Eyes on the world #78
🇺🇦 L’EVACUAZIONE PARZIALE DALL’AZOVSTAL, LA PRESA DI KHERSON E I NUOVI ATTACCHI: DOVE ERAVAMO
(1) Tra le notizie più rilevanti dello scorso weekend c’è stata la (parziale) evacuazione dell’acciaieria #Azovstal di #Mariupol, dove da 2 mesi pare siano nascosti un migliaio tra civili e soldati. Sembra che sole 100 unità siano riuscite a fuggire, soprattutto per via dei continui bombardamenti russi. Tra domenica e lunedì le ostilità in quella zona sono riprese e ciò ha reso ancora più complicato lasciare l’acciaieria. L’evacuazione è avvenuta grazie al coordinamento con l’#ONU e la Croce Rossa. Il conflitto intanto si è fatto più aspro soprattutto nel sud dell’Ucraina; Kherson è una cittadina che le forze russe controllano sin dai primi giorni dell’invasione, ma adesso è diventata ancora più strategica in virtù degli altri territori vicini conquistati. A circa un centinaio di km da Kherson e dalla sua provincia ha inizio la penisola della Crimea, la cui annessione alla Russia fu completata nel 2014. Secondo la stampa russa, in città – dal 1° maggio – sarebbe iniziata la transizione verso il rublo, che sostituirebbe la grivnia (la moneta ucraina). Inoltre sono stati interrotti i collegamenti con la rete telefonica/internet ucraina. I sindaci locali sono stati rimossi per essere sostituiti con funzionari russi e le scuole pare possano riaprire a breve con programmi scolastici ad hoc. Le autorità russe si stanno sostanzialmente sostituendo a quelle ucraine. Secondo alcune stime proprio di matrice ucraina circa metà della popolazione sarebbe fuggita dalla città e chi è rimasto sta vivendo in condizioni non semplici. Come dicevamo, l’offensiva russa nella zona dell’acciaieria Azovstal è ripresa già lunedì (dopo la piccola evacuazione di alcuni civili) ed è andata avanti anche martedì, con maggiore intensità. Secondo il ministero della Difesa russo, le ostilità sono riprese per colpa dei soldati ucraini, che avrebbero approfittato del cessate il fuoco temporaneo per prepararsi ad attaccare.
🇺🇦 L’INTERVISTA DI LAVROV, LE NUOVE SANZIONI EUROPEE, FOCUS SUL PETROLIO: IL CUORE DELLA SETTIMANA
(2) Ha fatto molto parlare di sé l’intervista che, su Rete 4, ha visto protagonista il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, effettuata senza alcun contraddittorio. Diverse affermazioni hanno scatenato numerose polemiche: dalle menzogne sul conflitto al genocidio perpetrato dal presidente ucraino Zelensky, fino alle origini di Hitler. Le reazioni non si sono fatte attendere a livello internazionale. Intanto mercoledì mattina Ursula von der Leyen (presidente della Commissione Europea) ha presentato al Parlamento Europeo il nuovo pacchetto di sanzioni (il sesto) che l’#UE applicherà contro la Russia. Si parla principalmente del blocco graduale delle importazioni di petrolio dalla Russia, che è tra i fornitori europei principali. Tutti i 27 stati membri dell’UE hanno dovuto approvare. La von der Leyen ha parlato del blocco totale delle importazioni di #petrolio non raffinato entro 6 mesi dall’entrata in vigore delle nuove sanzioni, mentre quelle dei prodotti raffinati come la benzina entro 9 mesi. Tuttavia, ha fatto anche notare come alcuni paesi siano totalmente dipendenti dalla Russia per ciò che riguarda il petrolio e per questo motivo avranno diritto a un periodo di transizione più lungo (tra questi Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Repubblica Ceca). La Sberbank, la principale banca russa, sarà inoltre sganciata dal sistema #SWIFT (che consente i pagamenti internazionali tra istituti di credito). Intanto sul campo la guerra non ha accennato a fermarsi. Il cessate il fuoco annunciato mercoledì dal ministero della Difesa russo (previsto dalle 8 alle 18 di giovedì, venerdì e sabato per la zona dell’acciaieria di Azovstal) non è stato rispettato a causa dei continui bombardamenti e più tentativi (da parte dei soldati russi) a entrare nei locali.
🇺🇦 LE SCUSE DI PUTIN, L’ASSALTO ALLE FERROVIE, L’EVACUAZIONE COMPLETA: SI ARRIVA AL WEEKEND
(3) Tornando per un attimo all’intervista di Lavrov a Rete 4, è notizia di giovedì quella che riguarda lo stesso presidente Putin, che si sarebbe scusato con il primo ministro israeliano Naftali Bennett per le affermazioni del suo ministro degli Esteri. Restando in tema “dichiarazioni”, dei funzionari americani del governo Biden (che hanno preferito rimanere anonimi) hanno detto a diversi media americani che proprio gli USA hanno dato delle informazioni chiave all’esercito ucraino per affondare la Moskva, la nave da guerra russa più importante nella flotta sul Mar Nero. In generale, negli ultimi giorni, le armate russe hanno proseguito a bombardare l’intero territorio ucraino, senza particolari distinzioni. Tra gli obiettivi principali le ferrovie, il cui principale obiettivo è di far arrivare armi all’Ucraina dall’Occidente. Sono state prese di mira le stazioni di Dnipro e Leopoli su tutte. Oltre alle armi, questi luoghi hanno il compito di far evacuare più civili possibili, processo non reso semplice dagli stessi bombardamenti. Nella notte tra venerdì e sabato il presidente Zelensky ha parlato di nuovi civili che avrebbero lasciato l’acciaieria Azovstal per essere trasportati verso Bezimenne, città controllata dai russi. Un’altra parte molto ripresa del suo discorso ha riguardato le condizioni per ottenere la pace: il suo obiettivo sarebbe quello di far tornare le truppe russe nelle posizioni pre-invasione. Ciò farebbe pensare, in teoria, che l’Ucraina potrebbe non avanzare pretese sulla Crimea, annessa alla Russia nel 2014. Nella serata di sabato è stata completata l’evacuazione dall’acciaieria: donne, anziani e bambini hanno lasciato Azovstal ufficialmente, con conferme arrivate anche da parte russa.
🇮🇹 IL “DECRETO AIUTI” PER ARGINARE LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA: ECCO COSA CONTIENE
(4) Dopo i provvedimenti pro-Ucraina, il governo torna a guardare in casa e ha riunito il Consiglio dei ministri nel pomeriggio di lunedì per approvare il “Decreto aiuti”. Questo nasce per sostenere imprese e famiglie ad affrontare nel migliore dei modi le conseguenze (soprattutto economiche) della guerra in Ucraina. Sono stati stanziati 14 miliardi di euro, finanziati con la tassazione maggiorata rivolta alle imprese energetiche e ai loro elevati guadagni degli ultimi mesi (evitando quindi il temuto scostamento di bilancio, quindi un deficit maggiore di quanto previsto). Il premier #Draghi ha presentato il decreto in conferenza stampa insieme ai ministri Franco (Economia), Cingolani (Transizione ecologica) e Orlando (Lavoro). Le misure principali riguardano un contributo di 200 euro una tantum per i lavoratori con un reddito inferiore ai 35.000 euro annui, aiuti diretti a famiglie e imprese per fronteggiare i rincari energetici e adeguamento dei prezzi per le gare d’appalto (riferito soprattutto agli aumenti dei prezzi delle materie prime). Sono stati inoltre decisi i tagli alle accise per il periodo dal 3 maggio all’8 luglio, evitando aumenti di prezzo della benzina. Sono previsti inoltre semplificazioni nelle procedure di autorizzazione per chi volesse costruire impianti alimentati da energie rinnovabili. I ministri del Movimento 5 Stelle non hanno votato il decreto poiché, al suo interno, è presente un aumento delle competenze per il sindaco di Roma Gualtieri in materia di gestione dei rifiuti, che gli consentirebbe di autorizzare la costruzione di un nuovo termovalorizzatore in città (in quanto commissario straordinario per il Giubileo). In ultimo, ma non per importanza, è stato prorogato il Superbonus 110%: almeno il 30% dei lavori nelle villette unifamiliari dev’essere ultimato entro il 30 settembre 2022 per potervi accedere, mentre bisognerà completarli sempre entro il 31 dicembre 2022.
🇺🇸 ROE V. WADE NO MORE? LE ULTIME SUL DIRITTO ALL’ABORTO IN USA. È IL CAPOLINEA?
(5) Sembra che il diritto all’#aborto sia in serio pericolo negli #StatiUniti. Dalle prime bozze trapelate, sembra che la Corte suprema abbia deciso di ribaltare la sentenza del 1973 (nota come Roe v. Wade) che garantisce l’accesso all’interruzione di gravidanza a livello federale. La suddetta bozza è stata diffusa dal giornale Politico, da fonte non nota pubblicamente, e pare venga aperta un’indagine proprio per comprendere come sia potuto succedere. In ogni caso, si tratta di un documento autentico, come conferma John Roberts, che la Corte suprema la presiede. A giugno arriverà la decisione definitiva e, se quanto leakato venisse confermato, ogni stato avrebbe il potere di vietare del tutto l’aborto. Ciò ovviamente a vantaggio degli stati più conservatori, che negli ultimi anni hanno provato in ogni modo a limitare questo diritto quanto più possibile. Non depone a favore dell’aborto nemmeno l’attuale composizione della Corte, che vede al suo interno 6 giudici di orientamento conservatore e 3 progressisti. Sul piatto lo stato del Mississippi e la sua volontà di riconoscere l’interruzione di gravidanza solo entro le prime 15 settimane di gestazione, sostanzialmente. Al momento, secondo la Roe v. Wade, è consentito abortire finché il feto non può sopravvivere da solo fuori dall’utero, quindi entro la 24^ settimana (a grandi linee). Ma ogni stato si sta attrezzando per emanare la propria legge guida, (come detto) conservatori in primis. E il fatto che sia solo una sentenza a sorreggere questo diritto, e non una legge vera e propria, facilità l’ostruzionismo dei suddetti stati. Dal 2018 molti cominciarono a cambiare le carte in tavola, forti della nomina di 3 giudici conservatori alla Corte suprema, e potendo così vantare un maggiore supporto in caso di bisogno. Se la bozza venisse effettivamente approvata e la sentenza ribaltata, si parla di circa la metà degli stati americani pronti a vietare l’aborto (rendendolo illegale). Tra questi Alabama, Texas, Oklahoma e per l’appunto Mississippi, che avrebbero tutte le carte in regola per emanare una propria legge (e modificarla in caso di cambio di potere interno). In Louisiana si parla persino di classificare l’interruzione di gravidanza come omicidio (e il governatore, in questo caso, è Democratico). In Minnesota, Wisconsin, Michigan e Kansas discorso simile, con i governatori Democratici che devono fare i conti con i Congressi locali di maggioranza Repubblicana, poco disposti ad avallare leggi pro-aborto. D’altro canto, in generale, i Democratici pare non abbiano i mezzi per potersi opporre, essendo necessari ad esempio ben 60 voti su 100 in Senato (dove hanno lo stesso numero di rappresentanti Repubblicani, 50) per approvare una nuova legge sull’aborto e – come detto – essendo in netta minoranza dentro la Corte suprema.
Consigliati da LinkedIn
🇱🇰 CONTINUA LA CRISI IN SRI LANKA. RIPRENDONO LE PROTESTE ANTIGOVERNATIVE IN TUTTO IL PAESE
(6) Chiudiamo con la situazione in Sri Lanka, dove è stato dichiarato un nuovo stato di emergenza. Le proteste anti-governative sono tornate più intense che mai, portando alla chiusura anche di scuole e negozi. Ciò consentirà alla polizia di arrestare i manifestanti, contro i quali è stata usata la forza a più riprese nell’ultimo mese (si è arrivati anche a sparare verso di loro, con morti e feriti al seguito). Il tutto iniziò a marzo, in seguito a una fortissima crisi economica con carenze di cibo, carburante e medicine. La pandemia e l’aumento dei prezzi delle materie prime a causa della guerra hanno fatto il resto, con il popolo che continua a gran voce a invocare le dimissioni del presidente in carica. Circa un mese fa lo stato aveva dichiarato default e attualmente le casse dello stato sono pressoché vuote, con il ministro delle Finanze impegnato a chiedere aiuti al Fondo Monetario Internazionale.
Andiamo con le brevi dal resto del mondo 👇
- Situazione sempre più critica per le donne afghane: il governo dei talebani ha annunciato il ritorno del burqa obbligatorio. Si tratta del capo d’abbigliamento che copre tutto il corpo eccetto gli occhi. Inoltre, secondo il decreto emanato, qualora non avessero importanti mansioni da compiere, è bene che non escano. Il tutto nel rispetto delle regole della sharia.
- Sancite le finali delle 3 coppe europee di calcio: la Champions League se la contenderanno Real Madrid e Liverpool, l’Europa League Rangers Glasgow e Eintracht Francoforte, mentre la neonata Conference League Roma e Feyenoord. Sempre parlando di calcio, il Chelsea sarà venduto a un gruppo di investitori con a capo Todd Boehly, co-proprietario dei Dodgers e dei Lakers (entrambe di Los Angeles). L’operazione avrà un costo totale di circa 4,3 miliardi di sterline: 2,5 serviranno per comprare le azioni, i restanti per finanziare nuovi investimenti. I primi 2,5 verranno devoluti interamente in beneficienza.
- Questa settimana sono andate in scena le elezioni amministrative locali in Regno Unito. I risultati del Partito Conservatore, con a capo il premier Boris Johnson, non hanno dato risultati soddisfacenti, avendo perso in numerosi distretti che storicamente lo sostenevano. L’aumento del costo della vita e lo scandalo delle feste in periodo Covid pare abbiano pesato parecchio sulle scelte degli elettori. A Londra ad esempio ha attirato l’attenzione la sconfitta nel distretto di Westminster, dove si trova Buckingham Palace (residenza della Regina). Era controllato dai conservatori dal 1964.
- Restando in tema di elezioni, ci spostiamo in Irlanda del Nord, dove per la prima volta nella storia il partito nazionalista di sinistra Sinn Féin (noto per avere tra gli obiettivi la riunificazione con l’Irlanda) avrà il maggior numero di seggi in parlamento.
- L’ex ministro della Sicurezza di Hong Kong, John Lee, è il nuovo governatore dello stato, eletto quasi all’unanimità. Fedelissimo del governo di Pechino, ha represso le proteste in favore della democrazia nel 2019, durante il suo periodo da ministro.
- A 6 mesi dalla bocciatura in Senato, il PD ha depositato una proposta di legge identica al DDL Zan (contro omotransfobia in primis). Venne approvato alla Camera, ma affossato lo scorso ottobre dall’altro ramo del Parlamento. L’iter dovrà ricominciare da capo, passando dalla Commissione e poi nuovamente da Camera e Senato.
- 8,2 miliardi di euro è la somma pagata da Cassa Depositi e Prestiti (controllata dal ministero dell’Economia all’83%) per acquistare da Atlantia Autostrade per l’Italia. Si conclude una trattativa iniziata nel luglio del 2020.
- L’intelligence spagnola, tramite la direttrice Paz Esteban, ha ammesso che diversi leader indipendentisti catalani sono stati effettivamente spiati. Tuttavia ci ha tenuto a precisare come queste intercettazioni siano state fatte rispettando la normativa, anche se il report di Citizen Lab sul “Catalangate” presenta numerose differenze rispetto ai dati citati dalla Esteban. Le dichiarazioni arrivano, per bocca dei presenti, dopo un incontro a porte chiuse con i rappresentanti dei gruppi parlamentari spagnoli.
Alla prossima 👋