Donne, spiacente. Per la rubrica “mai una gioia”, il multitasking non è così una gran cosa.
American beauty - Scena monologo della busta

Donne, spiacente. Per la rubrica “mai una gioia”, il multitasking non è così una gran cosa.

Il multitasking fa male. Ebbene sì, quella che sembrava una modalità salva-tempo ardentemente ricercata, e nella quale noi donne siamo notoriamente campionesse, non è così valida come poteva sembrare. A quanto pare, per via dei limiti fisiologici del cervello umano, il multitasking ci fa male: riusciamo a immagazzinare solo le informazioni essenziali di una certa questione, quindi dividere la nostra attenzione su più compiti non fa altro che limitare ulteriormente l’apprendimento. È ragionevole, quindi, pensare che essere multitasking causi distrazione, diminuisca la produttività e ammazzi la creatività (studio della dott.ssa C. Middlebrooks – Università di Los Angeles).

"Prendiamo la scena del sacchetto che ondeggia nell’aria in American Beauty, è l’esempio di un’emozione indotta: osserviamo una scena allo schermo, dove a sua volta è presente un altro schermo che riproduce il volo del sacchetto sospinto dal vento. Possibilmente fermiamo l’immagine per fotografare con lo smartphone il fotogramma che preferiamo. Nel mentre riceviamo messaggi su WhatsApp, condividiamo la foto, facciamo ripartire il film, leggiamo le risposte nella chat, stoppiamo nuovamente il film perché un altro amico ha inviato un video di gattini che saltano in aria terrorizzati da un cetriolo sul pavimento, riprendiamo la visione del film, lo interrompiamo perché abbiamo bisogno di condividere la foto su Facebook. Serve però una didascalia adeguata. Cerchiamo un aforisma sulla libertà. Non apriamo nessun libro, digitiamo su Google “frasi sulla libertà”. Troviamo una frase di Bukowski. Foto condivisa. Facciamo ripartire il film, ma con un occhio controlliamo i like e le notifiche. Cosa abbiamo assorbito? Nulla." Da The Vision.

L’essere umano non è paragonabile a un computer, la creatura multitasking per eccellenza: nonostante anche quest’ultimo svolga una sola attività alla volta, pur tenendo aperti contemporaneamente più processi, ha la capacità di registrare tutte le informazioni step by step. Sfortunatamente noi non lo facciamo, e anzi, quando durante un processo veniamo distratti, siamo costretti a iniziare tutto da capo. Quante volte al giorno ci capita? E quanto tempo sprechiamo per questo motivo? Questo giochetto del passare da un’attività all’altra, o di portare avanti più attività allo stesso tempo, ci fa bruciare più energie, ci induce in errore, porta al risultato più lentamente e nel modo peggiore.

Come venirne fuori?

Il programmatore Francesco Cirillo propone la “tecnica del pomodoro”: attività di 25 minuti senza distrazione alcuna + 5 minuti di pausa per ognuna. Io mi sa che ci provo.

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