Gli animali parlano?

Gli animali parlano?

Analisi e sperimentazioni

Capita spesso di imbatterci in video simpatici di cani e gatti che sembrano rispondere animatamente alle domande del loro padrone, salutarli e ringraziarli. Ci strappano un sorriso, magari una risata, e inconsciamente pensiamo “ma guarda un po’, come sa esprimersi!”.

E’ di certo ovvio che gli animali, in quanto tali, cerchino di adattarsi all’ambiente che li circonda, tanto da assumere spesso atteggiamenti tipici umani, come se volessero imitare in tutto e per tutto noi, che in fondo siamo i loro modelli di riferimento. Per questo, i pappagalli tendono a ripetere i suoni emessi più frequentemente dalla nostra bocca, e i cani sono in grado di fare la stessa cosa. Ho anche visto poco tempo fa il video di un gatto che, osservando la sua padrona pettinarsi i capelli, cercava di imitarla.

Ma la comunicazione uomo-animale va ben oltre il limite del linguaggio verbale. Così come noi umani, nel corso del tempo, impariamo a distinguere i comportamenti e i segnali non verbali dei nostri animali domestici, anche loro riescono a interpretare il nostro linguaggio del corpo: infatti, è un tipo di comunicazione bidirezionale.

La comunicazione non verbale è significativa in attività con tantissimi animali. Uno studio, infatti, ha dimostrato che 30 specie di uccelli e 29 specie di mammiferi condividono schemi di intonazione e messaggi basilari, tra cui l’espressione di emozioni come paura, felicità, ansia, o ancora sentimenti di aggressione, ostilità, sottomissione[1].

Studi su vastissime varietà di uccelli hanno dimostrato che i piccioni riescono a distinguere tra un’opera di Van Gogh e una di Chagall[2], alcuni padda (n.d.a. uccello indonesiano passeriforme) hanno elevatissimi gusti musicali (e non amano particolarmente Schoenberg)[3], addirittura il pappagallo cenerino Alex fu l’unico animale non umano ad aver mai posto una domanda all’uomo (era particolarmente interessato al colore del suo piumaggio)[4].

E’ straordinario il caso del tursiope (n.d.a. specie di delfini) che giunse a capire ed eseguire i comandi dell’insegnante. Per uno studio, infatti, l’insegnante Margaret Howe Lovatt visse per quasi tre mesi in casa con questo delfino, condividendo qualsiasi momento della giornata. La casa era allagata, e questa specie di delfini non è per niente ostile alla cattività.                                                                                                                   Il promotore di questo studio sosteneva che un essere animale dotato di intelligenza avrebbe cercato di imitare la lingua dei suoi catturato, con lo scopo di comunicare, e non si sbagliava: dopo poco tempo, furono evidenti gli sforzi dell’animale per imitare il discorso dell’insegnante, con suoni simili a quelli umani. Divenne in grado di svolgere senza errore alcuni compiti, e di elaborare la sintassi inglese, tanto che il delfino distingueva chiaramente tra “porta la palla alla bambola” e “porta la bambola alla palla”[5].

Forse con alcuni animali abbiamo più familiarità, giacché non è di certo una novità che i nostri fedeli compagni di vita, i cani, siano in grado di comunicare benissimo con noi umani, così come noi sappiamo comunicare con loro. Questi ci assistono in qualsiasi momento, tanto da esser diventati ormai indispensabili per il grande aiuto che ci danno in varie faccende. 

Ma, continuando a parlare di linguaggio, il cane non solo è in grado di annusare un campione di urina alla ricerca di una certa malattia, ma sono anche capaci di riferire di quale malattia si tratta, dirigendosi verso un cartello che la nomina. Possono imparare a trovare cartelli di genere per i bagni o di uscita in un luogo[6], ma questo vale anche per i cani non addestrati: esistono infatti tantissimi segnali che possiamo imparare a conoscere  per migliorare la nostra esperienza comunicativa con il nostro amico a quattro zampe[7].

Quindi, gli animali parlano? Assumendo la parola ‘linguaggio’ come una qualunque forma di comunicazione, la risposta sarà certamente positiva. Ma il fatto che in natura non esita un linguaggio che abbia la stessa potenza espressiva di quello umano, non preclude che nessun animale possa imparare la nostra lingua. 

La risposta, però, alla domanda “gli animali possono imparare la lingua umana?” sarà negativa. Nonostante primati, pappagalli e - come abbiamo visto - cetacei siano in grado di comunicare, dimostrando di riuscire a maneggiare un antesignano del linguaggio, soltanto un essere umano potrà imparare veramente una lingua umana. 

Del resto, se per qualche strano caso dovessero condurre una sperimentazione chiedendosi se noi umani fossimo in grado di imparare a nuotare come i delfini, bisognerebbe concludere che, seppur essendo molto intelligenti e conoscendo le basi del nuoto, non ne saremmo mai veramente capaci, non avendone le facoltà.


[1] Eugene Morton e Donald Henry Owings, Animal vocal communication: a new approach, Cambridge, Cambridge University Press, 1998

[2] Shigeru Watanabe, Van Gogh, Chagall and pigeons: picture discrimination in pigeons and humans, in Animal Cognition, vol. 4, 3–4, 1º novembre 2001

[3] S. Watanabe e M. Nemoto, Reinforcing property of music in Java sparrows (Padda oryzivora), in Behavioural Processes, vol. 43, n. 2, 1º maggio 1998

[4] Joseph Jordania, Who Asked the First Question? The Origins of Human Choral Singing, Intelligence, Language and Speech, Tbilisi, Logos, 2006

[5] John Cunningham Lilly, The mind of the dolphin: a nonhuman intelligence, 1ª ed., Garden City, New York, Doubleday, 1967

[6] Bonnie Bergin, Teach your dog to read: a unique step-by-step program to expand your dog's mind and strengthen the bond between you, 1ª ed., New York, Broadway Books, 2006

[7] Stanley Coren, The intelligence of dogs: canine consciousness and capabilities, New York, Free Press, 1994


Luca Ciurli

MRCVS, DVM, MSc (Etologia Clinica Veterinaria), ECAWBM-BM resident

3 anni

Lettura molto piacevole e davvero interessante

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