Come i conservatori hanno strappato gli elettori alle forze progressiste in Europa e negli USA
Siamo a pochi mesi dalle elezioni europee del 2024, e il panorama politico del continente mostra un significativo spostamento verso posizioni più conservatrici e di destra. Secondo recenti sondaggi, il gruppo di estrema destra Identità e Democrazia (ID) è in procinto di diventare il terzo gruppo più grande nel Parlamento Europeo, con una previsione di 102 seggi su 705. Questo gruppo include partiti come la Lega in Italia, il Rassemblement National in Francia e l’Alternative für Deutschland in Germania, tutti accomunati da una visione critica verso le politiche attuali dell'UE in materia di sovranità nazionale, immigrazione e identità culturale.
Questo fenomeno non è casuale, ma è il risultato di una crescente insoddisfazione e frustrazione degli elettori nei confronti delle risposte fornite dalle forze progressiste ai bisogni e alle preoccupazioni della popolazione. Le forze progressiste, infatti, sembrano aver perso il contatto con la realtà, ignorando o sottovalutando le sfide e le difficoltà che affliggono i cittadini europei, e proponendo soluzioni astratte, idealistiche o inefficaci. Invece di ascoltare e capire le richieste e le paure degli elettori, le forze progressiste si sono chiuse in una bolla ideologica, distaccandosi dalla realtà e alienandosi dal consenso popolare.
In questo articolo, voglio analizzare alcuni dei principali fattori che hanno determinato il declino delle forze progressiste in Europa, con uno sguardo anche agli USA, e mostrare come i partiti conservatori abbiano saputo intercettare e sfruttare le esigenze e le paure degli elettori, conquistando la loro fiducia e il loro sostegno.
L'evoluzione occupazionale e l'avanzamento tecnologico
Uno dei fattori che ha contribuito al declino delle forze progressiste in Europa è l'evoluzione occupazionale e l'avanzamento tecnologico, che hanno posto una pressione senza precedenti sui lavoratori semiqualificati. Stando a studi recenti, entro il 2030, fino a 800 milioni di posti di lavoro a livello globale rischiano di essere automatizzati, con un impatto devastante per chi possiede livelli di istruzione e qualifiche inferiori. Questa realtà ha alimentato il sostegno verso i partiti conservatori, che promettono soluzioni immediate e tangibili a problemi quali la sicurezza economica e la protezione dei lavoratori nazionali.
Questa tendenza è particolarmente evidente in Italia, dove la situazione economica peggiora, con un impatto asimmetrico degli aumenti dei prezzi sulle famiglie, in particolare per quanto riguarda le bollette e i trasporti. Questo scenario colpisce più severamente i redditi bassi, con molti lavoratori che percepiscono meno di 20.000 euro lordi all'anno, un dato che li posiziona a rischio povertà. Le elezioni politiche del 2023 e le regionali del 2024 hanno messo in luce un incremento significativo del supporto ai partiti di destra, evidenziato particolarmente nelle fasce di popolazione con redditi medio-bassi. Il sondaggio Eurispes del 2023 ha mostrato che il 24% degli italiani con redditi bassi si identifica con la destra, rispetto al 18% del 2022. Analogamente, un sondaggio Ipsos del 2024 ha rivelato che il 32% degli italiani con redditi medi si definisce "conservatore", rispetto al 27% del 2022. Queste evidenze numeriche sottolineano una chiara necessità per politiche più inclusive e sensibili, capaci di affrontare con efficacia le crescenti preoccupazioni economiche, sociali e culturali. L'aumento del consenso per i partiti conservatori tra gli elettori con redditi medio-bassi non può essere trascurato dai partiti tradizionalmente progressisti, evidenziando un urgente bisogno di riallineamento e di ascolto delle esigenze della popolazione.
Le forze progressiste, invece, non sono state in grado di offrire una risposta adeguata a questa sfida, limitandosi a proporre misure generiche o insufficienti, come la formazione continua, la ricollocazione professionale o il reddito di base universale. Queste misure, seppur valide in teoria, non sono state in grado di convincere gli elettori, che le hanno percepite come irrealistiche, inapplicabili o inutili. Inoltre, le forze progressiste non sono state capaci di comunicare efficacemente i benefici e le opportunità che l'innovazione tecnologica può portare, ma hanno lasciato che il discorso pubblico fosse dominato da una narrazione negativa e pessimista, che ha alimentato la paura e la sfiducia verso il cambiamento.
La cultura e l'identità nazionale
Un altro fattore che ha influito sul declino delle forze progressiste in Europa è la cultura e l'identità nazionale, che sono diventate una questione centrale nel dibattito politico. Questo si riflette nell'aumento del sostegno a partiti di destra che promuovono politiche di protezionismo culturale e di difesa dell'identità nazionale. Tale tendenza è osservabile in paesi come Austria e Svizzera, dove il successo dei partiti di destra è stato attribuito in parte alla loro enfasi sulla difesa dell'identità nazionale.
Questo movimento politico è accompagnato da una diffusa insoddisfazione nei confronti dei processi democratici, come evidenziato da sondaggi e studi in nazioni quali Belgio, Francia e Norvegia, dove un numero significativo di cittadini esprime preoccupazioni riguardo al funzionamento della democrazia e alla distanza percepite dalle istituzioni tradizionalmente considerate rappresentative, come i sindacati. Questi elementi suggeriscono una crescente alienazione e insoddisfazione tra la popolazione, che si traduce in un allontanamento dalle classiche "parti sociali" e in una maggiore inclinazione verso formazioni politiche che si impegnano a proteggere gli interessi nazionali e culturali.
Le forze progressiste, al contrario, non sono state in grado di contrastare efficacemente questo fenomeno, mostrando una scarsa sensibilità e comprensione verso le esigenze e le paure degli elettori in materia di cultura e identità. Le forze progressiste, infatti, hanno spesso adottato una posizione di superiorità morale o intellettuale, accusando gli elettori di destra di essere ignoranti, razzisti o xenofobi, invece di cercare di dialogare e di trovare dei punti di incontro. Inoltre, le forze progressiste hanno spesso trascurato o negato l'importanza della cultura e dell'identità nazionale, proponendo una visione troppo astratta o idealizzata dell'Europa, che non tiene conto della diversità e della complessità delle realtà nazionali.
Consigliati da LinkedIn
Questa tendenza verso il conservatorismo in materia di cultura e identità non è limitata all'Europa, ma si manifesta anche negli Stati Uniti, dove i Repubblicani, con capofila Donald Trump, hanno iniziato a riplasmare il panorama politico americano nel 2016, evidenziando una tendenza interessante e duratura nella politica statunitense. Originariamente forgiata attorno alla figura carismatica di Trump, questa tendenza si è dimostrata non solo persistente ma anche espandibile, influenzando le fortune di altri politici repubblicani.
In particolare, figure come il governatore della Virginia Glenn Youngkin, il governatore della Florida Ron DeSantis e l’ex ambasciatrice delle Nazioni Unite Nikki Haley hanno beneficiato di questo sostegno. Questi politici hanno trovato successo appoggiandosi a una base elettorale che include fortemente il ceto medio-basso dei lavoratori, un segmento dell’elettorato non tradizionalmente associato in maniera così forte al Partito Repubblicano.
Ad esempio, nel 2021, Glenn Youngkin è riuscito ad aggiudicarsi l’ufficio di governatore in Virginia, un risultato significativo considerato che la Virginia era percepita come uno stato incline ai Democratici fino agli anni precedenti. Youngkin ha costruito la sua campagna su temi che risuonavano con l’elettorato del ceto medio-basso dei lavoratori, compresa la critica verso le politiche educative percepite come troppo progressiste e l’enfasi sulle disuguaglianze economiche. In Florida, Ron DeSantis ha consolidato il suo sostegno tra gli elettori dello stesso bacino elettorale grazie alla sua ferma opposizione alla gestione delle politiche relative al COVID-19, posizionandosi come un difensore delle libertà individuali contro le restrizioni percepite come eccessive. Questa posizione ha rafforzato la sua popolarità non solo tra gli elettori repubblicani ma anche tra quelli indipendenti e alcuni democratici delusi.
Le tendenze elettorali e i risultati delle elezioni recenti suggeriscono un significativo riassetto nel trasferimento di voti del vecchio "proletariato" dai democratici ai repubblicani dall’avvento di Trump in poi. Già nelle elezioni del 2020 si era assistito a un incremento del sostegno a Trump tra gli elettori di colore e del ceto medio-basso dei lavoratori rispetto alle elezioni del 2016, nonostante la narrativa predominante lo dipingesse come una figura polarizzante. Questi cambiamenti nel comportamento di voto riflettono un movimento più ampio all’interno del panorama politico americano, dove cancel culture, woke capitalism, identità di classe e istruzione stanno diventando indicatori più forti dell’orientamento politico rispetto a fattori tradizionali come l’appartenenza etnica.
Questi sviluppi indicano una trasformazione del Partito Repubblicano in un partito che attrae un’ampia coalizione di elettori del ceto medio-basso dei lavoratori, compresi significativi segmenti di elettori non bianchi, un bacino elettorale prima considerato un bastione del Partito Democratico.
Riflessioni finali
In questo articolo, ho analizzato alcuni dei principali fattori che hanno determinato il declino delle forze progressiste in Europa e negli USA, e mostrato come i partiti conservatori abbiano saputo intercettare e sfruttare le esigenze e le paure degli elettori, conquistando la loro fiducia e il loro sostegno. Ho basato le mie analisi su dati, statistiche, sondaggi e fonti affidabili, cercando di offrire una visione critica e oggettiva del fenomeno.
Tuttavia, sono consapevole che le mie analisi non sono esaustive né definitive, e che ci sono altri aspetti e prospettive che meritano di essere esplorati e approfonditi. Ad esempio, sarebbe interessante indagare le differenze e le somiglianze tra i vari partiti conservatori in Europa e negli USA, e valutare il loro grado di coesione e di coerenza. Inoltre, sarebbe utile esaminare le reazioni e le strategie delle forze progressiste di fronte al successo dei conservatori.
Il panorama politico in Europa e negli USA è in continua evoluzione, e le elezioni future potrebbero riservare delle sorprese e dei cambiamenti. Non è possibile prevedere con certezza quali saranno gli scenari e le dinamiche che si svilupperanno, ma è possibile ipotizzare alcune tendenze e sfide che si presenteranno. Ad esempio, si potrebbe assistere a una maggiore polarizzazione e a una minore collaborazione tra le forze politiche, con il rischio di compromettere la stabilità e la governabilità dei paesi. Oppure, si potrebbe assistere a una maggiore mobilitazione e a una maggiore partecipazione da parte dei cittadini, con il potenziale di rinvigorire lo spirito democratico.
Di fronte a queste sfide, le forze progressiste devono riconsiderare le proprie strategie e politiche, e ristabilire un legame di fiducia e di dialogo con la propria storica base elettorale. Per farlo, devono ascoltare e capire le esigenze e le paure degli elettori, e offrire delle soluzioni concrete e rassicuranti, che tengano conto della complessità e della diversità delle realtà nazionali e locali. Inoltre, devono comunicare efficacemente i benefici e le opportunità che le politiche progressiste possono portare, e contrastare la narrativa negativa e pessimista che domina il discorso pubblico.
Business English analyst & Communications coach at Global*Focus English@Work: Tell your story, do your job & connect critical stakeholders. In inglese come in italiano.
2 mesiChe gli elettorati europei ed americani siano sofferenti non è in dubbio, ma l'identificazione politica non è la causa; l'evoluzione occupazionale e l'avanzamento tecnologico magari sì. Tuttavia, l'articolo parla dei danni e del "messaging" ma non di contenuto politico da parte dei populisti. "I partiti conservatori... promettono soluzioni immediate e tangibili", ovvero, quali soluzioni? Seguono solo statistiche. "Le forze progressiste, invece, non sono state in grado di offrire una risposta adeguata", però qui seguono tre soluzioni: "formazione continua, la ricollocazione professionale o il reddito di base universale". In materia di "cultura", si cita, da una parte, la protezione (senza dettagli) di "interessi nazionali e culturali" e, dall'altra, "una visione... Europa" e il rifiuto del razzismo e della xenofobia. Poi parlando degli States, si cita le "politiche educative" come alternative, si presume, al "cancel culture, woke capitalism, identità di classe e istruzione", che non sono politiche di sinistra ma giudizi politici di destra. Oltre al razzismo e xenofobia, ne sarei grato sapere le politiche specifiche che la gente pensa di sostenere votando i "conservatori".
Academic Fellow - Università Bocconi, Personal Branding, Docente a Business Edu, Corporate Video, Professional Content Creator
3 mesiCondivido subito questo articolo perché analizza in modo molto coerente la crescita dei partiti di destra, inclusa quella estrema, evidenziando i dati e, soprattutto, identificando le vere cause del fallimento della sinistra democratica. Ora è necessario sviluppare meglio i punti chiave che possano migliorare la situazione ed evitare una totale radicalizzazione politica, che ci porterebbe solo a nuovi conflitti e a un'economia sempre più fragile.