Convertire il modello di business per "rimanere in pista"
In un periodo così difficile come quello che stiamo vivendo da ormai un anno non sempre sopravvivono solo le imprese più grandi, quelle più forti e strutturate ma riescono a sopravvivere (e a crescere) anche le imprese più piccole, quelle disposte a cambiare, quelle realtà dinamiche fermamente convinte del loro progetto imprenditoriale.
È il caso di GoVolt, startup innovativa milanese di sharing economy lanciata da Giuliano Blei, giovane imprenditore dotato della tipica “alertness imprenditoriale” che gli ha permesso di reagire prontamente alle sfide della pandemia e cogliere le opportunità che essa ha offerto.
GoVolt è stata la prima realtà, nel 2017, ad offrire sul territorio milanese un servizio di sharing di motorini elettrici: “avevo visto, oltre che un’opportunità interessante a livello economico, la possibilità di impattare positivamente il territorio nativo mio e della mia famiglia – è risaputo, del resto, come Milano sia una delle città più trafficate e inquinate al mondo”. Neanche due anni dopo, la decisione di diventare la prima app multi-veicolo di micromobilità in Italia e la decisione, pertanto, di integrare una seconda linea di prodotti: i monopattini elettrici. GoVolt, da sempre orientata solo al mondo Business to Consumer, inizia anche ad avvicinarsi al mondo Business to Business. Nasce così la possibilità per le aziende partner di avere una flotta di motorini dedicata ad uso esclusivo dei propri dipendenti. Nascono così i primi accordi B2B con importanti aziende note a livello internazionale, accordi che prevedono app dedicata, gestione logistica, pulizia e igienizzazione dei veicoli.
Arriva poi marzo 2020. Non appena scoppiata l’emergenza da COVID, GoVolt comprende subito che il mondo dello sharing non avrebbe avuto vita facile. Milano si blocca così come l’Italia intera. La startup milanese, con grande spirito di adattamento, decide prontamente di riconvertire il business. Iniziano ad offrire il loro servizio al prezzo simbolico di 3 centesimi al minuto, fanno una partnership con Deliveroo per consentire ai rider di utilizzare la loro flotta a prezzi scontati e iniziano a ripensare in modo originale al mondo del delivery.
“Mi fermai a pensare a quello che sapevamo fare e a quello che potevamo fare con ciò che avevamo a disposizione. Ebbi così l’idea di allocare nei ristoranti una persona con veicolo e dotazione ad un prezzo orario fisso, così che il ristoratore potesse sapere esattamente cosa e quanto pagava e avere il controllo totale del servizio – il rider era presente nel ristorante e gli veniva fornito zaino termico e uniforme personalizzati – come un noleggio con conducente che si paga per le sole ore di utilizzo. Presi il primo ristorante, iniziai a fare business development in modo importante facendo capire ai ristoratori che avrebbero potuto gestire la loro logistica in maniera green, efficiente e personalizzata. Intervistavamo, selezionavamo e formavamo tutti i rider, che erano responsabili per ogni tipo di disservizio, multa o sinistro grazie ad un servizio di tracciamento che nessun’altro garantiva. Il business iniziò a decollare”.
Dopo un leggero calo dato dal periodo estivo e dall’allentamento delle restrizioni anti COVID, nell’ultimo trimestre del 2020 si registra un’ulteriore esplosione del servizio di food delivery. “Adesso siamo al doppio del picco massimo raggiunto nel mese di maggio, siamo ad un fatturato di 19.000 euro alla settimana (dai 1.900 di agosto), con più di 80 clienti fissi e 40 attivi, una media di 8 ore per cliente attivo al giorno, 90 turni in contemporanea in una giornata. Abbiamo accordi in esclusiva con clienti di primo livello da Domino’s Pizza o la B-Corp Panino Giusto a Bomaki e con ristoranti stellati come IYO, solo per citarne alcuni. Diversi accordi, poi, sono a lungo termine (24-36 mesi) e questo ci garantisce una certa stabilità di fatturato”.
Una volta compreso il funzionamento del business, questa attività è stata estesa anche ad altre categorie merceologiche, oltre al food: farmaci, generi alimentari, abbigliamento, cosmetica, gioielli, pacchi e cannabis legale. Le consegne vengono effettuate con motorini e furgoni elettrici e con un nuovo modello di pricing a consegna dinamico, in base a distanza, ora del giorno, tempo di percorrenza e di preavviso – modello di pricing che andrà potenziato (la maggior parte del lavoro è ancora con locazione oraria di rider dedicato).
Al fine di diversificare il rischio e compensare la stagionalità a cui sono soggetti i servizi in portafoglio, GoVolt decide anche di lanciarsi nel business della gestione logistica conto terzi di monopattini – cambio batterie, ritrovamento veicoli dispersi, trasporto veicoli rotti presso la propria sede manutentiva, ecc., servizi pagati di volta in volta in base al tipo di intervento e al tempo trascorso dall’apertura della richiesta al momento dell’intervento.
“Si tratta di una linea di business profittevole e asimmetrica al mondo delivery. Il calo registrato nei mesi estivi da quest’ultimo business viene, infatti, compensato dai servizi di logistica e sharing che registrano, invece, una crescita in estate e una decrescita nei mesi invernali. Le flotte B2B rimangono costanti”.
Ultima innovazione introdotta dalla startup milanese è la piattaforma di delivery che permette l’incontro tra domanda e offerta. Il cliente con necessità di servizio di consegna prenota gli orari di suo interesse. Al contempo accede alla piattaforma anche il rider che si rende disponibile per alcune fasce orarie, esprime la sua preferenza sul cliente e il veicolo che dovrebbe utilizzare e la piattaforma fa il matching. Durante il turno, il rider segnala il “pick up” e il “drop off” delle consegne e viene tracciato durante tutto il percorso.
Ad un anno dall’inizio della pandemia e a neanche quattro anni dalla sua nascita, GoVolt ha sviluppato quattro diverse linee di business: logistica, delivery, sharing e locazione flotte. È il classico esempio di come le capacità di reinventarsi, reagire e modificare il proprio modello business siano fondamentali per navigare in questo mare in tempesta. Se è vero che le start-up sono per loro natura flessibili e veloci, è pur vero però che a capo di esse deve esserci un imprenditore geniale, un po’ folle, curioso, in grado di “rimescolare le carte” che ha a disposizione per uscire dai momenti in crisi e raggiungere i nuovi obiettivi. FROM PANIC TO PURPOSE!
“Siamo molto contenti perché ci siamo reinventati. Abbiamo trovato grazie al COVID, grazie alla nostra resilienza e grazie alla nostra voglia di trovare una soluzione ad un problema più grande di noi (e di chiunque altro in questo momento), una strada per arrivare alla sostenibilità. Abbiamo suscitato interesse in tantissimi investitori che vogliono investire in un qualcosa che abbia un futuro e un mercato. Il servizio di delivery sta prendendo sempre più piede. Il COVID ha accelerato la diffusione di questo tipo di servizio. Questo è il “new normal”. Chi si è saputo muovere bene in questo periodo beneficerà dal lavoro fatto perché il momentum continuerà. I volumi potranno anche diminuire ma chi è stato in grado di costruirsi un portafoglio clienti abbastanza ampio proseguirà a garantire questo servizio”.