Futura #1 - La politica che non attrae
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L'affluenza alle #elezioniregionali in Italia è variata nel tempo. È diminuita gradualmente dal momento in cui sono state istituite le Regioni nel 1970.
Allora fu del 90,4%. Nel corso degli anni, la media è diminuita costantemente, raggiungendo un primo minimo storico nel 2015, quando solo il 47,6% degli aventi diritto ha votato. Ci sono state eccezioni. Ad esempio, durante le elezioni regionali (generali) del 2010, l'affluenza è aumentata rispetto alle elezioni del 2005. Quello del #Lazio 2023 è un record: 37,2%. Si tratta di una delle tre regioni più importanti e popolose assieme alla #Lombardia, che s’è attestata al 41%.
Questo dimostra che cosa? Pesano molto i cambiamenti, lo stress dovuto alla diversità (e al mutamento) dei #sistemielettorali. Ragioni generali di crisi della politica. Certamente nel momento dato: l’offerta politica (un mix tra candidato, performance, schieramento prevalente e, solo in ultimo, alleanze) non è stata tanto attraente da portare gli elettori “meno impegnati” a muoversi per votare.
La percezione di una politica che non attrae tanti può trasformarsi in un vantaggio per chi (come gli elettori motivati di destra) sull’onda di un forte riconoscimento-identificazione generale segue l’effetto #bandwagon o in un vantaggio relativo per i residui elettori di sinistra (sull’onda di una stanca resistenza). I primi sono esplosi in percentuale, i secondi hanno mantenuto le posizioni. Tutti gli altri sono andati male in una #campagnaelettorale piena di incertezze e scarsa di “candidati”. I cambiamenti elettorali possono essere in parte rapidi, a volte non portano “clienti” allo “shopping politico”, non così le idee e le tendenze che li producono.
I tempi delle cose non coincidono con quelli delle persone, se non per larghe “correnti” (spesso contraddittorie e vorticose) transnazionali e con esiti diversi. La corrente del populismo e il metodo della radicalizzazione di destra e di sinistra si autoalimentano e coincidono con i caratteri dell'infosfera. In genere, garantiscono la vittoria o la crescita ai conservatori premoderni, ma possono anche ostacolarli, mentre frenano la composizione di alleanze e progetti credibili (a sinistra) grazie alla “frizione” di idee antimoderne o radical-selettive (woke, intersezionalisti, left-nostalgici). Tra queste correnti ci muoveremo a lungo, nel tempo in cui tante istituzioni democratiche o autocratiche rischiano di scivolare nell’inefficacia del governo, ma con esiti molto diversi. Guerre comprese.
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