Foglie sparse | Cani geniali e dove trovarli

Foglie sparse | Cani geniali e dove trovarli

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Ciao!

Lo so, lo so: quante volte avrai trovato in titoli di articoli riferimenti ad “Animali fantastici e dove trovarli”, nome di un film tratto da uno dei libri di J.K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter. Devo dire che però, anche questa volta, si presta bene a ciò che vorrei raccontarti. Oggi chiacchieriamo di cani e talento.

Credevo fosse un genio… invece era il mio setter

Che dire? Continuo con i titoli cinematografici stravolti. Un bel po’ di tempo fa, saltando da una storia di Instagram all’altra, sono incappata in un annuncio: si cercavano cani che potessero partecipare a una sperimentazione. Al binomio uomo-cane sarebbero stati forniti dei giocattoli e, in un intervallo di tempo stabilito, il compagno a 4 zampe avrebbe dovuto imparare un determinato numero di nomi di quei giochi.

Wow, mi sono detta, ho sempre sognato di essere parte di una sperimentazione! Il mio cane, un mix tra un setter e — forse — un breton (no, non l’ho comprato in un allevamento, era un cane abbandonato), era entrato in famiglia da poco e giocare con lui insegnandogli nomi di oggetti e, nello stesso tempo, essere utile alla scienza, mi sembrava veramente figo (si può dire “figo”? Sembrerò troppo boomer? Dai, ormai è andata).

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Willy mostra la sua voglia irrefrenabile di imparare nomi di giocattoli invece che andare a correre in campagna, a caccia di lucertole.

Contatto uno dei ricercatori coinvolti nell’esperimento ed ecco che la situazione si fa più chiara: il gruppo di esperti del del Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University di Budapest, un centro molto famoso per lo studio dell’etologia canina, era alla ricerca di cani che già avessero dimostrato una buona capacità di apprendimento di nomi di oggetti. Il mio Willy, che ai tempi aveva meno di un anno, conosceva i classici comandi di base (vieni, seduto, terra, resta) ma sui nomi degli oggetti era piuttosto scarso… ok, un po’ più che scarso.

Come quando a un genitore viene riferito che il proprio figlio non consegue buoni risultati a scuola o “non si applica”, mi sono sentita una compagna umana inadeguata. Sarà stata colpa mia se Willy non aveva ancora imparato nomi di oggetti? Non ero stata abbastanza con lui? Non l’avevo stimolato adeguatamente? Aveva problemi di sviluppo di cui non mi ero accorta?

Dalla descrizione dell’esperimento e dalle parole di Andrea Sommese, dottore di ricerca in Animal Science e membro del team della Eötvös Loránd University, ho capito che io e Willy non avevamo niente di sbagliato, infatti sono pochissimi i cani che riescono a imparare un gran numero di nomi di oggetti.

Cani di talento, pochi mostrano un tipo di apprendimento eccezionale

Per tranquillizzarmi ho pensato di approfondire la questione con un articolo e ho intervistato Claudia Fugazza, collega di Andrea Sommese, ricercatrice e responsabile del progetto di ricerca. Fugazza ha confermato che la maggior parte dei cani non è in grado di associare una parola a un oggetto o lo fa con estrema difficoltà. I cani di talento in questo ambito dell’apprendimento sono rari: sono esemplari che imparano un numero elevato di nomi di oggetti — che spesso sono i loro giocattoli — senza un addestramento specifico. Per scovarli in giro per il mondo è stato necessario utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dai nuovi media. È nata così la Genius Dog Challenge, la competizione, trasmessa in streaming su Facebook, YouTube e Instagram, in cui solo sei cani, trovati tramite annunci sui social network, si sono sfidati nell’imparare i nomi di oggetti in un tempo stabilito, giocando con i propri compagni umani.

Raccogliendo i risultati di questa prima edizione della Genius Dog Challenge e unendo ulteriori dati, è stato pubblicato anche un articolo scientifico su Nature.

Il talento in un determinato ambito ci sarà apparso un fenomeno che interessa soltanto noi umani, ma ora abbiamo una base per capire che esiste anche in altri animali: un esempio sono proprio i cani che, grazie alla loro evoluzione e sviluppo nella nostra società, sembrano poter essere un modello ideale per lo studio delle origini del talento e delle divergenze fra le capacità cognitive dei diversi individui.

Insomma, tutto è bene ciò che finisce bene, con buona pace di Willy che potrà stare tranquillo e si godrà i suoi giochi senza doverne imparare i nomi.

Qualcosa da…

… leggere (1)

Per approfondire, questo è l’articolo che ho scritto sulla Genius Dog Challenge.

… leggere (2)

Questo è invece un articolo, sempre scritto da me, sui risultati degli studi sull’apprendimento dei nomi di oggetti da parte dei cani “geniali” ottenuti dal gruppo di ricerca della Eötvös Loránd University e pubblicati nei Scientific reports di Nature.

… guardare

Definire cosa sia il talento — il genio — nell’essere umano non è questione da poco. Lo si comprende bene ascoltando questo incontro del World Science Festival 2011.

È giunto il momento di salutarti. Ti auguro buona domenica e, se ti è piaciuta, ricordati di condividere questa newsletter.

A presto,

Alessia

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