CONTRASTO TRA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE E TUTELA DELL’INTERESSE AMBIENTALE: LA VIA DELL’INTEGRAZIONE INDIVIDUATA DAL CONSIGLIO DI STATO.

CONTRASTO TRA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE E TUTELA DELL’INTERESSE AMBIENTALE: LA VIA DELL’INTEGRAZIONE INDIVIDUATA DAL CONSIGLIO DI STATO.

Con la recente sentenza 8167 del 23.09.2022, il Consiglio di Stato ha affrontato la spinosa questione involgente la tutela del patrimonio culturale, da un lato, e la tutela dell’interesse ambientale alla transizione ecologica, dall’altro.

La controversia traeva origine dalle autorizzazioni uniche rilasciate dalla Regione Molise (e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri) circa i progetti di costruzione di due pale eoliche, per i quali la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Molise aveva rilasciato parere negativo in sede di Conferenza di servizi. All’esito delle Conferenze, e nonostante le autorizzazioni ivi riconosciute ai privati, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici aveva emesso una dichiarazione di interesse culturale ai sensi dell’art. 10 e 13 del d.lgs. 42/2004 in relazione al “sistema di croci votive e viarie” insistenti sull’area regionale, individuando altresì vaste aree territoriali da assoggettare a tutale indiretta ai sensi degli artt. 45, 46 e 47 d.lgs. 42/2004, tra cui quelle interessate dai lavori di costruzione delle pale eoliche.

Tali provvedimenti, che non consentivano di fatto la messa a punto delle pale eoliche già autorizzate, venivano impugnati innanzi al TAR Molise che convalidava la posizione dei ricorrenti.

Il Giudice Amministrativo d’Appello, con il provvedimento di ampio respiro sopra menzionato, pur confermando la bontà dell’operato del Ministero della Cultura in ordine alla dichiarazione di interesse culturale della rete di croci viarie – segni antropici particolarmente significativi, oggetto di consuetudine percettiva e di orientamento cardinale della comunità, nonché espressioni “dell’antica devozione e cura del territorio da parte degli abitanti, dei pastori e dei viandanti di quei luoghi” – ha però censurato, per sviamento della funzione e sproporzionalità, le prescrizioni di tutela indiretta involgenti le aree circostanti i manufatti, che avevano l’effetto di paralizzare integralmente i progetti di costruzione degli impianti eolici.

Partendo dall’assunto secondo cui a nessuno degli interessi di rango costituzionale può essere riconosciuta una prevalenza assoluta sugli altri, il Consiglio di Stato ha osservato che i provvedimenti dell’Amministrazione non risultavano rispondenti al principio di proporzionalità, atteso che “L’interesse pubblico alla tutela del patrimonio culturale non ha, nel caso concreto, il peso e l’urgenza per sacrificare interamente l’interesse ambientale indifferibile della transizione ecologica, la quale comporta la trasformazione del sistema produttivo in un modello più sostenibile che renda meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia, la produzione industriale e, in generale, lo stile di vita delle persone”.

In tal modo si violava altresì il principio di integrazione delle tutele, riconosciuto sia dalla normativa europea che nazionale, necessario ad “individuare un adeguato equilibrio tra ambiente e patrimonio culturale, nel senso che l’esigenza di tutelare il secondo deve integrarsi con la necessità di preservare il primo.

Se il principio di proporzionalità rappresenta il criterio alla stregua del quale mediare e comporre il potenziale conflitto tra i due valori costituzionali all’interno di un quadro argomentativo razionale, il principio di integrazione costituisce la direttiva di metodo. La piena integrazione tra le varie discipline incidenti sull’uso del territorio, richiede di abbandonare il modello delle «tutele parallele» degli interessi differenziati, che radicalizzano il conflitto tra i diversi soggetti chiamati ad intervenire nei processi decisionali”.

Sulla base di tale quadro motivazionale, il Consiglio di Stato ha annullato le prescrizioni del MiC in tema di tutela indiretta, prescrivendo, in sede di riedizione del potere, la ricerca una soluzione comparativa e dialettica fra le esigenze dello sviluppo sostenibile e quelle afferenti al paesaggio culturale, lontana dal totale sacrificio dell’uso produttivo di energia pulita delle aree contigue alle croci votive.

Avv. Giulia Cerrelli

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