In equilibrio, o in stallo? Attenzione alla trappola.

In equilibrio, o in stallo? Attenzione alla trappola.

Quanto mi stava stretto il mio lavoro da programmatore, maledizione! Ed essendone cosciente, la cosa mi faceva arrabbiare ancora di più, perché mi sentivo totalmente impotente, come in trappola.

Da un lato, sentivo che la mia professione non fosse in linea con il mio modo di essere, né con i miei valori, dall’altro lato, però, non avevo idea di cosa avrei voluto fare. E così, nonostante cambiassi progetto ogni 2-3 mesi, mi sentivo completamente fermo. In stallo.

Alcuni questo stallo lo chiamano equilibrio, ma per me è solo una FORZATA ARMONIA, un patto con il diavolo: nell’attesa di trovare quello che realmente voglio, mi adatto e mi faccio piacere quello che ho (magari per i prossimi 10 anni...).

Okey, la cosa non è completamente sbagliata, perché magari eviti di sfuriare tutti i giorni, ma c’é un problema di fondo: questo equilibrio si mantiene solo mangiando il boccone amaro, pratica che porta alla perdita di entusiasmo. È inevitabile.

E come puoi, poi, pensare di trovare quello che realmente ti piace, se nella tua vita manca entusiasmo?

Come puoi essere lucido nell’esplorare nuove idee o possibilità, se guardi il mondo con una negatività e una diffidenza di fondo? Se ti approcci alla vita pensando che, forse, ciò che vuoi davvero non sarà mai alla tua portata, o magari nemmeno lo troverai?

Così diventa tutto incredibilmente difficile, drenante direi. Perché è come guidare nella nebbia... solo che in questo caso la nebbia la rendi più fitta tu stesso.

Sai come ho scoperto di voler fare il coach? Per caso, quando mi sono reso conto di avere una certa sensibilità nel “leggere” le persone e le loro dinamiche.

E sai quando ho iniziato a osservare le dinamiche delle persone? Quando avevo 15 anni e, fuori dalla stazione, per ogni persona che passava raccontavo una storia ai miei amici, prendendo spunto da dettagli come il colore dei vestiti, o il tipo di borsa che la mia “vittima” portava.

Ma ci ho messo 15 anni a fare il collegamento, perché nel frattempo ero troppo preso a soffrire perché non capivo cosa volessi fare nella mia vita.

Per uscire da uno stallo la cosa migliore da fare è svuotare la mente e imparare a osservare se stessi tra le righe, per scoprire cosa viene naturale fare, che solitamente sono anche le cose che ci danno più gioia. E, poi, da lì iniziare a giocarci e vedere cosa succede.

Ma attenzione: difficilmente troverai qualcosa di convenzionale, come una professione, o una carriera. Quello che troverai saranno tanti pezzi di un puzzle, che dovrai, poi, tu imparare a mettere insieme, come se fossi una sarta che ti sta cucendo un abito su misura.

E a quel punto, non solo avrai trovato come uscire dallo stallo in cui ti trovi e il lavoro che realmente desideri fare, ma avrai trovato quello che realmente sei, e a cosa realmente aspiri nella Vita. Che credimi, ha molto ma molto più valore di qualsiasi lavoro tu possa pensare di fare ora ;)

Buon "viaggio"!

Tamara Rubert

Social media manager presso Carlieuklima Srl - Impianti di riscaldamento ad irraggiamento e raffrescamento evaporativo

4 anni

Grazie a te per condividere questi contenuti così interessanti e motivazionali

Tamara Rubert

Social media manager presso Carlieuklima Srl - Impianti di riscaldamento ad irraggiamento e raffrescamento evaporativo

4 anni

Sono perfettamente d'accordo con il tuo pensiero e lo trovo davvero molto bello e profondo, un pensiero sincero che si capisce che deriva da una persona che l'ha provato sulla sua pelle

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