L'Area Marina Protetta Miramare a Trieste sarà la nursery dell'alga bruna
Lo hanno annunciato dalla loro pagina Facebook: “Il 25 Aprile giorno della Liberazione noi lo festeggiamo "liberando" le piccole Cystoseira in Area Marina Protetta Miramare. Buona vita piccoline!”
Si è dunque concretizzata sui fondali della Riserva di Miramare la tappa fondamentale del progetto di ripopolamento di Cystoseira, un’alga bruna, protetta a livello internazionale e a rischio estinzione, che svolge un ruolo chiave per la conservazione della biodiversità marina e della mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici grazie all’assorbimento di quantità di CO2. Le foreste marine svolgono le stesse funzioni di quelle terrestri, producono ossigeno tramite la fotosintesi e costituiscono un vero e proprio habitat rifugio per altri organismi, come i pesci o i crostacei e i molluschi che ci depongono le uova e al pari di quelle terrestri, stanno rapidamente scomparendo. Il progetto ROC-POPLife, acronimo che sta per Restoration Of Cystoseira Population, cofinanziato dall’Unione Europea per un totale di circa 900 mila euro, partito a ottobre 2017, avrà una durata di tre anni, fino a ottobre 2020. Due le università coinvolte, Trieste e Genova, e quattro Aree Marine Protette: Miramare, Cinque Terre, Portofino e Strugnano in Slovenia. Il 25 aprile scorso, dopo l’impianto nei mesi scorsi nei fondali del Mar Ligure, è iniziato anche nell'alto Adriatico il ripopolamento delle foreste sottomarine di alga Cystoseira. Il gruppo composto a terra dai ricercatori dell’Università di Trieste e a mare dai biologi della Riserva di Miramare guidati da Saul Ciriaco, ha piantato le piccole Cystoseira grazie anche al supporto del diving triestino Area51. L’intervento di restauro si avvale di un nuovo protocollo di coltura, sviluppato in stretta collaborazione tra le Università di Trieste con il gruppo di ricerca guidato da Annalisa Falace coordinatrice del progetto ROC-POPLife e ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Vita dell’ateneo giuliano e di Genova con il gruppo di ricerca della professoressa Mariachiara Chiantore. “La novità di questa metodologia di restauro - spiega Ciriaco - sta nella produzione in acquari di nuove “plantule” da reintrodurre in ambiente marino, senza danneggiare i siti donatori (rispettivamente Strugnano per il sito di Miramare e Portofino per le Cinque Terre, ndr)”. Finora gli interventi di restauro di foreste marine sono stati realizzati mediante il traspianto di popolamenti da un sito all’altro, impoverendo così i siti “donatori”. “Abbiamo raccolto i campioni sui fondali di Strugnano - continua Ciriaco - tagliando le sole parti apicali fertili dei talli che vengono quindi posizionati su dischetti di argilla completamente naturali e coltivati in laboratorio fino alla loro messa a dimora”. In tutto, a Miramare, sono già stati posizionati 400 dischetti con radicate sopra migliaia di “plantule” di Cystoseira; le variabili di successo però sono infinite a partire dal pericolo costituito dagli erbivori che potrebbero divorarle in breve tempo e per questo sono stati inseriti su metà dei dischetti degli appositi dissuasori.
“Le plantule - prosegue il biologo - vengono coltivate con pazienza su dischetti di argilla dal gruppo coordinato da Falace e dopo circa un mese di coltura in acquario vengono posizionate da noi sott’acqua; in laboratorio si riescono a produrre milioni di plantule il problema è la sopravvivenza in mare, per cui ogni settimana effettueremo il monitoraggio, scatteremo delle foto che verranno poi analizzate da un software sviluppato appositamente nell’ambito di ROC-POPLife per analizzare la copertura e l’attecchimento della Cystoseira su questi dischetti.” “In questo modo - conclude Ciriaco - potremo conoscere il grado di successo della riforestazione di quest’alga”. In futuro il progetto potrà trovare applicazione su larga scala anche in altre aree del Mediterraneo per salvare le foreste marine di un’alga a grave rischio di estinzione.
Italian Language Instructor
5 anniLara Fiorido Đurković notizia questa che ti può interessare. Ed è anche un tuffo agli anni universitari