccessiva forma di devozione rischiava di essere quell’elemento disfunzionale che alimenta il circolo vizioso dell’ossessione. Il fatto di mettersi in discussione attraverso il percorso di terapia ha favorito una riduzione dei sintomi. Lavorando sulla sofferenza, e cercando di ridurre le forme di devozione, M. ha saputo affrontare anche le frustrazioni. Gli stessi “NO” ricevuti nel caso delle richieste di appuntamenti serali sono stati resi meno problematici. Riuscire a cambiare prospettiva nella relazione è stata la grande sfida di M., che ancora oggi, dopo i primi risultati incoraggianti, ha deciso di continuare a lavorare su se stessa, per trovare modalità relazionali funzionali e non dipendenti. 

Ci sono diversi elementi che possono portare a vivere le relazioni in maniera ossessiva. E’ fondamentale passare da una dimensione di controllo, ad una di gestione dei nostri modi di stare con gli altri. Se senti di provare una forma di ossessione nei confronti di una persona e non riesci ad uscirne contattami al 3404190915 oppure fissa un appuntamento direttamente dalla mia agenda.

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