Cosa ci insegna il crollo del ponte Morandi?

Cosa ci insegna il crollo del ponte Morandi?

Tutti noi ricordiamo il terribile crollo del ponte Morandi di Genova nell'ormai lontano agosto del 2018. Abbiamo ben impresse nella mente le immagini delle macerie, dei camion che per miracolo si sono fermati a un metro dal vuoto, delle case distrutte. E nelle orecchie le urla di terrore della gente....sappiamo anche quanto forte sia diventato fin da subito il desiderio di giustizia. Chiesta da più parti. Sempre contro quelli che vennero ritenuti fin da subito i colpevoli della tragedia: i Benetton e la società con cui gestivano quel tratto autostradale.

Non essendo un avvocato o un esperto in materia, non entro nel merito delle questioni legali, mi limito agli aspetti assicurativi, sfruttando questa notizia, apparsa pochi giorni fa sui principali quotidiani, per una riflessione che vale in generale per tutti i contratti assicurativi.

Potrei più o meno sintetizzare la notizia così: la società presso cui era assicurato il ponte non pagherà i danni (o almeno una loro parte) eccependo che le informazioni in suo possesso non erano corrette per valutare e quindi assicurare quel rischio. Perlomeno non a quelle condizioni...

Forse leggendo queste righe ti starai domandando in che modo questa notizia possa essere uno spunto di riflessione per te.

E' presto detto.

In ambito assicurativo, che si tratti di grandi opere infrastrutturali o per esempio della semplice polizza della casa o dell'auto, ci sono dei princìpi che valgono sempre.

Uno di questi è che, prima di sottoscrivere la polizza, bisogna rendere all'assicuratore le informazioni necessarie per inquadrare e valutare il rischio in modo corretto e veritiero, pena la non operatività della polizza e la sua annullabilità.

Si parla di informazioni inesatte e reticenti, un tema trattato addirittura nel codice civile, agli articoli 1892 e 1893.

In estrema sintesi, e traducendo dall'assicuratese all'italiano, se il contraente omette di dare alcune informazioni alla propria compagnia o ne fornisce di sbagliate o si dimentica/omette di aggiornarle nel corso del tempo, può vedersi limitato o escluso il diritto all'indennizzo.

Soprattutto nei casi di comportamento doloso del contraente.

In fondo si tratta di una regola dettata dal buon senso: quando stipuli una qualsiasi assicurazione, la tua compagnia "si fida" delle informazioni che le fornisci ed in base a quelle determina il premio di polizza. Va da sè che ci debba essere per loro un meccanismo di protezione. Altrimenti chiunque dipingerebbe un quadro di bassa rischiosità per assicurarsi pagando un premio molto basso, con la conseguenza che le assicurazioni incasserebbero pochi soldi rispetto ai rischi assicurati e alla lunga non sarebbero in grado di far fronte a tutte le richieste di indennizzo.

Provo a fare qualche esempio di applicazione di questo principio con cui chiunque di noi può confrontarsi quotidianamente.

Il più facile da capire riguarda la polizza Temporanea Caso Morte, quella che, in caso di morte dell'assicurato, prevede il pagamento della somma indicata in polizza in favore dei beneficiari.

Uno dei parametri per il calcolo del premio annuo è la professione dell'assicurato o il fatto che sia un fumatore o meno. Se dichiari ad esempio di non fumare ma in realtà non è così o se dichiari di essere un impiegato che lavora in ufficio ma poi si scopre che in realtà sei un operaio che lavora su ponteggi, l'assicuratore potrebbe rifiutare l'indennizzo o ridurlo sensibilmente perchè il rischio è maggiore di quello descritto e quindi per garantirlo l'assicuratore avrebbe chiesto un premio più alto.

La stessa cosa vale per altre polizze: ad esempio se assicuri una casa dal rischio incendio dicendo che è fatta di mattoni ma poi si scopre che è uno chalet di legno, rientri nel caso di dichiarazioni false o reticenti.

Oppure se stipuli una polizza infortuni ma non dichiari correttamente la tua professione. O ancora se sottoscrivi una polizza sanitaria ma non dichiari patologie pregresse o interventi chirurgici subiti in passato, stai fornendo dichiarazioni false e reticenti. O infine quando assicuri un capannone, azienda, un'attività commerciale e non fornisci le corrette informazioni sullo stato di manutenzione di macchinari e strutture. Si tratta sempre di situazioni in cui possono essere applicati gli articoli 1892 e 1893 del codice civile. C'è ovviamente più tolleranza se le dichiarazioni vengono rese con buona fede/per errore, ma corri sempre il rischio di non ricevere alcun indennizzo dalla tua assicurazione.

Prova a pensare a quante volte si sente dire "la mia assicurazione non mi ha pagato...sono bravi solo a chiedere soldi ma quando si tratta di liquidare un sinistro fanno di tutto per non pagare..."

Sappi che in molti di quei casi ciò è dovuto a errori degli assicurandi nel fornire le informazioni alle proprie compagnie. O al fatto di "dimenticarsi" di aggiornarle quando invece si dovrebbe. Fino ai casi in cui gli assicurandi si credono furbi nel non fornire alcune informazioni o di loro iniziativa decidono che alcune non sono importanti. Pensa all'esempio della TCM. Se cambi professione devi comunicarlo al tuo assicuratore perchè potrebbe cambiare il premio di pollizza, in aumento o in riduzione.

Stipulare una polizza così importante commettendo degli errori compromette l'obiettivo che ti eri prefissato. La tua famiglia potrebbe rimanere senza il capitale che volevi le fosse garantito.

Pensa alla polizza della casa. Probabilmente la casa è l'investimento economico più importante che farai nella tua vita. Va tutelato nel modo corretto, senza incappare in brutte sorprese.

Se non conosci gli art. 1892 e 1893 del codice civile, rischi di assicurarti con il fai da te convinto che tanto non servano particolari conoscenze e competenze per sottoscrivere una polizza e che chiunque può farlo da sè, scoprendo poi che non verrai indennizzato come vorresti in caso di sinistro...e sarà troppo tardi..

Potrai anche lamentarti e dire "le assicurazioni non pagano mai" ma sarà solo colpa tua.

Ecco allora, ancora una volta, l'importanza di interfacciarsi con un VERO consulente invece che limitarsi a firmare la prima polizza che ti propongono allo sportello delle poste o in banca in fretta e furia o peggio ancora a compilare un form on line di un qualsiasi preventivatore.

Un VERO consulente assicurativo queste cose le sa ed è buona norma che te le spieghi prima di farti sottoscrivere un contratto assicurativo.

Un VERO consulente assicurativo è quello che ti pone qualche domanda prima di presentarti il contratto e chiederti di pagare il premio.

Se non ti vengono nemmeno fatte delle domande sul bene che vuoi assicurare, la tua casa, la tua azienda, la tua salute, ecc., allora non ti stai interfacciando con un professionista e potresti pagare per un prodotto non adatto a te o addirittura inutile.

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