Il "Blocco" Psicosomatico
Tutti noi abbiamo sperimentato almeno una volta nella nostra vita un episodio di “blocco” a livello fisico o psicologico.
Poiché mente e corpo non sono due entità del tutto separate, ma rappresentano due fondamentali componenti dell’essere umano che si scambiano costantemente “informazioni” a vicenda, ogniqualvolta che parliamo di un blocco fisico o mentale dovremmo esaminarlo in un’ottica integrata, considerando la componente psico-somatica di tale blocco.
Possiamo definire il blocco psicosomatico come uno stato di squilibrio, di vera e propria interruzione del naturale flusso di energie che governano l’armonia psicofisica dell’individuo. Quando sperimentiamo un blocco, in un certo senso, stiamo sperimentando una “discoerenza informativa” derivante da un conflitto tra energie fisiche, emotive, mentali e così via.
Questa “discoerenza” può manifestarsi essenzialmente in due modi: per eccesso o per inibizione dei componenti dei principali ambiti neuro-fisiologici, ovvero il sistema muscolare, respiratorio, circolatorio, posturale e nervoso.
È possibile dunque che la disarmonia psicofisica dell’individuo possa esprimersi in una forma di iper stimolazione di uno o più parametri fisiologici; il più delle volte tuttavia essa si estrinseca attraverso un movimento di “chiusura”, interpretabile come una sorta di difesa inibitoria da determinate manifestazioni emotive, che vengono poi trasferite a livello fisico, come nel caso di un muscolo contratto o di un organo interno le cui funzioni risultano affaticate o comunque non ottimali.
I sintomi più comuni di un blocco psicosomatico, a livello fisico, possono comprendere patologie come ulcere e coliti, difficoltà respiratorie, allergie, disturbi alimentari, cefalee, e persino disturbi del linguaggio.
Può essere interessante notare come il fenomeno dei blocchi psicosomatici non riguardi solo l’individuo.
In certi casi è possibile parlare di blocchi psicolsomatici “collettivi”, determinati da un certo modo di intendere la corporeità e l’emotività, in relazione alla cultura religiosa e alla struttura sociale di cui un insieme di individui fa parte.
Ciò significa che tutto ciò che non può essere vissuto liberamente, a livello fisico ma anche emotivo, mentale e non ultimo a livello spirituale, si struttura nel nostro “io” personale e culturale, contribuendo a costruire il “campo” psicosomatico in cui viviamo, il quale, a sua volta, avrà un ruolo significativo nel processo di strutturazione del nostro inconscio personale e collettivo.