Foglie sparse | Dove eravamo rimasti?

Foglie sparse | Dove eravamo rimasti?

Ciao!

L’autunno sta arrivando e, non so tu, ma io sto cercando di riprendere i ritmi quotidiani nonostante quest’anno non sia andata propriamente in vacanza. In fondo, però, anche solo staccare gli occhi dagli schermi e prendermi una pausa dalla vita online è servito. Quelli bravi, a questo punto, inizieranno a borbottare che conduciamo un’esistenza onlife: ok, hanno ragione, ma per me anche un pomeriggio in campagna, a spasso con il mio cane, con lo smartphone in modalità aereo, può essere ascritto tra le esperienze offline, senza pensare che io sia un’apocalittica nel senso echiano del termine. E tu, come hai trascorso l’estate? Spero al meglio delle tue possibilità 🙂

Ma bando alle ciance, avevamo in sospeso qualcosa, vero? In una precedente newsletter avevo parlato della responsabilità di tutti noi nella ricondivisione di immagini di animali presenti sui social. Ne era poi nata una riflessione con uno degli iscritti, che mi aveva dato modo di approfondire alcuni concetti, tra i quali la differenza tra animali selvatici, addomesticati e ammaestrati. Ora è giunto il momento di fare due chiacchiere, invece, su cosa sia il comportamento animale.

Cos’è il comportamento animale?

Ti riporto la definizione di comportamento animale del libro (che si intitola proprio “Comportamento animale”) scritto da Aubrey Manning, uno dei maggiori studiosi di etologia animale, e da Marian Stamp Dawkins, biologa e docente dell’Università di Oxford:

“… il comportamento comprende in primo luogo tutti i processi mediante i quali un animale percepisce il mondo esterno e lo stato interno del proprio corpo; e, in secondo luogo, i processi grazie ai quali reagisce di conseguenza”.

Già da queste parole si può comprendere che il comportamento animale non è una convenzione come M., il lettore della newsletter che mi aveva esposto i suoi dubbi, immaginava. Il comportamento animale non può essere una convenzione, un qualcosa che si stabilisce a priori e/o si basa sulla cultura dominante, così come può esserlo un tabù alimentare.

M. affermava:

“Sì, capisco il fatto dell’orso che non deve ballare, ma chi ha deciso quali sono gli animali che si possono addomesticare e no? Ora non so i dettagli, capisco l’esempio del cane che viene da tutta una storia millenaria di selezione e idem per altri animali, però in linea di principio ci sono quelli che riescono a imparare, ad esempio a ballare, per cui vorrà dire che posseggono questa plasticità. Magari il leone no. Alla fine sono sempre convenzioni, come gli animali che si possono mangiare e non si possono mangiare”.

Il comportamento animale è legato alle caratteristiche genetiche, anatomiche, fisiologiche, neurologiche ma anche alla storia dello sviluppo e dell’evoluzione di una specie. Il comportamento naturale di un animale è proprio della sua specie, non cambia di nazione in nazione, di periodo storico in periodo storico, a seconda dell’etica del luogo in cui si trova. L’orso balla al circo perché è stato ammaestrato, non lo farebbe da solo, nel proprio ambiente. Questa attività non diventa tipica dell’orso solo perché noi uomini la accettiamo.

Come si fa a identificare ciò che è “normale” da ciò che non lo è per una specie? Come si può comprendere tutto questo e stabilire se l’animale preso in considerazione è in uno stato di benessere o meno? Per rispondere a queste domande gli etologi utilizzano gli etogrammi:

“L’etogramma è il catalogo completo e dettagliato del repertorio comportamentale naturale di una specie animale”. (Mainardi, 1992)

Tutti gli animali, compreso l’uomo, esprimono dei comportamenti che sono il naturale bagaglio della propria specie. Gli scienziati osservano gli animali oggetto di studio in natura e scompongono i comportamenti in unità al fine di produrre, per l’appunto, un catalogo, un elenco di comportamenti specifici per quella determinata specie.

L’etogramma è uno strumento che, per esempio, è utilizzato da veterinari comportamentalisti ed educatori cinofili nei canili, per analizzare il comportamento dei cani e adoperare queste informazioni per individuare la presenza di problemi negli esemplari ospitati (e poterli, eventualmente, recuperare per una futura adozione).

Con questo ho terminato di rispondere alle obiezioni di M., non escludo di continuare ad approfondire l’argomento in futuro quindi, se sei interessat*, stay tuned! 😉

Qualcosa da…

…leggere

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

L’ho citato prima: Il comportamento animale di Aubrey Manning e Marian Stamp Dawkins (Bollati Boringhieri, 2015). Più che un libro di divulgazione, è un testo introduttivo alla materia. Interessante per chi ama l’etologia, decisamente pesante per chi approccia l’argomento per la prima volta. Però, se hai pazienza e curiosità, ti aprirà un mondo.


Ti lascio a questa prima domenica di settembre ma, prima di farlo, ti ricordo che è cosa graditissima la condivisione di questa newsletter sui social network o anche inoltrandola direttamente a chi desideri. Se sei capitat* qui per caso e vuoi ricevere le mie email ogni domenica (o quasi), puoi iscriverti tramite questo link.

Buona giornata!

Alessia

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