Comunicare la ricerca scientifica: come sta cambiando il mio approccio

Comunicare la ricerca scientifica: come sta cambiando il mio approccio

Dopo 5 anni di lavoro al fianco di medici e ricercatori negli ospedali di ricerca ed oltre 10 di comunicazione strategica nel mondo della salute e nella cura, nutro la profonda convinzione che la nostra percezione di salute e malattia giochi un ruolo fondamentale nella cura di sé e nella prevenzione delle malattie.

In quest’ottica con il mio amico e mentore Fabrizio Consorti ci siamo a lungo interrogati su questi concetti (e non abbiamo mai smesso di farci domande di senso). La mia consapevolezza verso questi temi si è sviluppata soprattutto con gli studi di dottorato sulle metafore linguistiche, quando con Lucia Zannini e Maria Milano abbiamo capito che le metafore meccaniche (es. corpo malato come una macchina rotta) e belliche (malattia come una guerra, essere “sopravvissuti” alla malattia, ecc.) possono depotenziare i pazienti in termini di gestione della propria malattia e qualità di vita, mentre metafore più naturalistiche ed artistiche restituiscono un senso di salute e malattia più ecologico e sistemico. 

Ultimamente, penso che l’immaginazione possa giocare un ruolo fondamentale anche in termini di epigenetica, ma sto ancora studiando limiti e confini di questa mia credenza, confrontandomi con la letteratura scientifica. Sebbene il legame tra metafore belliche e malattia sia ormai noto agli addetti ai lavori, promuovere consapevolezza sulle nostre percezioni più ampie di salute e malattia è un percorso continuo.

Secondo studi recenti, per esempio, la percezione degli italiani di essere a rischio di malattie cardiovascolari pare essere davvero molto bassa, come evidenzia l’indagine sulla prevenzione cardiovascolare condotta da IQVIA per la Fondazione Italiana per il Cuore nel 2023. Una bassa consapevolezza è la prima barriera per la prevenzione.

Sempre in termini di prevenzione, c’è invece molta più sensibilità verso le patologie oncologiche diverso in ambito oncologico (si pensi, ad esempio, alla normale ecografia, al pap test, all’imaging, ai test genetici e altri test preventivi) ma è importantissimo aumentare anche consapevolezza sul rischio cardiovascolare (lo screening e la prevenzione sono necessità).

Secondo i dati EUROSTAT (2021), infatti, su 100.000 abitanti la percentuale di decessi per malattie cardiovascolari ammontava al 32% di tutte le cause di morte (seguita dal cancro 22%).

Sempre il report IQVIA sottolinea che il 52% degli italiani vorrebbe avere accesso a screening gratuiti e che il 56% desidera ricevere informazioni sulla prevenzione da parte di fonti autorevoli.

In questo senso, lavorando ormai da mesi insieme a NExT-H , il mio paradigma comunicativo di scienza e ricerca è fortemente orientato ad un metodo “science & data driven” e sono molto felice di questo nostro impegno in quanto unica realtà italiana ad avere un approccio di questo tipo nella comunicazione e marketing ospedaliero.

Con NExT-H siamo parte del WG1 “Coordinamento e management del progetto” (capofila IRCCS Policlinico San Donato , PI: Dr. Lorenzo Menicanti) di un progetto di prevenzione primaria del rischio cardiovascolare chiamato CVRISK-IT voluto dal #Parlamento italiano e dal Ministero della Salute e che vede la collaborazione di ben 17 IRCCS della Rete Cardiologica.

Abbiamo un compito ambizioso lungo 4 anni: validare scientificamente il nostro modello di comunicazione per ingaggiare quante più persone possibili per promuovere maggiore consapevolezza su questi temi.

Il 14 e 15 giugno, all’IRCCS Policlinico San Donato parleremo proprio di CVRISK-IT durante un evento dedicato. Partecipare è semplice, basta iscriversi qui: https://retecardiologica.it/cv-riskit-evento/

Vi aspetto,

M

Barbara Pizzuco

Responsabile Formazione @Fondazione Don Gnocchi | Coach ACC ICF | HR AdWisor (sì, con la W)

6 mesi

Well done!

Grazie Marika per queste preziose condivisioni !

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